Un primo tempo che gioca con i telefonini come Perfetti sconosciuti con gag «telefonate » anche in senso stretto, il secondo torna al tema cult di Fausto Brizzi dei ricchi e poveri, diventa buonista all’americana, siamo tutti uno peggio dell’altro, restano sogni formato video. Come Una poltrona per due, Modalità aereo (scritto con Paolo Ruffini) insegna che i soldi sono pura convenzione, che i parenti sono comunque serpenti, che la vita non è meravigliosa ma che alla fine si trova comunque l’intesa (tipo il governo in carica). Ruffini è meglio di sempre, è l’odioso manager razzista che vive con i conti alle Cayman e lo smartphone infisso all’orecchio: quando lo perde nella toilette vip dell’aeroporto, due inservienti poveracci lo rubano e si godono, una app oggi una domani, una vita da ricchi. È la ricchezza trash come mostrano i programmi tv di gossip, massaggi, feste orrende e volgari, max un giro di valzer con Sabrina Salerno. Ma per il manager le cose si complicano, ci sono industriali perfidi e Brizzi si permette una ventata di volgarità con l’arrivo dei cinesi ricchi derisi per il pene piccolo (accusa che un nostro elegante politico ha fatto a Macron, quindi tutto torna). Il film si agita nella farsa ma non è una sit com per bambini, ha un certo ritmo, il cast funziona, Lillo è in forma, Caterina Guzzanti diverte; evidente nel finale che Brizzi, reduce da un colata di accuse, mette ad hoc una battuta sui social non puramente casuale.
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