Beethoven è morto dopo una settimana di agonia
Beethoven, così si chiamava il labrador, giovedì 18 febbraio ha iniziato a sentirsi male e a vomitare per la prima volta. L’agonia è durata una settimana ed è finita martedì 23 febbraio con la morte di Beethoven a causa di un’emorragia interna. Tutto il dolore dell’uomo ora è in questa lettera e nel suo post di Facebook: “Non mi scrivete solo per dirmi che devo accettare, dimenticare, o peggio lasciare perdere. Beethoven era mio figlio, chi lo ha ucciso, gira indisturbato per Fagnano e dintorni, e continua a fare la sua vita, rovinando la vita ad altri. Mentre chi amava la vita e il suo papà, non c’è più. Quindi ve lo chiedo per favore, non scrivetemi messaggi inutili e stupidi”. Una vita trascorsa insieme tanto che Max Piro rifiuta lavori che lo avrebbero portato troppo lontano da casa e quindi da Beethoven. Non c’era posto in cui andava in cui non lo portava con sé. E durante il periodo di lockdown Beethoven è stato preziosissimo.
Avvelenato da qualcuno che non sa amare
Oggi amore e dolore sono riportate in quella lettere appesa alla porta. “Amavo sempre stare vicino a lui – dice Beethoven per mano di Max Piro -, anche quando viaggiava. Mi accucciavo sul sedile posteriore dell’auto e mi rilassavo, perché con papà mi sentivo sempre al sicuro”. E ancora sui a Fagnano avevo conosciuto tante persone. E tutte mi salutavano e mi regalavano carezze. E io ero felice”. Poi ha iniziato a stare male: “Sono stato avvelenato da qualcuno che non sa amare, ma solo odiare noi cani. Ho sentito il mio papà piangere e disperarsi, ma ormai era troppo tardi. Ora corro felice. Perché so che un giorno rivedrò il mio papà e nessuno più ci dividerà”.
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