Giovane migrante si tuffa e salva due fratellini che stavano annegando

Si era accorto che stava accadendo qualcosa. C’era troppo movimento sopra il pelo dell’acqua. Così, un 23enne ospite del centro di prima accoglienza di Latina non ci ha pensato due volte. Si è tuffato in acqua con vestiti e cellulare addosso e ha salvato due bambini. È accaduto intorno alle 12, quando Omar, che stava percorrendo in bicicletta il litorale. Una scena a cui hanno assistito decine di bagnanti che a quell’ora affollavano la spiaggia. Il ragazzo, da due anni residente in Italia, è riuscito ad afferrare i bambini e a riportarli a riva.

Quando poi si sono avvicinati i genitori dei due ragazzini e gli altri presenti per ringraziarlo, il 23enne ha preferito allontanarsi. A riconoscerlo alcuni residenti di Borgo Grappa, una frazione di Latina, dove il giovane egiziano, ospite della cooperativa ‘Astrolabio’, lavora per una ditta della zona. Quello di Latina non è l’unico caso. Lo scorso anno aveva fatto il giro d’Italia la storia di Cheikh Samba Beye, un uomo senegalese di 44 anni che il 19 giugno di un anno fa aveva salvato la vita a due bimbi che stavano annegando al largo di Ventimiglia, in Liguria, una delle città italiane diventate simbolo della questione migratoria.

L’uomo aveva sentito le urla di un gruppo di donne, ha visto che indicavano due figure in acqua e non ci aveva pensato su due volte prima di tuffarsi e, in una manciata di bracciate, raggiungere i due bambini: “L’unico mio pensiero era che non morissero, mi si sono aggrappati addosso con una forza che non avevo mai visto prima”, aveva detto Cheikh in un’intervista rilasciata all’Huffington Post. 

Cheikh Samba a Ventimiglia ci vive da tempo, ed è qui che lavora come tuttofare in uno stabilimento balneare. La mamma dei bambini tratti in salvo dal 44enne – che vive proprio nella città ligure – aveva deciso di regalargli un nuovo telefonino, visto che il suo si è rotto dopo che si è tuffato in acqua. “Mi ha fatto piacere, certo”, aveva dichiarato Samba parlando con HuffPost, ma lui vorrebbe anche che il suo gesto fosse “in qualche modo un esempio”.

E aveva concluso: “Per quelli che arrivano ma anche per quelli che accolgono”. I migranti “devono rispettare le leggi e le persone e non fare casini”, i secondi “non devono giudicare dal colore della pelle, ma dal cervello, dal cuore, dall’anima, dalla voglia di impegnarsi”.


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