L’altro indagato per falso è una dottoressa con specializzazione in Cardiologia e in Medicina dello sport. Il pm Antonino Nastasi ha convocato entrambi per essere interrogati e ha notificato loro un invito a comparire. Nei prossimi giorni devono presentarsi coi rispettivi difensori in procura. Galanti è difeso dall’avvocato Sigfrido Fenyes, la dottoressa è difesa da legali incaricati da poco, Antonio Olmi e Chiara Bandini. La svolta per dare l’avvio all’inchiesta-bis ci sarebbe stata una ventina di giorni fa quando a Careggi il personale di polizia giudiziaria della procura ha effettuato una nuova perquisizione da cui è emerso il certificato predatato.
Il documento contribuisce a stabilire l’idoneità alla pratica agonistica ma potrebbe risultare falso poiché attesterebbe l’esito positivo di un particolare esame cardiologico che in realtà non sarebbe mai stato eseguito. E per gli inquirenti la dottoressa sarebbe il medico che, in concorso con Galanti, avrebbe redatto il certificato. Dall’atto risulta che un particolare esame cardiologico venne effettuato su Astori nel luglio 2017 in periodo di visite medico sportive prima del ritiro precampionato.
Tuttavia la procura ritiene il contrario, ossia che il certificato sia stato stilato solo la primavera scorsa e che, quindi, non è autentico. Secondo l’inchiesta per omicidio colposo, Davide Astori morì per la mancata diagnosi di una patologia cardiaca che era tale da impedirgli di proseguire la carriera di calciatore. La diagnosi corretta, per il pm, non fu fatta perché mancavano esami che avrebbero potuto rivelare la patologia insorgente. Il certificato, che il pm ritiene falso, mostrerebbe invece che i medici decisero che Astori era idoneo al calcio agonistico essendo in possesso di tutte le informazioni medico-scientifiche necessarie.
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