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La cruda verità è in coda: verso la fine della conferenza stampa di presentazione di Torino-Spezia il tecnico granata Marco Giampaolo presenta il conto di un inizio di stagione poverissimo di risultati positivi (arrivati invece di recente, visto che prima del preoccupante ko di Milano, brutto in particolare per come il Toro non ha giocato il primo tempo, c’era stata una serie di tre pareggi e un successo). «I bonus sono finiti – la sentenza del tecnico -: ce li siamo giocati tutti».
Un discorso che vale per tutti, dai giocatori all’allenatore per arrivare, non ultimo, alla società: un paio di elementi della rosa sono già fuoriusciti (Millico al Frosinone, Meité al Milan), altri li seguiranno, mentre chi invece vorrebbe radicare la propria posizione all’interno del Torino è lo stesso Giampaolo. Uomo d’esperienza che sa bene come l’attuale terz’ultimo posto in classifica (e passi l’eliminazione dalla Coppa Italia), non può che mantenerne in bilico il ruolo. Da rinforzare innanzitutto con un successo contro lo Spezia, onde aumentare quell’autostima che è variabile assai importante, per preparare i successivi incroci contro Benevento (al Vigorito) e Fiorentina (in casa).
Nella comprensibile logica di muovere un passo per volta, ciò che conta in questo momento è unicamente la sfida ai liguri, in calendario nel tardo pomeriggio di oggi (fischio d’inizio alle ore 18). C’è quasi un pizzico di invidia, nel giudizio di Giampaolo, il quale nella squadra spezzina verifica quelle condizioni fin qui non soddisfatte, nel suo Toro. Che spesso ha giocato bene, ma che quasi mai si è proposto con opportuna leggerezza.
A differenza dei liguri che, al primo anno di Serie A nella loro storia, sono portati in palmo di mano dall’ambiente: «Lo Spezia gioca a calcio da squadra e con leggerezza, penso anche si divertano, in campo – il giudizio dell’allenatore abruzzese -. Non ci resta che preparaci al meglio, consapevoli della grande importanza che riveste questa gara». Dovesse realizzare il colpaccio, Italiano volerebbe infatti a +8, sul collega. Che così procede, nell’analisi pre partita: «Il primo obiettivo dopo la Coppa Italia è stato il recupero psicofisico dei giocatori, al quale si è ovviamente dovuto aggiungere il lavoro tecnico-tattico».
Una variabile del gioco non è minimamente tenuta in considerazione da Giampaolo: «Se qualcuno è sfiorato dall’idea di scendere in campo con l’ansia è bene cambi mestiere. Il calcio è un divertimento serio, e dentro questa definizione c’è un po’ tutto quanto intendo: non esiste paura, non è contemplabile il braccino corto. Bisogna essere positivi, rischiare qualcosa: se guardiamo sempre indietro, a quanto non è funzionato in precedenza, siamo morti. Pensiamo alla prossima gara con fiducia, consapevoli che pur reduci da una serie di impegni ravvicinati arriviamo bene, alla partita contro lo Spezia.
Se penso di cambiare modulo? Ma non è un problema di sistema, ciò che conta è la mentalità, la voglia di dominare l’avversario, la brillntezza sotto il punto di vista fisico, tecnico e tattico. I numeri contano perché il modulo va adattato ai giocatori, per il resto la storia ha dimostrato che si può vincere con qualsiasi sistema. A me interessano le motivazioni, la qualità, l’approccio. Questo è il punto».
A Milano in Coppa Italia è stato inizialmente tenuto in panchina Belotti, inserito al posto di Zaza a un paio di minuti dal 90’: «Sì, ha recuperato energie. Detto questo è importante anche gestirsi all’interno della gara. Penso a Segre: martedì sera dopo due allunghi ne ha fatto un terzo in debito d’ossigeno. Ecco, quelli sono i momenti nei quali andare in controllo appoggiando palla a un compagno. Vale per Segre, per Belotti, per tutti.
Aggiungo che da recuperare, dopo una tale sequenza di prove, sono le energie mentali: l’aspetto atletico è consequenziale alla pulizia della testa». L’appunto mosso a Segre non sposta il positivo giudizio complessivo, sul centrocampista: «Al posto di Rincon che è squalificato gioca lui, in posizione di play – dà notizia Giampaolo -: mi spiace non aver concesso minuti a Baselli in Coppa, ma le condizioni che si sono determinate non me lo hanno consentito, visto che l’affaticamento muscolare che ha bloccato Zaza mi ha obbligato a far entrare Belotti. Avrei potuto verificarlo, visto che fin qui non ne ho avuto modo, ma sono convinto che Segre possa fare bene: è un ragazzo generoso, intelligente e disponibile. T
ornando a Baselli aggiungo che è recuperato e gli allenementi lo certificano, però giocando ogni tre giorni non ho potuto testarlo. In tale frangente se mi serve utilizzarlo per una mezzora lo potrò fare, ma di sicuro non lo impiego dall’inizio, in questo momento».
Dal particolare al generale, così Giampaolo amplia il discorso: «Il mio compito è quello di nascondere i difetti di questa squadra ed esaltarne le qualità. Che ci sono. Purtroppo paghiamo un inizio di stagione non felice, ma con il passare del tempo lo spirito del gruppo è migliorato.
Ora siamo nelle condizioni di offrire buone prestazioni, ma dobbiamo sbagliare poco: i bonus ce li siamo giocati», appunto. «Resto comunque positivo perché verifico la dedizione del gruppo, ciò che serve adesso è la continuità dei risultati: se ne esce soltanto così, o attraverso un filotto di tre partite vinte». Possibile, con Spezia in casa, Benevento in trasferta e ancora Fiorentina al Grande Torino all’orizzonte. Ma un passo per volta, adesso tutta la concentrazione è sullo Spezia: già, i bonus sono finiti e contro la neopromossa i granata non possono concedersi un altro passo falso.
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