Nonostante il forte rallentamento nelle vendite degli ultimi anni, Apple ha sempre creduto nella propria idea di tablet, e ha tirato fuori dal cilindro svariati modelli di iPad per cercare di far rialzare la testa al prodotto che forse rappresenta al meglio l’idea di “computer per tutti”, uno degli ideali da sempre emblematici dell’azienda di Cupertino.
Ecco quindi arrivare nel 2015 la versione “Pro” del tablet della mela, che grazie a processori sempre più potenti, schermi da 12,9 pollici (che affiancavano il classico formato da 9,7 pollici), e l’abbinata con tastiera smart ed Apple Pencil, comincia a proporsi come vera alternativa ai normali computer portatili, perlomeno per certi tipi di utilizzo… anche perché le nuove versioni di iOS consentivano di visualizzare contemporaneamente più applicazioni sullo schermo. Nell’estate del 2017, un ulteriore aggiornamento migliorava la serie “Pro” introducendo uno schermo da 10,5 pollici, ma qualche mese più tardi si capì che la strada era già segnata: l’arrivo dell’iPhone X a schermo pieno lasciava intuire che presto anche l’iPad avrebbe cambiato totalmente fisionomia. Con i nuovi iPad Pro presentati recentemente a New York, Apple ha deciso di fare veramente sul serio e tirare una netta linea di demarcazione rispetto al passato: arriva il Face ID anche sul tablet della mela, e a differenza di quanto accade con l’iPhone, funziona in entrambi gli orientamenti del dispositivo. Avendo rimosso il pulsante home, lo schermo arriva fino ai bordi, ma non in modo così esasperato come accade sullo smartphone di Cupertino, differenza che consente fortunatamente di evitare il notch, che sul tablet sarebbe stato molto più fastidioso.
Non solo restyling
In una dimensione pressoché identica a quella del precedente modello da 10,5 pollici (per la precisione, leggermente più largo, ma più corto e più sottile) trova spazio uno schermo da 11 pollici, con la stessa densità di pixel (264 punti per pollice) lo stesso trattamento antiriflesso, la stessa tecnologia ProMotion per un refresh a 120 Hz, e la stessa gamma cromatica P3 con adattamento automatico dei colori in base alla luce ambientale. Siamo quindi di fronte ad un display di altissima qualità, con una retroilluminazione ulteriormente migliorata (per aver colori ancora più brillanti) e un’area di lavoro più grande, ma in un design complessivamente più compatto: con 5,9 millimetri di spessore, si tratta dell’iPad più sottile mai creato, e lo stesso spessore lo ritroviamo anche sul modello da 12,9 pollici. Proprio il modello da 12,9 pollici è quello che più ci guadagna in termini di ingombro e peso, visto che offre lo stesso schermo di prima con 25 millimetri in meno di lunghezza, mezzo centimetro in meno di larghezza, e quasi 100 grammi in meno di peso: con i suoi 281×215 millimetri (grossomodo come un foglio in formato A4) pesa poco più di 600 grammi.
Le differenze, però, non si fermano allo schermo senza bordi o al design esteriore; ci sono almeno tre ulteriori elementi da considerare per valutare le novità di questi modelli: il processore Apple A12X Bionic (e quindi la potenza di calcolo), gli accessori (con la nuova Smart Keyboard Folio, ma soprattutto la seconda generazione di Apple Pencil) e il connettore USB-C.
Performance invidiabili
Partiamo dal processore. Il precedente iPad Pro aggiornato nell’estate del 2017 aveva introdotto notevoli migliorie al display, regalando non solo una migliore qualità e resa cromatica, ma anche una maggiore area di lavoro, grossomodo nello stesso ingombro del modello da 9,7 pollici. Anche il processore era migliorato, passando dal SoC A9X al successivo A10X Fusion, ma sugli iPad Apple ha saltato la generazione Al 1. Ecco quindi che nei nuovi iPad Pro ci ritroviamo direttamente il SoC Apple A12 Bionic, con relativo coprocessore M12 di movimento e Neural Engine. Con una CPU a otto core (4 per le prestazioni elevate e 4 per la massima efficienza), un GPU a sette core che sbaraglia le prestazioni grafiche del modello precedente, e un motore neurale anch’esso a otto core, l’iPad Pro non ha nulla da invidiare a livello di potenza a molti dei laptop in commercio. Ed Apple ci tiene a sottolineare questo aspetto, anche perché deve giustificare un prezzo che non è molto diverso da quello di un normale computer (soprattutto se, vedendolo proprio nell’ottica di sostituire il PC, ci si rivolge ad un modello con un’adeguata capacità di archiviazione e si aggiunge una tastiera); se però pensate che si tratti solo di marketing, dovrete ricredervi: conti alla mano i benchmark evidenziano che il nuovi iPad Pro surclassa in prestazioni non solo il Microsoft Surface Pro 6, e tutti gli altri tablet, ma anche il Mac- Book Pro da 13″ e altri computer con processore i7 (soprattutto in molti testdi video editing e photo editing). Certo, utilizzando un sistema operativo specifico per tablet, l’utilizzo presenterà comunque delle modalità operative diverse rispetto al computer, ma molte applicazioni sono realizzate in modo tale da far sì che queste differenze siano davvero minime. Le ultime versioni di iOS consentono di gestire agevolmente sia i file che si trovano sull’iPad, che quelli condivisi nei vari servizi cloud, e al di là della replica del comportamento di un computer, l’App Store offre infinite applicazioni specifiche e possibilità di utilizzo che su un normale computer non sarebbero possibili.
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