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Arthur ha la febbre, Morata ha un’infezione intestinale: sono le tegole sulla testa di Andrea Pirlo alla vigilia della semifinale di ritorno di Coppa Italia. Il brasiliano non dovrebbe finire nella lista dei convocati, lo si rivedrà a Napoli, per l’attaccante spagnolo si spera invece in un recupero, per la panchina, visto che in attacco sarà Kulusevski a fare coppia con Cristiano Ronaldo, come all’andata a San Siro.
Il tecnico ha dato soltanto due indicazioni in conferenza stampa: l’impiego dell’inossidabile Buffon in porta e quello dell’ex Parma in attacco. Sulle altre pedine della formazione che stasera affronterà i nerazzurri il dubbio più grande riguarda la difesa: da una parte c’è la tentazione di riproporre la coppia De Ligt-Demiral, che ha funzionato bene una settimana fa a Milano, dall’altro la possibilità di inserire Chiellini al posto del turco per contenere Lukaku. Nel 4-4-2 bianconeri rientra Cuadrado sulla fascia destra della difesa mentre sull’altra sponda Danilo appare in vantaggio rispetto ad Alex Sandro. Nel mezzo ritorna Bentancur, squalificato contro la Roma, con Rabiot al suo fianco, mentre McKennie e Chiesa, in pole rispetto a Bernardeschi, dovrebbero agire come esterni.
Bonucci sta meglio e riposerà in panchina, dove non dovrebbero invece sedere né Ramsey né Dybala, chei mettono nel mirino la convocazione per Napoli. Stamattina rifinitura alla Continassa, poi Pirlo stilerà la lista dei convocati.
Tentazione Christian Eriksen per Antonio Conte. Senza Vidal squalificato, il tecnico salentino sta pensando di lanciare il centrocampista danese, preferendolo quindi a Gagliardini. L’Inter deve vincere, ha bisogno di segnare almeno due gol e l’ex Tottenham può sicuramente garantire alla squadra maggiori soluzioni per arrivare alla rete: Gagliardini ha tempi di inserimento e colpo di testa, ma Eriksen porta in dote conclusioni dalla distanza, punizione dirette e calci d’angolo buoni per la contraerei composta principalmente da De Vrij, Skriniar, Bastoni e Lukaku. Senza dimenticare le geometrie. Insomma, l’Inter deve puntare a segnare, più che a mantenere il punteggio e quindi Eriksen potrebbe avere un’opportunità ghiotta da sfruttare, giocando da mezzala sinistra insieme a Barella e Brozovic (difficile che invece venga schierato lui da regista, con il croato mezzala, ma è un’ipotesi da non scartare). E in fondo se l’Inter si sta giocando l’accesso alla finale lo deve proprio alla punizione-gol al 97’ del danese contro il Milan nei quarti. L’altro dubbio di formazione riguarda la fascia sinistra con tre opzioni in gioco. Il più difensivo Young, il più offensivo Perisic e l’equilibratore Darmian: la scelta potrebbe cadere su quest’ultimo, visto che a destra Conte ritroverà Hakimi, squalificato nella gara d’andata come Lukaku, al rientro in avanti con Lautaro (Sanchez è il secondo assente per squalifica, dopo Vidal).
Attenzione perché per una volta non basterà “semplicemente” passare il turno, per giocare la finale. Vedere la lista dei diffidati per credere. In casa Juventus c’è praticamente una formazione peraltro composta da titolarisismi: Matthijs de Ligt, Merih Demiral e Alex Sandro in difesa; Federico Chiesa, Rodrigo Bentancur, Arthur Melo e Adrien Rabiot, Federico Bernardeschi a centrocampo; in attacco Cristiano Ronaldo e Alvaro Morata.
Migliore la situazine in casa Inter. O forse peggiore. Nel senso che nella truppa di Antonio Contela la lista dei giocatori in allarme giallo è ferma a quota cinque: Marcelo Brozovic, Christian Eriksen, Andrea Ranocchia, Milan Skriniar, Ashley Young. Epperò nella semifinale d’andata hanno già scontato una giornata di squalifica Romelu Lukaku e Achraf Hakimi, mentre questa sera salteranno il turno Arturo Vidal e Alexis Sanchez.
Il regolamento di Coppa Italia, del resto, è diverso da quello di campionato: se in Serie A si raggiunge la diffida dopo quattro ammonizioni e, al quinto giallo, si viene fermati, nell’altra competizione nazionale la strada verso la squalifica è molto più breve. Scatta al secondo cartellino giallo ricevuto nell’arco della competizione, di conseguenza basta una sola ammonizione per entrare in diffida e rischiare lo stop nel turno successivo. La squalifica è ovviamente automatica in caso di cartellino rosso diretto o per somma di ammonizioni.
Parole di Andrea Pirlo , è chiaro. Ma ricordano fino alle virgole quelle che diceva Antonio Conte quando stava dalla parte bianconera della barricata: «Dovremo giocare da Juventus, come stiamo facendo nelle ultime partite. Ci attende il secondo round di una grande sfida che ci darà la possibilità di andare in finale, un obiettivo che dobbiamo centrare a tutti i costi. Sappiamo che sarà una partita dura e difficile, una battaglia, però ci sentiamo pronti per affrontarla al meglio». Manco a dirlo, poi… «Bisogna partire con l’idea di essere 0-0. Non possiamo rimanere fermi al risultato dell’andata, perché sarebbe pericoloso. È come se fosse una finale, quindi dobbiamo avere l’atteggiamento di una squadra aggressiva che sa quello che vuole. Dobbiamo essere belli concentrati perché è troppo centrare la qualificazione».
Proprio l’aspetto mentale si è rivelato nodale nella svolta di queste ultime settimane e, auspica il tecnico bianconero, potrebbe risultare decisivo questa sera. «Sotto questo punto di vista siamo cresciuti molto. Siamo consapevoli della nostra forza e crediamo in quello che facciamo: questo è un bel punto di partenza. Anche le sconfitte ci hanno aiutato nel nostro percorso di crescita e consapevolezza. Abbiamo grande qualità all’interno di tutto il gruppo. Abbiamo 23 titolari che possono giocare qualsiasi partita e su questo stiamo lavorando».
Contro l’Inter, le insidie saranno parecchie. «E’ una squadra molto organizzata, la conosciamo bene. Conosciamo molto bene Conte e conosciamo il valore dell’organico nerazzurro. Hanno recuperato sia Lukaku sia Hakimi, che sono due elementi fondamentali per il loro sviluppo di gioco. Dovremo stare molto attenti soprattutto a questo».
Qualche indizio sulla formazioni arriva, anche se Pirlo non si sbottona più di tanto: «Stiamo bene, ma è naturale che ci sia un po’ di stanchezza sia fisica sia mentale. Però la sapevamo già all’inizio che questa stagione sarebbe stata lunga e faticosa. Adesso siamo in mezzo a un ciclo di partite importanti e ravvicinate dunque dobbiamo recuperare il più possibile e cercare di dare il meglio. Dobbiamo fare i conti con qualche acciacco, che però stiamo valutando di giorno in giorno. Contro l’Inter di sicuro tornerà Buffon in porta, poi posso dire che Kulusevski giocherà dal primo minuto».
Il leone stasera uscirà (finalmente) dallo Skybox. D’accordo, martedì scorso, nella sfida di andata con la Juve, Antonio Conte era regolarmente in panchina, in quanto la squalifica presa a Udine (due giornate) per la lite con l’arbitro Maresca valeva soltanto in campionato. Però, l’immagine dell’allenatore che strappa l’auricolare al fratello Gianluca per urlare gli ordini da impartire alla squadra, rimarrà icona della stagione interista. E stasera, vista l’importanza della partita, chi gli scorrazzerà davanti dovrà munirsi di buoni tappi per evitare di essere assordato dalle sue urla. Anche perché l’Antonio arriva bello carico all’appuntamento: «Noi dobbiamo andare a giocarci la partita con voglia, determinazione e quello che abbiamo mostrato nelle due gare precedenti con la Juve.
Dovremo essere ancora più bravi, far tesoro dell’ultima partita e cercare di essere perfetti perchè per battere la Juve bisogna fare una partita che rasenti la perfezione», ha spiegato ai microfoni di Rai e Inter Tv. La perfezione va inseguita anche per una nobile ragione: «I ragazzi sanno che chi indossa questa maglia ha l’obbligo principale, a prescindere dalla vittoria, di rendere orgogliosi i tifosi. Questa deve essere sempre la nostra missione». Regalare loro una finale di Coppa Italia che manca da dieci anni battendo la Juve a Torino, in tal senso, sarebbe una soddisfazione impagabile. «All’andata la differenza l’hanno fatta due regali concessi alla Juve e una squadra forte come la loro non ha bisogno di aiuti dall’avversario, ora cercheremo di fare tesoro degli sbagli commessi per non ripeterli a Torino. Se sarà un esame di maturità? Mi aspetto di vedere quello che i giocatori mi fanno sempre vedere. La voglia di fare la partita, di giocare, di attaccare, di costruire occasioni, di fare gol. Questo mi aspetto. Per fortuna finora i calciatori non hanno mai disatteso questa mia aspettativa». La ricetta per tentare il golpe, è semplice, quasi banale: «Fare in campo quanto abbiamo preparato e sapere che i margini di errore saranno pochissimi. È comunque importante per una squadra come l’Inter arrivare a giocare gare così. Quando si arriva a una semifinale o una finale, significa che è stato fatto un percorso importante che ti ha portato poi a giocare questo tipo di gare».
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