Secondo l’accusa, il meccanismo andava avanti da anni e oltre ai 16 interessati dalle misure restrittive, sarebbero decine le persone coinvolte a vario titolo nella vicenda e quindi iscritti nel registro degli indagati della Procura reggiana. Si tratta di amministratori comunali, avvocati, dirigenti e operatori socio sanitari. Tutti avrebbero partecipato a mettere in piedi il sistema di false relazioni che serviva per collocare in affido retribuito i piccoli ma anche a sottoporli ad un programma psicoterapeutico sovvenzionato da fondi pubblici.
Secondo le indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia con il coordinamento del pm Valentina Salvi, si tratterebbe infatti di un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Tra i reati contestati a vario titolo ai fermati ci sono frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione e peculato d’uso.
Ai bimbi scosse elettriche e lavaggio del cervello
Secondo l’accusa, infatti, ai piccoli veniva fatto una sorta di lavaggio del cervello. Durante le sedute di psicoterapia venivano usati anche impulsi elettrici e messe in scena vere e proprie rappresentazioni per alterare i loro ricordi e raffigurare i genitori come persone malvagie. Un sistema spacciato ai piccoli come “macchinetta dei ricordi” ma che invece alterava “lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari” spiegano gli inquirenti. Il tutto per confermare le relazioni mendaci e i finti disegnini dei bambini che facevano riferimento a violenze e abusi sessuali completamente inventati.
Lettere e regali dei genitori nascosti e accatastati in magazzino
Al contrario, educatori e assistenti sociali avrebbero sistematicamente occultato lettere e regali inviati dai genitori naturali. Il materiale veniva accatastato in un magazzino dove è stato ritrovato dai carabinieri. Come scoperto dagli inquirenti, gli affidatari in alcuni casi erano famiglie non proprio adatte come ad esempio persone con problematiche psichiche e con figli suicidi. Al vaglio degli inquirenti infine anche due casi di abusi sessuali avvenuti presso le famiglie affidatarie ed in comunità dopo l’illegittimo allontanamento.
L’associazione Codici: “Troppo potere ai servii sociali”
Profondo sconcerto e forte indignazione è stata espressa dall’Associazione Codici dopo aver appreso della notizia e del quadro agghiacciante emerso dall’inchiesta “Angeli e Demoni. “Non possiamo rimanere immobili di fronte a questo orrore. Un sistema spacciato come modello in realtà era un inferno per i bambini e per i loro genitori” ha dichiarati il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli, annunciando che il gruppo si costituirà pare civile in caso di processo. “Da tempo denunciamo l’eccessivo potere acquisito negli anni dai Servizi Sociali. Questa orribile vicenda, che potrebbe avere ulteriori sviluppi sul territorio nazionale, dimostra che bisogna riequilibrare i poteri in campo. Siamo pronti a fare la nostra parte affinché venga fatta giustizia, perché chi si è reso responsabile di queste atrocità non può restare impunito” ha concluso Giacomelli,
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