Cartilagine di squalo e squalene per curare il cancro

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Da qualche tempo lo squalo ci viene spacciato come rimedio antitumorale. Nello specifico sarebbero alcuni prodotti derivati da questo pesce predatore che hanno fatto si che si potesse pensare che potesse guarire dal cancro e dunque potesse avere anche un ruolo anti-angiogenetico, ovvero in grado di poter ridurre il processo di formazione di nuovi vasi sanguigni, essenziali per la crescita dei tumori. Non ci sarebbe niente di più falso. Dietro tutte le notizie che sostengono il ruolo antitumorale della cartilagine di squalo ci sarebbe un business molto redditizio. Gli oncologi dell’Associazione italiana di oncologia medica, su Tumore, ma è vero che, sembra abbiano smentito il razionale stesso della teoria, precisando che non è affatto vero che gli squali non si ammalano di tumore ma lo fanno proprio come gli altri animali.

Ad oggi sembra che gli esperti abbiano parlato di circa 23 tipi di tumore, tra cui anche i condromi che sono dei veri e propri tumori che insorgono a livello della cartilagine dello squalo. Non c’è, dunque, ad oggi uno studio che riveli una certa connessione tra la cartilagine e la guarigione nei pazienti oncologici, anzi alcune ricerche sembra ne abbiano bocciato l’efficacia.

“Come nel caso di alcuni ricercatori, che sperimentarono la sostanza in pazienti affetti da tumori in stadio avanzato per testare se la cartilagine di squalo in aggiunta alla terapia standard – quindi soltanto come terapia complementare – potesse dare qualche beneficio alla salute dei pazienti (un prolungamento della sopravvivenza, o un eventuale impatto positivo sulla qualità della loro vita). Ma nessuna differenza fu rivelata tra il gruppo di pazienti trattato con la sola terapia convenzionale e quello al quale era stata somministrata la sostanza in questione”, si legge si legge sempre sul portale dell’Aiom.

La smentita della scienza

Quindi, contro questa ennesima bufala sembra sia arrivata la smentita da parte della scienza, e nello specifico a parlare sono stati gli oncologi che dicono che non è assolutamente dimostrato che lo squalene, un precursore del colesterolo, abia una qualche utilità antitumorale. “Ci sono esclusivamente studi datati nei quali lo squalene veniva somministrato a ratti di laboratorio, e si evidenziava una riduzione della incidenza di neoplasie del colon. Al di là di tali risultati, va sottolineato che non esistono studi sull’uomo che confermino o mostrino alcuna attività antitumorale. Non esiste alcuna prova reale di efficacia nell’uomo, né di attività, né di sicurezza nell’assunzione, per cui al momento sarebbe sbagliato raccomandarne l’impiego”, aggiungono ancora gli oncologi.


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