Sandro Tonali, espulso nel corso del primo tempo di Benevento-Milan, è stato sanzionato con una giornata di squalifica dal giudice sportivo e salterà la gara di domani sera contro la Juventus mentre esce dal box della squalifica Theo Hernandez, che ha saltato la partita di domenica sera dopo aver preso la quinta ammonizione contro la Lazio.
Il centrocampista milanista si unisce agli altri sette calciatori appiedati per un turno che sono Chabot (Spezia), Lykogiannis (Cagliari), Dominguez (Bologna), Ekdal (Sampdoria), Estevez (Spezia), Lucas Leiva (Lazio) e Romero (Atalanta). In più, in casa rossonera, si registra la quarta ammonizione di Rafael Leao, che entra così in regime di diffida. Lavoro ancora personalizzato per gli infortunati Ibra, Bennacer, Saelemaekers e Gabbia. Oltre a Leao entrano in diffida Tonelli e Jankto (Sampdoria), Chiriches (Sassuolo) e Reca (Crotone).
«Milan-Juve non sarà decisiva per lo scudetto». Parola di Carlo Ancelotti, convinto che la gara di San Siro «dirà se la squadra bianconera è tornata, come fa pensare l’ultima vittoria». A Radio Anch’Io Sport su Radio1 il tecnico dell’Everton, sconfitto all’esordio nel nuovo anno per 2-1 con il West Ham, non è più sorpreso dalla classifica del Milan. «Che la squadra di Pioli stia facendo molto bene è evidente, ha trovato continuità e solidità anche se nell’ultimo periodo ha rinunciato a Ibrahimovic, il suo giocatore più importante». Poi applaude Paolo Maldini: «E’ protagonista di un grande lavoro di reclutamento nonostante non abbia la forza economica di altri club». Parole dolci anche per Pirlo: «Sono molto affezionato a lui e sono convinto che farà bene. E’ normale avere qualche difficoltà nel trovare la quadra all’inizio. Non sempre un grande giocatore si dimostra un grande allenatore, ma ci sono tanti ex campioni che sono diventati grandi allenatori».
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Il Milan ha superato talmente tanti ostacoli nelle ultime settimane da svuotare quasi di significato la parola “emergenza”. Eppure questa sera saranno ancora quattro gli infortunati più uno squalificato, che non potranno essere a disposizione di Stefano Pioli nella partitissima contro la Juventus. Cinque assenti. Tre sarebbero stati titolari: Ismael Bennacer, Alexis Saelemaekers e Zlatan Ibrahimovic. Non fanno parte dell’undici tipo, ma sono stati utilizzati spesso dall’inizio Matteo Gabbia e Sandro Tonali, fermo a causa dell’espulsione di Benevento. A centrocampo, a fianco di Franck Kessie, ci sarà Rade Krunic che è la quarta scelta nel reparto.
Quindi Pioli dovrà fare a meno del regista: Bennacer. Del principale equilibratore tattico tra fase offensiva e difensiva: Saelemaekers. E del capocannoniere della squadra: Ibrahimovic. L’allenatore rossonero non potrà contare nemmeno sulla prima alternativa difensiva (Gabbia) e sul primo sostituto in mezzo al campo (Tonali). Così il Milan dovrà affrontare la Juventus con una coppia inedita a centrocampo in questo campionato. Kessie e Krunic non hanno mai giocato insieme dal primo minuto. Lo hanno fatto, per un lungo tratto delle partite con Sassuolo e Benevento. Questo Milan ormai è abituato a slalomeggiare tra infortuni e squalifiche. Negli ultimi mesi la formazione rossonera ha dovuto ovviare ad altre assenze pesanti: Kjaer, Alessio Romagnoli, Rafael Leao e Ante Rebic. Quasi ogni titolare rossonero si è dovuto fermare nel corso di questa stagione per qualche settimana.
Ad aumentare il livello di difficoltà hanno contribuito le squalifiche di alcuni elementi fondamentali, come Kessie con la Lazio o Theo Hernandez con il Benevento. Proprio il ritorno del terzino sinistro francese questa sera rappresenta l’unica inversione di tendenza rispetto al numero stabile di indisponibili. Il numero 19, con 4 gol, è il terzo marcatore del Milan in campionato dopo Ibrahimovic e Kessie, a pari merito con Leao. Ed è stato decisivo nell’ultima sfida con una grande: la vittoria per 3-2 contro la Lazio prima di Natale. Il terzino sinistro è diventato una delle fonti di gioco principali del Milan. Pioli può consolarsi vedendo che in campo ci saranno tre dei quattro marcatori della vittoria per 4-2 con la Juventus a luglio a San Siro: Kessie, Rebic e Leao. Un motivo in più per avere fiducia nonostante gli indisponibili. Un altro mattoncino per alimentare l’autostima del gruppo dopo la serie di test passati nelle scorse settimane. E un’altra prova valida anche per l’immediato futuro visto che, Tonali a parte sicuro di tornare dopo il turno di squalifica, difficilmente qualche infortunato recupererà per l’impegno successivo, in programma sabato sera a San Siro con il Torino.
Di sicuro, per la sfida con i granata, non ce la faranno Gabbia, Bennacer e Saelemaekers. C’è invece qualche possibilità per Ibrahimovic. Ma si tratta di una percentuale ridotta, legata al solito discorso: lo svedese scalpita per giocare. Ma lo staff medico predica prudenza per evitare di forzare i tempi. Al Milan quindi non resta che affrontare questa ennesima tappa di un’emergenza che ormai è diventata quasi la normalità. Pioli ha dovuto inventarsi tante soluzioni. Emblematica la necessità di trasformare nelle scorse settimane Pierre Kalulu difensore centrale, vista la contemporanea assenza di Kjaer e Gabbia. Il giovane francese ha risposto benissimo nel nuovo ruolo, incarnando alla perfezione la dote collettiva di questo gruppo che si esalta nelle difficoltà e continua a difendere il primato superando gli ostacoli.
Non ne bastava uno, ieri il secondo, mentre questa mattina sarà noto l’esito dell’ultimo giro di tamponi effettuati nel gruppo di Andrea Pirlo. La Juventus torna a fare i conti con il Coronavirus e dopo la positività riscontrata lunedì pomeriggio ad Alex Sandro, ecco il bis, tale da “sfasciare” il gruppo e privarlo di due terzini in un colpo solo. Lo stesso destino del brasiliano è toccato a Juan Cuadrado che questa sera a San Siro sarebbe rientrato dalla squalifica post Fiorentina. La notizia della positività del colombiano è piombata d’improvviso sulla squadra che si stava accingendo a effettuare le prove tattiche anti Milan. A quel punto Pirlo s’è adeguato alla situazione e le prove di formazione sono rimaste lì, sul piatto, come un’idea non testata sul campo. E così la Juve, che già era in bolla al J Hotel (non è la prima volta: era successo ai primi di ottobre per le positività di due membri dello staff, non calciatori né elementi dello staff tecnico o medico), s’è ulteriormente isolata.
A differenza di Alex Sandro, alle prese con la comparsa di leggeri sintomi che lunedì avevano reso necessario il ricorso al tampone poi risultato positivo, Cuadrado è asintomatico. Secondo quanto stabilito dal protocollo federale condiviso anche dal club bianconero, il brasiliano potrà rientrare non prima che siano passati 10 giorni dalla manifestazione dei sintomi e in seguito alla negatività di un test molecolare effettuato dopo che siano trascorsi almeno tre giorni senza sintomi; al colombiano basterà attendere 10 giorni dalla comparsa della positività per tornare, anche nel suo caso con tampone negativo. Intanto ieri sera la Juve si è sottoposta di nuovo al test e i risultati saranno noti stamattina. Soltanto allora Pirlo diramerà l’elenco dei convocati che saliranno a bordo del pullman diretto a Milano. E un ultimo giro di tamponi rapidi sarà effettuato nel primo pomeriggio per preservare la salute di tutti.
Dalla Continassa filtra la stessa posizione di sempre: ci si attiene al protocollo in vigore, si parte e si gioca. Risolto anche il giallo relativo alla possibilità che la trasferta odierna fosse in forse perché l’Asl di Torino – evidentemente informata dalla Juve in merito alle due positività – in presenza di un focolaio incontrollato avrebbe potuto bloccare il viaggio dei campioni d’Italia. Lo spiega Roberto Testi, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl locale: «L’Asl interviene solo nel caso in cui emerga un focolaio che costituisca un problema di sanità pubblica. Ma qui siamo lontani anni luce da una situazione simile: ci sono alcuni casi di positività al Covid, ma non cambierebbe nulla anche se oggi ne emergessero altri 7-8 isolati. Diversa sarebbe la situazione se in un gruppo squadra ci fossero 3-4 casi di positività al giorno e per 4-5 giorni di seguito: a quel punto, in collaborazione con lo staff medico bianconero, l’Asl prenderebbe provvedimenti e isolerebbe i soggetti coinvolti in una struttura idonea. Ma è un’ipotesi lontanissima, in questo senso il protocollo è molto chiaro».
Cuadrado è il settimo calciatore juventino positivo al Covid. Il primo fu Daniele Rugani l’11 marzo, il 17 fu il turno di Blaise Matuidi, quattro giorni dopo toccò a Paulo Dybala, quindi ecco i due casi di ottobre che riguardarono Cristiano Ronaldo (positivo il 13 quand’era in Nazionale) e Weston McKennie (stoppato il 14 e che si sarebbe negativizzato appena 9 giorni dopo). Alex Sandro ha giocato 85 minuti allo Stadium contro l’Udinese ed è indubbiamente entrato in contatto con compagni di squadra e avversari. Cuadrado domenica sera non era in campo e dopo lo stop natalizio è tornato al lavoro lunedì 28 dicembre alla Continassa. Oggi a San Siro mancherà pure Alvaro Morata alle prese con il risentimento alla coscia destra che già gli ha fatto saltare i friulani. Ma non c’è un focolaio del virus ed è questa la notizia più importante.
Stefano Pioli non farà stravolgimenti tattici per sopperire all’assenza in contemporanea di Ismael Bennacer (che sta continuando a lavorare a parte) e Sandro Tonali (appiedato per un turno dal giudice sportivo) e proseguirà con il collaudato 4-2-3-1 con la coppia di mediani che sarà formata dall’intoccabile Franck Kessie e da Rade Krunic. Il bosniaco è stato spesso criticato quando ha giocato in quella posizione, ma il suo allenatore si aspetta una grande prova da parte sua in una partita che richiederà un alto tasso di concentrazione e una percentuale di errori da ridurre al minimo. Rispetto a Benevento, per dare maggior equilibrio alla corsia di destra, tornerà titolare Samu Castillejo che insieme a Calhanoglu e Rebic andrà a comporre il terzetto di trequartisti che agiranno alle spalle di Rafael Leao. Il portoghese ed il croato, così come Kessie, sono tre dei quattro giocatori che lo scorso 7 luglio ribaltarono lo 0-2 firmato Rabiot-Ronaldo per il 4-2 finale. Il primo gol lo segnò Ibrahimovic su rigore, ma lo svedese non sarà della gara. In difesa tornerà Theo Hernandez sulla sinistra dopo aver scontato un turno di squalifica con il resto del pacchetto arretrato che sarà formato, come da consuetudine, da Calabria, Kjaer e Romagnoli mentre tra i pali ci sarà Gigio Donnarumma
La Juventus prova ad andare oltre l’assenza di Alex Sandro e Juan Cuadrado, l’uomo assist per eccellenza (8), e aspetta che gli ultimi tamponi siano processati prima di focalizzarsi totalmente sulla supersfida scudetto contro il Milan. Pirlo si affiderà agli usati sicuri e a chi, magari, ha accumulato talmente tante aspettative tra panchina e infermeria da poterle “sfogare” sul campo. Come Demiral che, al netto del ballottaggio con Frabotta (se gioca quest’ultimo, Danilo si piazza a destra, ma è solo un’ipotesi), tornerebbe titolare dopo Juve-Dynamo Kiev del 2 dicembre collezionando così la decima presenza stagionale, l’ottava dall’inizio. Pirlo, prima dello stop di Cuadrado, aveva in mente di dirottare il brasiliano a sinistra; in assenza del colombiano, il tecnico dovrebbe affidarsi alla soluzione dei tre centrali difensivi (Demiral incluso), Danilo con licenza di avanzare, Ramsey a supporto degli attaccanti e Chiesa uomo di fascia destra.
A proposito dell’attacco: ha avuto la febbre e contro l’Udinese ha giocato dopo aver preso antibiotici per poter essere disponibile, ma Dybala in vista di San Siro non vuole perdersi nulla. Contro il Milan e a casa del Milan l’argentino non ha mai fatto gol indossando la maglia della Juve, a differenza di Cristiano Ronaldo che ne ha già segnati tre. Rispetto a domenica sera potrebbe restare inalterata anche la coppia di centrocampisti centrali: Bentancur e McKennie danno garanzie, ma Arthur e Rabiot (unico diffidato tra i campioni d’Italia) sarebbero comunque pronti all’uso.
Una coppia di centrocampo inedita dal primo minuto in questo campionato. Il Milan la proverà domani sera per la prima volta contro la Juventus, a causa di assenze e squalifiche. Saranno Franck Kessie e Rade Krunic a giocare davanti alla difesa nel 4-2-3-1 contro i bianconeri a San Siro. Non era mai successo nelle precedenti 15 giornate. Krunic è stato schierato dal primo minuto solo in due occasioni: contro lo Spezia e contro la Lazio, sempre in casa. In entrambe le occasioni il suo compagno di reparto è stato Sandro Tonali. Contro la neopromossa ligure era stata una scelta legata al turnover, visto che il Milan era reduce dall’infinito playoff con il Rio Ave concluso ai calci di rigore tre giorni prima in Portogallo. Una maratona che ha suggerito a Pioli di far riposare la coppia titolare formata da Kessie e Ismael Bennacer.
Con la squadra biancoceleste, invece, la scelta è stata obbligata, alla luce della squalifica di Kessie e dell’infortunio di Bennacer. Domani sarà il problema fisico non ancora risolto di Bennacer, oltre alla squalifica di Tonali, a spingere verso il varo dall’inizio della coppia inedita mai vista in questo campionato. Kessie e Krunic, però, hanno avuto modo di migliorare il loro affiatamento nelle ultime gare. A Reggio Emilia con il Sassuolo hanno giocato insieme tutto il secondo tempo, perché Pioli ha sostituito nell’intervallo Tonali con il bosniaco. E domenica a Benevento la permanenza in campo è stata ancora più lunga: Krunic è entrato al posto di Brahim Diaz al 36’ del primo tempo dopo l’espulsione di Tonali che ha obbligato Pioli a introdurre immediati correttivi tattici. Il duo quindi è inedito dall’inizio di una partita di campionato, ma è stato ben rodato nelle ultime settimane, con l’esito favorevole di due vittorie. Sarà un banco di prova importante per Krunic che non ha ancora pienamente convinto da quando è arrivato al Milan. Dovrà farlo in una delle serate più importanti, un ulteriore test scudetto contro la Juventus vincitrice degli ultimi nove campionati.
In ogni caso il club rossonero ha già deciso di non privarsi dell’ex giocatore dell’Empoli durante il mercato di gennaio. Krunic piace a Genoa e Torino che hanno tentato qualche sondaggio negli ultimi giorni. Ma una sua eventuale cessione amplierebbe il numero delle falle da turare a centrocampo nel Milan: due anziché una sola, come è nei piani della società in questa sessione di riparazione. Meglio non allargare l’elenco delle necessitò in un momento di estrema difficoltà economica. Per Krunic la partita con la Juventus rappresenta un’opportunità per scalare posizioni nelle gerarchie di Pioli, nelle quali finora è stato in vantaggio Tonali, come prima alternativa a Kessie e Bennacer.
Ma finora il mediano lombardo ha deluso, a prescindere dall’espulsione di domenica, che è apparsa severa. Sarà ancora una volta Kessie a reggere il peso del centrocampo. Ormai l’ivoriano (in gol nel 4-2 alla Juventus del 7 luglio scorso) ha innestato il pilota automatico con un rendimento di totale affidamento. Tutti, dopo anni di giudizi poco generosi nei suoi confronti, si sono resi conto che Kessie è l’architrave del gioco rossonero.
Pioli può festeggiare il rientro di Theo Hernandez, squalificato per la trasferta di Benevento. La formazione titolare è delineata con Donnarumma in porta; Calabria, Kjaer, Romagnoli ed Hernandez in difesa; come detto, Kessie e Krunic in mezzo al campo; Calhanoglu e Rebic alle spalle di Leao. Resta un unico ballottaggio, tra Brahim Diaz e Castillejo per la posizione di esterno destro offensivo. A Benevento è stato preferito l’ex Real Madrid, rispetto al connazionale. Insieme a Bennacer, sono ancora fermi ai box Gabbia, Saelemaekers e Ibrahimovic.
Testa alta, niente calcoli e un’idea ben chiara in testa: provare a vincere. La Juve è la Juve, la rosa ricchissima e i nove scudetti consecutivi sono lì a ricordarlo, ma Stefano Pioli e il suo giovane Milan non hanno alcuna intenzione di mollare quel primo posto in classifica che non sarà l’obiettivo richiesto da Elliott per fine anno ma che occupano meritatamente dal primo giorno. L’Inter dietro spinge di brutto e aspetta soltanto il primo passo falso dei concittadini per piazzare il sorpasso, il testa a testa si gioca sui dettagli, vietato quindi per i piccoli diavoli scendere in campo con un piano diverso da quello solito : niente strategie conservative, avanti con lo stesso spirito e la stessa filosofia che ha consentito loro di arrivare fin lassù. Coraggio ed entusiasmo, lo slogan rossonero è sempre lo stesso.
Non c’è poi molto da stupirsi: è ormai evidente che la vera forza di questa squadra sta proprio nella mentalità, nel non porsi limiti e nell’affrontare ogni partita con la sfacciataggine della gioventù. Un concetto che ha spiegato bene Pioli: «Siamo sulla strada giusta e non dobbiamo cambiarla, approcciare la gara pensando di farti andar bene un pareggio è il modo migliore per perdere. Cercheremo quindi come al solito di fare la partita, sapremo di dover soffrire ma l’abbiamo preparata per vincere». L’emergenza in casa Milan non fa più notizia: stasera mancheranno Ibrahimovic, Bennacer, Gabbia e Saelemaekers infortunati più Tonali squalificato. Mezza squadra, come al solito. E come al solito, niente paura: fin qui, chi è entrato si è sempre dimostrato all’altezza del titolare. La mediana sarà sperimentale, manca un regista di ruolo, quindi Kessie sarà affiancato dal soldatino Krunic. La buona notizia è il rientro di Theo Hernandez dopo la squalifica. La sua presenza è fondamentale perché è diventato ormai molto più di un terzino. Fa tutto: difende, imposta, segna. Arrivato nell’estate del 2019, la sua crescita è stata esponenziale e oggi il marsigliese è uno dei volti di punta del progetto giovani di Elliott. E della sua efficacia.
Come Theo, anche Rafa Leao è uno dei simboli del nuovo corso rossonero. Il talentino portoghese, costato 24 milioni ma ancora in attesa di fare il definitivo salto di qualità, è uno dei grandi attesi della gara di stasera. Il gol lampo al Sassuolo e la magia in pallonetto di Benevento sono segnali incoraggianti, ma per cancellare il ricordo delle troppe prestazioni altalenanti e svagate serve una grande notte, una prova decisiva in una partita chiave come quella di San Siro. Di fronte avrà il suo idolo, il connazionale Cristiano Ronaldo, 14 anni e una trentina di trofei in più. Almeno a parole il ragazzino ha dimostrato di non temere il confronto col fuoriclasse di Madeira: «Vogliamo vincere e vogliamo restare primi» ha detto forte e chiaro dopo la vittoria di domenica. Nel 4-2 dello scorso 7 luglio, fu proprio Rafa a segnare il terzo gol, quello che completò la clamorosa rimonta dallo 0-2. «Sì, quella partita ci deve ricordare che non è mai finita e che si può battere chiunque» ha ribadito ieri Pioli, il quale ha però aggiunto che stasera «non sarà decisiva perché il campionato è come una maratona». Verissimo: sarà una corsa lunga, combattuta, difficile. Ma il Milan ha già dimostrato di avere testa, gambe e fiato per arrivare fino in fondo.
L’esultanza dopo il golaço al Benevento rivolta a favore di telecamera (in cui batteva la mano sul polso), non era un appello a Fernando Santos, ct della Nazionale portoghese che non lo ha ancora fatto esordire tra i grandi, ma un messaggio al popolo tifoso: «È arrivato il tempo del Mlan, il nostro tempo». Rafael Leao corre veloce e ultimamente non riesce proprio a segnare gol banali: prima del pallonetto a Montipò (che ha ricordato un gol di Christian Vieri ai tempi dell’Atletico Madrid contro il Paok Salonicco, anche se quello di un grado di difficoltà ancora maggiore perché il centravanti era praticamente sulla linea di fondo), aveva stracciato il record di Paolino Poggi segnando al Sassuolo dopo 6”76 dal calcio d’inizio. Zlatan Ibrahimovic, autore pure lui in carriera di tantissimi gol iconici, sarà fiero di uno dei suoi allievi promettenti. Perché Leao – su cui per primo prese la targa Piero Ausilio, ds dell’Inter, ma non c’erano risorse per prendere pure lui oltre a Lukaku – nonostante sia ancora “verde” e in partita – a volte – dimostri tutti i suoi 21 anni (troppe le pause in cui tende a eclissarsi dal gioco), possiede numeri da fuoriclasse vero. Tra l’altro, il dna è quello del settore giovanile dello Sporting dove – ai tempi – si sosteneva che prima di Rafa c’era stato soltanto un giocatore tanto forte, ovvero (non potrebbe essere altrimenti) Cristiano Ronaldo. Che, ovviamente, è l’idolo di Leao: «Perché è portoghese come me e ha lavorato molto per raggiungere i traguardi che ha raggiunto oggi – disse Rafa qualche tempo fa – Cristiano è un idolo e un esempio per tutti noi. Mi piace in tutto: per la velocità, il modo in cui riesce a finalizzare l’azione e per la determinazione e la ferocia con cui insegue la vittoria». Il sogno, ancora rimasto tale, è quello di giocarci insieme in Nazionale. Leao finora è stato convocato soltanto dalla Under 21 anche perché, negli ultimi tempi, dalla cintola in su il Portogallo (Nazione storicamente avara di talenti in attacco) è messo piuttosto bene. Certo è che le ultime partite giocate al Milan non possono che aver fatto drizzare le antenne a Fernando Santos che, in altri tempi, forse domani sera si sarebbe presentato a San Siro per gustarsi questo strano derby in salsa portoghese che vedrà proprio Leao protagonista per effetto dell’infortunio di Ibra. Un’esplosione, quella del giovane Rafa, merito soprattutto di Stefano Pioli che non ha impiegato molto tempo per capire di avere un diamante da sgrezzare in squadra anche se, soprattutto nei primi mesi, ha messo pure l’indice su alcuni atteggiamenti che non gli andavano giù. Acqua passata: «Rafa ha delle potenzialità enormi, lo sta dimostrando con continuità – ha sottolineato l’allenatore dopo la gemma di Benevento – il nostro è un gruppo giovane ma pretendo ugualmente molto da Leao e da tutti gli altri». Oggi l’investimento fatto per strapparlo al Lille nell’estate 2019 è già ampiamente ripagato: il portoghese vale infatti almeno 40-45 milioni ma il Milan non ha alcuna intenzione di privarsene come prova il niet all’abboccamento nell’ultima sessione di mercato da parte del Wolverhampton che lo avrebbe voluto come sostituto di Diogo Jota.
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