Antonio Ciontoli si sarebbe preso la colpa per il figlio, avrebbe ucciso lui Marco. La svolta nel caso Vannini. Le parole dell’avvocato di Federico

La Procura di Civitavecchia ha iscritto nel registro degli indagati l’ex comandante della caserma dei Carabinieri di Ladispoli Roberto Izzo per favoreggiamento e falsa testimonianza. Un nuovo colpo di scena arrivato dopo le dichiarazioni di Davide Vannicola, che ha detto a Le Iene che Izzo “consigliò ad Antonio Ciontoli di prendersi la colpa” il figlio Federico, vero responsabile della morte di Marco Vannini. Una nuova ipotesi investigativa, ancora tutta da dimostrare, partita dalla testimonianza shock del commerciante di Tolfa che ha parlato di una confessione che gli avrebbe fatto Izzo dopo l’uccisione del giovane.

La risposta dell’avvocato di Federico Ciontoli

“Io non intendo dare rilevanza alle trasmissioni televisive, quando è la polizia giudiziaria o persone con una competenza specifica che indagano e interrogano va bene. Se parliamo di scoop giornalistici dove si sentono presunti testimoni e quant’altro devo dire che io non inseguo più questo circo mediatico diventato intollerabile per un paese democratico”. Questa la replica dell’avvocato Domenico Ciruzzi, difensore di Federico Ciontoli, in merito agli ultimi sviluppi sul caso della morte di Marco Vannini.

“Non so se l’indagine nei confronti di Izzo sia un atto dovuto o meno, non so nulla di questa vicenda. In questo momento noi ci siamo concentrando sulla Cassazione, verso la quale riponiamo la massima fiducia  e aspettiamo l’esito del ricorso” ha concluso Ciruzzi.

“Aspettiamo con tranquillità gli esiti delle indagini e auspichiamo che ci siano gli tutti gli accertamenti del caso – ha aggiunto l’avvocato Pietro Messina, legale della famiglia Ciontoli –  in particolare per quanto riguarda i tabulati telefonici visto che si vocifera di una telefonata fantasma tra Antonio Ciontoli e Izzo”.  “Gli estremi dell’esposto che ha fatto Vannicola non li conosco, noi sappiamo solo quello che è stato visto in televisione, e da quelle dichiarazioni non mi pare che ci siano considerazioni di attendibilità precisa, la sua ricostruzione mi è sembrata un po’ fumosa”.

La battaglia dei genitori di Marco

Negli ultimi mesi mamma Marina e papà Valerio hanno continuato a chiedere giustizia a gran voce per il figlio. “Mio figlio non è morto sul colpo dopo lo sparo, ha lottato per ore e loro cinque sono tutti responsabili perché Marco si poteva salvare invece lo hanno lasciato morire”. La Corte d’Assise d’Appello ha ridotto a cinque anni di reclusione la condanna per Antonio Ciontoli, confermando quelle a tre anni per la stessa Martina, il fratello Federico e la madre Maria Pezzillo. Una sentenza fortemente criticata dalla famiglia Vannini su cui si dovrà esprimere la Corte di Cassazione.


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