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Un ulteriore banco di prova per il Benevento. Per dare continuità alle prestazioni di una squadra che non smette di stupire. E che pure contro l’Atalanta «venderà cara la pelle, siamo fiduciosi – garantisce Pippo Inzaghi -, giochiamo contro un avversario straordinario, comunque credo che faremo ancora bella figura». L’avversario di giornata induce il tecnico a ricordi gradevolissimi. Con la maglia nerazzurra, il primo giugno 1997, a soli 23 anni, si laureò capocannoniere in serie A, rintuzzando con una doppietta l’assalto di Montella. «L’Atalanta rimane sempre nel mio cuore, fu un’annata strepitosa, compagni eccezionali, altrettanto Mondonico, allenatore che mi ha dato tanto, il presidente Ivan Ruggieri, che mi volle a tutti i costi. Sono stato lì poco tempo fa, ringrazio l’Atalanta, Gasperini, il presidente Percassi e il direttore sportivo mi hanno fatto sentire a casa, sarà una bella sfida, a questi colori mi legherà sempre un legame indissolubile».
Oggi, però, le studierà tutte per centrare un’altra grande impresa. Anche se l’infermeria richiederebbe un vigile per sbrogliare il perdurante affollamento. Oltre a Letizia, assenza che il Benevento potrebbe tamponare con l’acquisto dello statunitense Bryan Reynolds, la difesa accusa l’assenza di Tuia, il match winner di Cagliari, dove ha accusato un risentimento all’adduttore. Defezioni da sommare, peraltro, a quella del lungodegente Caldirola: a destra, dovrebbe operare ancora Improta, «la fortuna di ogni allenatore», lo considera Super Pippo visto che sa tappare ogni falla. Accanto a Glick si accentrerà Barba, sull’out mancino il rientro di Foulon.
Per il resto, invariato il centrocampo, mentre a supportare Lapadula dovrebbe tornare Caprari a far coppia con Insigne, con Sau pronto a dire la sua. Iago Falque e Viola saranno arruolabili a partire dalla trasferta a Crotone. «Di sicuro saremo in undici, non ci lamentiamo – dice Inzaghi -, abbiamo avuto tanti problemi in questo scorcio di torneo, ma finora non ci hanno condizionato, nessuna assenza ci ha penalizzato poiché la squadra è stata fantastica. Certo, contro una squadra che lo scorso anno ha disputato la semifinale di Champions e che pure quest’anno sta disputando tale competizione, mi sarebbe piaciuto giocarmela al completo. Ad ogni modo, abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti». La società bergamasca, non è un mistero, è considerata un modello. Il Benevento sogna di diventare “l’Atalanta del Sud”. «Ci vorrà tempo, loro sono cresciuti in maniera esponenziale ma negli anni. Il Benevento possiede caratteristiche per avvicinarsi all’Atalanta, soprattutto la stessa passione e voglia di fare dei due presidenti, oltre che due bravissimi direttori sportivi».
C omplimenti al Benevento e al tecnico Inzaghi, la voglia di continuare con la striscia positiva in corso e la consapevolezza che tutte le big stanno girando al massimo e che sarà una corsa a eliminazione per entrare di nuovo in Europa. Alla vigilia della partenza verso la Campania, il tecnico nerazzurro Gasperini ha parlato, esprimendo concetti molto chiari. «Il Benevento – ha detto l’allenatore – sta facendo un campionato importante come tante altre squadre, basta guardare i risultati dell’ultimo turno. I prossimi avversari sono veloci, corrono e ribaltano subito le azioni. Fanno spesso gol, sia sulle palle inattive sia con altre giocate. Difficilmente una neopromossa parte così bene, dovremo essere pronti e sarà una gara difficile, da giocare bene».
La squadra di Inzaghi vince di più in trasferta che in casa, ma Gasperini non crede troppo a questo trend. «Quest’anno il fattore campo incide davvero poco. A volte dipende anche dal calendario e da chi affronti. Non essendoci pubblico, è tutto molto diverso. Rimane il fatto che hanno vinto 6 partite, sono tante a questo punto della stagione. Il campionato è equilibrato, sia in fondo sia davanti». Il buonissimo lavoro che sta facendo Pippo Inzaghi non stupisce affatto Gasperini. «Due anni fa è venuto a trovarci a Zingonia, ha una passione incredibile e chi lo conosceva bene non pensava diventasse allenatore. Lui ha il calcio nella testa, è partito dal Milan e poi è sceso in altre piazze dove comunque ha fatto molto bene».
Tornando all’Atalanta, le ultime due vittorie, larghe e convincenti, hanno confermato la striscia positiva che i nerazzurri stanno vivendo e, secondo il tecnico dei bergamaschi, il segreto è tener duro il più a lungo possibile. «Siamo in una buona striscia, ma è un campionato ad eliminazione. Tutte le squadre metropolitane sono dentro, nessuna ha toppato come successo in altri anni. Assomiglia molto al torneo di due anni fa quando, a un certo punto, c’era un gruppone e poi l’abbiamo spuntata. È un campionato raccolto, siamo distanti dalla vetta ma dentro al gruppo che vale l’Europa League e la Champions. La prima cosa da fare adesso è cercare di lasciare un po’ indietro chi insegue. A lungo resteremo in tante squadre in pochi punti, chi fa una serie di vittorie magari scavalca qualche avversaria: noi speriamo di stare lì il più a lungo possibile. A primavera parte la volata, l’obiettivo è restare dentro al gruppone».
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