Lady Diana, il suo ultimo segreto

Èstato lo scoop del secolo, almeno in Gran Bretagna. Un indimenticabile pezzo di televisione- verità, molto prima che ci appassionassimo a ogni genere di spudorato reality. L’intervista del programma Panorama della Bbc a Lady Diana, andata in onda 25 anni fa, ha cambiato la storia della monarchia. Perché dopo quelle confessioni candide e atroci («Eravamo in tre in quel matrimonio », «Ero innamorata di James Hewitt, lo adoravo», «Non so se Carlo si potrà adattare al trono») la regina, che fino ad allora era sempre stata molto comprensiva con Diana, decise che il suo primogenito doveva divorziare immediatamente.

Adesso, però, si scopre che quell’intervista era stata ottenuta probabilmente con l’inganno e che esisterebbero venti minuti di filmato extra che la Bbc non ebbe il coraggio di mandare in onda (perché troppo offensivi per i Windsor) e che la principessa custodiva in una cappelliera a Kensington Palace. A rivelare i retroscena di quell’incredibile trasmissione è stato un documentario di Channel 4, Diana: the truth behind the interview (Diana: la verità dietro quell’intervista). Nel programma viene accusato Martin Bashir, il giornalista che ottenne l’esclusiva mondiale. Bashir era uno sconosciuto.

I più grandi nomi della tv (da Oprah Winfrey a David Frost) stavano tentando di accalappiare Diana, ma nessuno ci era riuscito. Bashir, invece, era arrivato a lei tramite il fratello, il conte Spencer. Secondo il documentario il giornalista avrebbe presentato al conte dei documenti falsi, due estratti conto bancari di una ex guardia del corpo della famiglia Spencer che aveva ricevuto una somma di denaro pari a 11 mila euro da parte di un gruppo editoriale, del quale faceva parte un noto tabloid. Una spia che passava notizie alla stampa.

Bashir, insomma, aveva provato che la paranoia di Diana, di essere continuamente sorvegliata, si rivelava veritiera. Ecco perché la principessa decise di confessarsi proprio a quel reporter anonimo. La Bbc nega e smentisce questa ricostruzione, ma Andrew Morton, il biografo di Diana, la conferma e accusa Bashir di aver approfittato biecamente del momento di fragilità della principessa, che si sentiva perseguitata dalla famiglia reale. In quell’anno, il 1995, era particolarmente vulnerabile. Aveva raccontato al suo avvocato che Elisabetta II avrebbe abdicato l’anno seguente, Carlo sarebbe salito al trono e lei sarebbe stata necessariamente «fatta fuori».

Insomma, Diana era fuori controllo. Lo sostiene anche Max Hastings, ex direttore del Daily Telegraph, con il quale Diana aveva già provato a sfogarsi per far conoscere al mondo la sua versione dei fatti. Aveva ammesso di odiare il marito Carlo e che il loro matrimonio era stato «un inferno fin dal primo giorno». Ma Hastings non aveva voluto pubblicare neppure una riga: «Ho trascorso con lei due ore. Mi ha detto tante cose, molte fantasiose. Mi sono sentito terribilmente dispiaciuto per lei, per la sua vulnerabilità. Non ho creduto opportuno aprire questo vaso di Pandora e alimentare lo scandalo», ha spiegato nel documentario. Bashir non aveva avuto questo scrupolo, ma la sua versione non è stata presentata perché, per motivi di salute, ha declinato l’invito di partecipare al programma. In seguito al divorzio, ordinato dalla sovrana, Diana, contro il parere di tutti, decise di sbarazzarsi delle guardie del corpo di Scotland Yard, le più addestrate al mondo nella protezione dei reali. Se la notte del 31 agosto 1997 le avesse avute accanto, forse la principessa del Galles sarebbe ancora tra noi. Quella maledetta intervista, pensano tanti biografi della monarchia come Phil Dampier, potrebbe esserle costata la vita.


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