Il copione è più o meno lo stesso. Tutto comincia con la richiesta di amicizia su facebook da parte di uomini avvenenti. «Si presentano come militari in servizio in Paesi in stato di guerra, raccontano alle vittime di essere vedovi o separati, di avere dei figli o sorelle malati». Quei tipi non esistono, le foto sono state rubate. C’è il profilo del medico che lavora nell’ospedale da campo nei Paesi del Sud Africa, oppure quello del generale americano in Iraq o in Kuwait o anche dello psichiatra. Comincia uno scambio di messaggi sempre più intensi, l’intimità cresce, lui è romantico e si rivela l’uomo di sogni, tante le affinità (il truffatore ha studiato bene il profilo della vittima). La tecnica messa in atto è quella del “love bombing”, ossia lei viene sommersa di «attenzioni amorose». Quando il «fidanzato virtuale» capisce che lei ha abbassato le difese, arriva la richiesta di soldi tramite bonifici bancari all’estero. Le motivazioni sono fantasiose: gravi problemi di salute, l’impossibilità di raggiungere la vittima per incontrarla, l’acquisto di una casa dove andare a vivere insieme. Lei ci casca. «Parliamo di somme ingenti di denaro – spiegano gli esperti della Postale – che vanno dai 70 ai 100mila euro».
Ci vuole tempo per prendere coscienza di essere state raggirate. Non è facile denunciare. «È il motivo per cui queste vicende hanno una durata di circa un anno e mezzo – spiegano alla polizia postale – e quando le vittime decidono di venire da noi hanno già regalato ai truffatori migliaia di euro, impossibili da recuperare». La maggior parte dei paesi da cui provengono i messaggi si trovano in Africa: Nigeria, Ghana, Costa d’Avorio. mai fidarsi, avvertono gli investigatori della postale, di persone che non si sono mai incontrate e fanno richieste di denaro. Quasi certamente sono truffatori. Ci cascano anche gli uomini, una delle ultime vittime ci ha rimesso oltre 440mila euro: è stato per un anno “fidanzato” con Angela, una tedesca che voleva trasferirsi in Sicilia, aveva tanti guai e tanto bisogno di soldi. Di Angela ce n’erano tre, ha poi scoperto la polizia postale di Catania. Tre truffatori (due uomini e una donna) arrestati anche con l’accusa di estorsione.
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