“Ero una ragazzina felice fino al giorno in cui mi hanno detto che sarei stata portata a casa del mio futuro marito. Ho risposto ai miei genitori che avrei preferito morire piuttosto di sposare un vecchio”. Inizia così racconto di Dorothy, una sposa bambina Becheve. Nei villaggi di questa tribù dell’altopiano di Obudu, nel Cross River, uno Stato a sud-est della Nigeria, le bambine sono una moneta di scambio. Le famiglie costringono le proprie figlie di appena cinque o sei anni a sposare uomini molto più grandi loro.
Le chiamano ʽspose per soldiʼ e il matrimonio serve a ripagare un debito. In altri casi, le bambine vengono vendute per una piccola somma di denaro e qualche animale. Una forma di schiavitù nel XXI secolo in cui ogni diritto dell’infanzia viene negato.
“Un giorno è venuta a trovarmi una zia – continua la ragazza – promettendo che mi avrebbe portata lontano da quell’uomo. Non era vero, e quando l’ho rivisto sono fuggita nei boschi ma poco dopo mi hanno ripresa. L’indomani sono arrivate alcune donne del villaggio.
Erano taciturne e mi aspettavo una punizione per essere scappata. Quando ho cercato di alzarmi per uscire dalla capanna ho visto i suoi occhi. Era Phillips, il vecchio che volevano diventasse mio marito”. Quella che segue è la drammatica testimonianza di come l’infanzia di Dorothy è stata rotta per sempre.
“E’ stato in quel momento che le donne mi hanno afferrata e mi hanno distesa per terra. Mi tenevano ferma mentre quell’uomo mi stuprava. Poche settimane dopo, ho cominciato ad avere strane sensazioni: vomito e nausea. Ho capito di essere incinta. Adesso ho cinque figli da lui. I bambini sono malnutriti e devo pensare a tutto io perché lui è troppo anziano”.
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