“La mamma è viva”. Il racconto choc dei figli di Roberta Ragusa

Parole importanti quelle che hanno pronunciato i figli di Roberta Ragusa, la donna scomparsa la notte a cavallo fra 13 e 14 gennaio 2012 a Gello di San Giuliano Terme (Pisa) e che vede come unico imputato responsabile il marito, Antonio Logli. “Speriamo non si sia rifatta una vita senza di noi. Papà non l’ha uccisa”, hanno detto a Nuzzi durante l’intervista rilasciata a Quarto Grado.

Alessia, che aveva solo 11 anni quando la madre è scomparsa, ha ricordato quell’ultima notte: “Mi sono addormentata, poi la mattina seguente mi sono risvegliata nel mio letto. Ricordo che era sabato e non andavo a scuola. Dopo poco è arrivata Sara e già questa non era una cosa usuale. Ho capito che qualcosa non andava dopo che ho visto sul piazzale fuori casa i carabinieri con i cani […] Ricordo lo sconforto di quel momento: non capivo molto quello che stava succedendo poi però più il tempo passava più realizzavo cosa fosse successo”.

Ma sta per arrivare il momento della verità, quantomeno della sentenza del processo: mercoledì 10 luglio 2019, infatti, la Corte di Cassazione emetterà l’ultima e definitiva sentenza a carico di Antonio Logli, condannato in primo e secondo grado a 20 anni di reclusione per omicidio volontario e distruzione di cadavere. L’uomo si professa da sempre innocente ed estraneo ai fatti, supportato dai figli, ormai maggiorenni, Alessia e Daniele, che hanno rilasciato una intervista inedita, ospiti in studio a Quarto Grado, per dire cosa pensano al riguardo, che idea si siano fatti circa la sparizione della madre.

I due ragazzi, partendo dal presupposto che il loro papà non abbia ucciso la mamma, ipotizzano dunque che quello di Roberta sia stato un allontanamento volontario. La donna uscì in strada in pigiama e pantofole, intorno alla mezzanotte di una fredda notte di gennaio. “Magari (Roberta, Ndr) avrebbe preferito vivere con più autonomia rispetto ai parenti” – ha detto Daniele Logli – “Per mio padre era una cosa più normale, perché lui è cresciuto con i nonni e gli zii, non solo coi genitori. Mentre invece la mamma ha sempre vissuto solo coi genitori: avevano una concezione diversa della vita familiare di tutti i giorni”. Del padre, Alessia dice che soffre molto: “Soffre perché è stato accusato ingiustamente, soffre perché vede i suoi figli stare male, soffre per la mancanza di mamma e per tutta la situazione”.

Per i figli Roberta potrebbe essere ancora viva. Quindi i ragazzi reputano plausibile ciò che invece i giudici hanno ritenuto surreale, ovvero che una mamma premurosa come lei possa averli abbandonati di punto in bianco, scappando di casa nel cuore della notte. In pigiama. Ma a prendere le distanze dalle loro parole, Maria Ragusa, cugina di Roberta, che ha giudicato colme di indifferenza e freddezza. “Potrei dire anche chi muore giace e chi resta si dà pace; morto un papa se ne fa un altro; chiodo schiaccia chiodo; tutti utili nessuno indispensabile…Rimane il fatto che si è ribaltata la situazione, SEI TU CHE MANCHI e chi è rimasto doveva continuare a vivere…”. Poi la frecciata a Sara Calzolaio: “Rispetto poi, quello te lo hanno sempre portato. Dentro casa infatti, e nel tuo letto, è entrata una amica di vecchia data. Una persona fidata mica una qualunque; più rispetto di così”.


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