Inter – Atalanta dove vedere Streaming Gratis Diretta Live Tv Sky o Dzan (Ore 20:45)

Inter Atalanta IN STREAMING GRATIS: COME VEDERLA

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Come e dove vedere Inter Atalanta in Streaming Gratis

Da quando all’Inter c’è Conte, le sedute dal dentista sono sempre filate via lisce. Un paio di pareggi (per 1-1 nella sfida di un campionato fa a San Siro e all’andata a Bergamo) inframmezzati dallo 0-2 al Gewiss Stadium che, in estate, ha fatto da preludio alla campagna tedesca in Europa League. Quella notte, l’Inter ha fatto vedere di poter alzare l’asticella a un’altezza inarrivabile pure per l’Atalanta e stasera – alla luce delle vittorie della Juve sulla Lazio e del Milan a Verona – la capolista è chiamata a ripetersi, nell’ennesimo snodo decisivo della sua stagione.

Forte di sei vittorie nelle ultime sei giornate con 17 gol fatti e 2 subiti, l’Inter ci arriva benissimo all’appuntamento anche se, tutto intorno alla squadra, regna l’instabilità data da una società che cerca un nuovo padrone oppure un socio che possa dare ossigeno a Suning: «In questo momento tutti quelli che lavorano per l’Inter devono essere molto concentrati sul presente – l’ammonimento di Conte – Non ci dobbiamo far distrarre da altre cose, bisogna essere concentrati e influire sul presente, da qui alla fine.

Quel che accadrà all’esterno non lo so, non posso immaginarlo: è una situazione che ci è caduta addosso ma non deve influire. Noi possiamo influire sul presente e su quello ci dobbiamo concentrare. Capisco anche che si voglia parlare di altro ma per me il futuro sarà da qui alla fine della stagione. Per noi è molto importante dare un segnale di continuità e dimostrare che abbiamo riportato l’Inter dove merita.

Ora serve essere feroci e pensare che il futuro è solo fino a fine campionato». L’Inter si trova sul Poggio e, dovesse battere pure l’Atalanta dopo aver messo in fila sei punti con Lazio e Milan, potrà iniziare a fare qualche calcolo sulla volata scudetto, avendo saldamente in mano la corsa. «Con l’Atalanta vincerà chi riuscirà ad attaccare meglio. Affrontiamo una squadra che crea grandissime problematiche a tutti.

Ormai è una realtà consolidata: hanno consapevolezza, autostima, giocatori forti in campo e in panchina. Però noi dobbiamo essere orgogliosi per aver dato sempre più del 100%. Dall’anno scorso abbiamo fatto più punti di tutti e ora ha un po’ frenato chi stava davanti (la Juve, quasi superfluo sottolinearlo, anche se l’allenatore non la nomina ndr). Le mie squadre giocano sempre per vincere e il passato ha dimostrato che anche quando sono partito da sfavorito con Chelsea e Juventus non mi sono mai nascosto, ma si sa benissimo che il mio obiettivo è quello. Poi ne vince una».

113 anni da festeggiare

Battere l’Atalanta, oltre a permettere all’Inter di festeggiare al meglio il 113° compleanno (domani) aiuterebbe a far sì che “quell’una”, stavolta sia l’Inter, a dieci anni dalla Coppa Italia conquistata da Leonardo nel maggio 2011. Per mantenere le distanze sulle altre servirà solo una vittoria: «Loro ci conoscono e noi conosciamo loro. Per vincerla dovremo essere bravi, resilienti nelle difficoltà e rispondere a loro nella fase di possesso». Già, ci sarà da soffrire. Gli scudetti si conquistano proprio vincendo queste partite. E Conte, all’Inter, lo sa meglio di tutti.

«Tutti i non interisti faranno il tifo per noi? Pensiamo a fare la gara soprattutto per noi stessi. Giochiamo contro la prima in classifica, la squadra che è la maggior candidata a vincere lo Scudetto. È un test importante, vogliamo vedere come giocheremo e cosa riusciremo a combinare.

Fare una gara importante significa anche maturare più fiducia in vista della sfida di Madrid». Gian Piero Gasperini, tecnico dell’Atalanta che tanto bene sta facendo anche in questa stagione, ha parlato ieri alla vigilia della gara di questa sera a San Siro e le sue parole non lasciano spazio a troppi dubbi: la Dea pensa solo ai suoi obiettivi, non a vestire i panni della “riapri-campionato”. L’Inter viene considerata dal tecnico dei bergamaschi la formazione favorita per il successo finale, memore della partita giocata a Bergamo nel mese di novembre Gasperini dimostra comunque grande fiducia.

«All’andata abbiamo fatto una bella gara, nel finale siamo venuti fuori bene e abbiamo pareggiato, potevamo anche vincere. L’Inter ha grandi pregi, sono gare in cui soffri e magari corri rischi ma all’andata penso che il pari sia stato giusto. Come prestazione e personalità dimostrata, a San Siro nel gennaio scorso avevamo fatto molto bene. Ora mancano 13 giornate, nessun risultato darà un esito definitivo ma cercheremo di fare risultato per migliorarci in campionato». Da quando siede sulla panchina dell’Atalanta, a Milano con l’Inter il “Gasp” non ha mai vinto: «Per la legge dei grandi numeri, prima a poi a Milano con l’Inter sarà la volta buona!» ha commentato sarcastico il condottiero orobico. Il dubbio più grande, pensando alla formazione, era legato a chi giocherà in porta ma alla seconda domanda della conferenza stampa mister Gasperini ha tolto ogni dubbio: ci sarà ancora Sportiello. «Contro Samp e Crotone Marco ha fatto due ottime partite, attraversa un ottimo momento e merita di continuare a giocare. Per il ruolo del portiere, se hai due buoni giocatori, puoi sfruttare il momento di uno o dell’altro come capita per altre posizioni di campo. Può benissimo giocare uno per un periodo e l’altro per un altro periodo».

Gosens-Hakimi e Romero-Lukaku sono due dei tanti duelli che appassionano gli osservatori ma Gasperini, in sede di presentazione, ha spostato il tiro. «Sia in difesa che in attacco non ci sono solo duelli individuali, sarà Inter-Atalanta. Chiaro che dentro ci sono prestazioni individuali che pesano ma non possiamo ridurre tutto a incroci personali in una zona del campo. L’Inter ha una grande fase offensiva, noi facciamo gol con tanti giocatori. Sono caratteristiche ormai acquisite».

Chi calerà il poker vincente fra Antonio Conte e Gian Piero Gasperini? Chi saprà pescare le carte migliori e stravolgere la strategia studiata dal rivale? Ecco Inter-Atalanta in quattro duelli chiave.

L’incrocio fra i due pesi massimi era andato in scena anche nella gara d’andata: allora Zapata partiva largo a sinistra nel tridente completato da Malinovskyi e il Papu Gomez. Stasera il colombiano avrà altri partner, ma si troverà davanti ancora una volta il muro slovacco. Skriniar in questa stagione è tornato… Skriniar. Le difficoltà palesate la scorsa stagione nell’adattarsi alla difesa a tre erano sfociate con le panchine nel finale di stagione in favore di Godin. Skriniar si è rimboccato le maniche, ha sfiorato la cessione al Tottenham e si è ripreso il posto, tornando al gol dopo due stagioni all’asciutto e offrendo prestazioni da top player. Zapata – 9 gol e 7 assist – dopo un problemino fisico che l’han condizionato l’ultima settimana, stasera avrà un compito arduo, ma se avrà la meglio…

Il binario destro – o sinistro dell’Atalanta – sarà infuocato. I giardinieri di San Siro non vivranno una notte divertente quando, a fine partita, dovranno sistemare le zolle che calpesteranno Hakimi e Gosens, i due migliori esterni del campionato, sicuramente i due migliori interpreti del ruolo di quinto. E sarà pure una prima volta visto che all’andata Hakimi partì dalla panchina e Gosens era infortunato. Il marocchino – 6 gol e 4 assist – ha saputo superare l’inserimento complicato nel calcio italiano, imponendosi e diventando quell’arma in più che Marotta e Ausilio immaginavano quando misero sul tavolo 40 milioni per strapparlo al Real Madrid. Gosens – 9 reti e 4 assist – si sta confermando ad altissimi livelli dopo l’exploit del ’19-20. Il tedesco si è messo dietro Theo Hernandez, ha fatto benissimo anche in Champions ed è diventato una colonna della Germania. Il duello sarà intenso e diverso: perché Hakimi crea e, negli spazi, va a segno; Gosens (3 gol nelle ultime 3 gare) è più un attaccante aggiunto, abile a tagliare il campo e inserirsi in area sui cross in arrivo dalla fascia opposta. Vincerà chi saprà difendere meglio sull’altro.

Ci saranno sfide chiare sotto l’aspetto dell’uno contro uno e poi ci sarà la classica chiave tattica del match e lì tutto ruoterà intorno a Brozovic e Pessina. Anche in questo caso, sarà un inedito, visto che all’andata c’era il Papu nel tridente e il giovane monzese entrò a metà ripresa. Dalla luna di Brozovic passa molto del destino dell’Inter, ma ora i nerazzurri hanno anche la regia di Eriksen a mischiare le carte, quindi il croato sarà importante per gli equilibri e per come gestirà i movimenti di Pessina. L’atalantino, invece, si dividerà fra gli inserimenti e il pressing su Brozovic. Col suo impiego è cambiato il gioco dell’Atalanta: più lineare e meno prevedibile, ma non per questo meno incisivo.

All’andata Lukaku, reduce da un infortunio, giocò l’ultimo quarto d’ora, senza far male. Romero, invece, si divertì con Sanchez e fu uno dei migliori in campo. Stasera, però, l’argentino sarà chiamato al crash test: lo supererà come De Ligt e Demiral, o finirà nel calderone dei vari Valenti, Onguené, Romagnoli e Parolo, i rivali spazzati via da “Big Rom” nell’ultimo periodo? A dar manforte a Romero ci sarà Djimsiti e chissà che l’ex Genoa non provi lo scherzetto nell’area opposta (2 reti in campionato), anche se prima dovrà limitare Lukaku, rimasto a secco a Parma e voglioso di riprendere Ronaldo in classifica marcatori (18 gol il nerazzurro, 20 CR7).

Preparate il pallottoliere. O almeno così si dice quando di fronte si trovano non solo le due squadre con i migliori attacchi della Serie A – Inter 62 gol, Atalanta 60 -, ma le due squadre italiane che hanno segnato più reti nell’arco dell’intera stagione, considerando anche la Coppa Italia e la competizione europea fin qui disputata. Le due formazioni nerazzurre, infatti, hanno segnato tanto, tantissimo: la banda di Conte è arrivata a quota 74 (5 reti in Coppa Italia e 7 in Champions), quella di Gasperini addirittura a 79 (9 in Coppa Italia e 10 in Champions). La differenza sta quindi nelle coppe e non è un caso che l’Atalanta fin qui sia andata più avanti dell’Inter che, a causa di tre 0-0 ha detto addio sia alla Champions (i due pareggi senza reti con lo Shakhtar) che alla Coppa Italia (0-0 nella semifinale di ritorno con la Juventus quando c’era bisogno di vincere almeno 2-0). Nessuno, comunque, ha fatto bene come le due contendenti più in forma del campionato che domani si affronteranno a San Siro nel posticipo della 25ª giornata. Poi, come spesso succede, potrebbe anche finire 0-0, o magari 1-1 come all’andata. Ma sarebbe davvero sorprendente anche perché il duello fra la coppia d’oro del campionato italiano e il collettivo di Gasperini, sembra destinato ad accendere i fuochi d’artificio.

Già, Conte può sorridere. Lukaku e Lautaro Martinez stanno vivendo un momento magico. Se non segna il primo, ci pensa il secondo e se uno dei due non gioca dall’inizio come a Parma giovedì, ecco la doppietta del “terzo incomodo”, Sanchez. La Lu-La ha messo insieme ben 31 gol – 18 il belga, 13 l’argentino -, bottino che sale a 36 con i cinque sigilli del “Niño Maravilla”. In tutto, fa il 58% delle marcature dell’Inter, il cui gioco si basa molto sulla verticalità alla ricerca dello spunto degli attaccanti. Senza dimenticare però le incursioni delle mezzali – vedi i 3 gol di Barella (2 per Gagliardini e 1 per Vidal) – e soprattutto le folate sulla fascia di Hakimi (6 reti), l’altro fattore offensivo che Conte ha saputo aggiungere alla sua macchina. L’Inter però ha tante armi a sua disposizione e proverà a colpire anche su calcio piazzato, grazie al gioco areo dei suoi totem difensivi: Skriniar ha segnato 2 gol e De Vrij 1; manca all’appello Bastoni, il grande ex. In campionato è a zero anche Eriksen: se giocherà, occhio alle sue punizioni.

I 60 gol segnati dall’Atalanta hanno certamente alcuni protagonisti più in vista di altri, ma il segreto della squadra orobica, come detto, è la capacità di portare al tiro tantissimi giocatori diversi. Nella speciale classifica di Serie A riservata alle squadre che hanno finora mandato in gol più elementi della rosa, l’Atalanta di Gasperini è davanti a tutte le concorrenti con ben 16 giocatori (13 per l’Inter). Il migliore del gruppo è Muriel (15 reti), il compagno colombiano Zapata è a quota 9 con lo sloveno Ilicic fermo a 5, ma nella lista spicca il nome di Gosens (ben 9 centri) e i 16 nomi comprendono anche i difensori Palomino (entrato nella graduatoria dopo la sfida col Crotone), Romero e Toloi, l’esterno Hateboer, i centrocampisti de Roon, Freuler, Pessina, Pasalic, Malinovskyi e gli attaccanti di scorta Miranchuk e Lammers oltre all’ex Papu Gomez. Hanno segnato praticamente tutti i titolari tranne Djimsiti (che aveva invece trovato la via del gol in Coppa Italia) e Maehle (in gol a Genova contro la Sampdoria prima dell’annullamento per fuorigioco di Gosens). Quella di portare tanti giocatori in gol è una caratteristica delle squadre di Gasperini da quando è a Bergamo, il record è quello in corso di 16 giocatori, ma l’anno scorso e nella stagione 2016/17 si era arrivati a quota 15. L’importanza di una statistica di questo tipo è soprattutto strategica, l’Atalanta non dipende da un solo giocatore in fase realizzativa e ha già dimostrato più volte di sapersi adattare anche a situazioni impreviste e particolari. Un altro dettaglio molto importante, infatti, è che ben quattro di questi 16 marcatori (il 25% del totale) hanno trovato la via del gol dopo che Gomez ha rotto con l’Atalanta. Toloi, Pessina, Romero e Palomino hanno allungato la lista dei marcatori di Serie A fissando il record di Gasperini nel momento in cui i giocatori hanno capito che bisognava tutti dare qualcosa in più. I grandi gruppi fanno anche questo, con Pessina alle spalle delle punte è un po’ cambiato il modo di attaccare e i risultati dimostrano che la scelta è stata finora vincente. Tra gli uomini in rampa di lancio, il russo Miranchuk sta incuriosendo davvero tutti: la rete di mercoledì scorso con il Crotone è stata la seconda in A dopo quella realizzata proprio contro l’Inter nel gara d’andata (5 le marcature complessive in gare ufficiali).


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