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Non è stata una settimana facile per Simone Inzaghi e la sua Lazio. Un po’ come un ritorno al passato recente e ai tamponi alterni, il Covid, i problemi di formazione e le parole ripetute come un mantra «siamo abituati a essere in emergenza». Per giunta, come 4 mesi fa, un dejavu. Ancora una volta alla vigilia della Samp prima di una grande sfida di Champions. Allora, il 17 ottobre scorso, i blucerchiati anticipavano l’esordio nella grande coppa dopo 10 anni di assenza.
Stavolta la squadra di Claudio Ranieri piomba sui biancocelesti tre giorni prima dell’andata degli ottavi di finale di Champions che alla Lazio mancavano da 20 anni. E come allora, anche oggi Simone Inzaghi si trova con la rosa dei titolari contata. Con un Lulic in più ma un Radu in meno, oltre all’assenza di Hoedt e Lazzari per squalifica e un Lucas Leiva a mezzo servizio ma comunque favorito per partire dall’inizio.
Questa sarebbe stata la presentazione classica, parlando della necessità di un ritorno alla vittoria dopo la sconfitta di Milano contro l’Inter che ha interrotto la striscia di 6 vittorie e il tecnico comunque ne parla. Sarebbe, usiamo il condizionale. Perché nel frattempo, in settimana, a minare la serenità dei biancocelesti è arrivato un deferimento pesantissimo per presunta violazione dei protocolli anti-Covid che rende la percezione del futuro incerta così come l’attuale classifica che rischia di subire mutamenti al ribasso dopo le richieste del pm federale al prossimo processo che comunque non andrà in scena prima di marzo.
Inzaghi ha fatto quadrato attorno alla squadra, proteggendola e chiedendo a tutti di pensare all’oggi, al presente più spicciolo che si chiama campo. E per la Lazio si chiama Samp. È anche per questo, probabilmente, che stavolta si è scelto di far parlare il tecnico alla vigilia solo al canale ufficiale, senza contraddittorio o domande che potessero minare l’equilibrio del gruppo.
Tutto il resto sarà commentato da Inzaghi stasera dopo i 90’ contro i blucerchiati dove alla sua Lazio si chiede subito di riprendere i giri: «Con così tante defezioni penso che fare turnover sia difficile. Siamo contenti di affrontare martedì la miglior squadra al mondo, ma il mio pensiero va alla Sampdoria»: ammette Inzaghi a Lazio Style Channel. «Abbiamo defezioni ma ci siamo abituati in questi anni – ha proseguito -. Cercheremo di fare necessità virtù: c’è Musacchio, c’è Parolo che in quel ruolo ci ha giocato parecchie volte. È un’annata in cui in difesa siamo spesso in emergenza. Conterà la voglia e l’aggressività che i ragazzi metteranno in campo. Sarà una partita molto complicata, contro un avversario in salute, con un allenatore tra i più bravi in circolazione e di grandissima esperienza e che farà di tutto per crearci problemi come all’andata.
Forse alla Sampdoria non basterà neppure la benedizione di Papa Francesco per vincere oggi a Roma contro la Lazio (ultimo successo 16 anni fa) ma di sicuro i blucerchiati hanno vissuto una vigilia emozionante. «Tutto si fa in squadra. Le vittorie più belle sono quelle raggiunte in squadra. Da noi in Argentina quando vediamo un calciatore che gioca per se stesso diciamo che si mangia il pallone. Perché prende il pallone per se stesso e non guarda gli altri. E poi non bisogna mai perdere la vocazione dello sport amatoriale.
E’ importante che resti sempre questo spirito»: le parole del pontefice che ieri ha ricevuto la squadra di Claudio Ranieri al gran completo (accompagnata dal patron Ferrero con la moglie Manuela e i figli Rocco e Oscar). La seconda udienza per la Samp gestione Viperetta dopo quella del 2016. «Felicissimi di fare la sua conoscenza così da vicino, sappiamo che lei è un super tifoso del San Lorenzo e dell’Argentina»: dice in Vaticano un emozionato Ranieri mentre il club blucerchiato regala a Papa Francesco una maglia blucerchiata personalizzata e un gagliardetto speciale per l’evento. «Un’occasione più unica che rara.
Veramente un dono immenso. Ha fatto piacere a tutti questa visita. Il Papa ci ha ricordato i valori di quando eravamo bambini, ovvero giocare in modo amatoriale. E’ stato simpaticissimo. Poi ha parlato dello sport di squadra. Se si gioca in undici si raggiungono risultati importanti, se ognuno gioca per sè non si ottiene nulla. Un bel discorso a favore degli allenatori»: il pensiero di Ranieri dopo l’incontro con il pontefice.
Rebus di formazione, come sempre in un momento in cui la Samp ha praticamente tutti i giocatori a disposizione (rientro di Tonelli dopo la squalifica). La Gumina non convocato e ormai sempre più fuori dai giochi ma in attacco c’è grande abbondanza: l’ex Keita dovrebbe essere la certezza, al suo fianco in lotta per una maglia ci sono Quagliarella e Ramirez. Alternativa Gabbiadini dalla panchina: l’attaccante di Calcinate – che non gioca dallo scorso 6 dicembre – potrebbe rivedersi in campo almeno per uno spezzone di gara. Possibile ritorno di Ekdal in mezzo, occhio alle chanche di impiego dall’inizio per Damsgaard ma anche Candreva (altro ex di giornata) chiede spazio, soprattutto dopo l’assist decisivo per il gol di vittoria di Quagliarella sei giorni fa contro la Fiorentina. In termini di modulo, se Ranieri dovesse in qualche modo confermare quanto di buono visto all’andata (3-0 per i blucerchiati), non si dovrebbe andare troppo lontani dal classico 4-4-2, al più 4-4-1-1 se dovesse giocare uno tra Ramirez o Verre al fianco di Keita.
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