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Cra gliela fa la Juve, la festa. A chi? A Weston McKennie, Paulo Dybala, Arthur. Beccati in flagrante. In un mercoledì da… leoni (diciamo così) i bianconeri in questione hanno trovato bene di organizzare una cena – a casa McKennie, villa nella collina torinese – alla quale hanno preso parte 10 persone in tutto. In barba alle norme anti-Covid, al distanziamento, agli assembramenti vietati, al coprifuoco tassativo, agli spostamenti banditi. E a far gentilmente notare che no, così non si fa, hanno poi pensato addirittura i carabinieri di zona che dopo una segnalazione e prima di mezzanotte (23.30 circa) hanno posto fine alla serata e rispedito tutti presso le rispettive domiciliazioni. Previa verbale di circostanza, con annessa multa da 400 euro pro capite.
Dall’intervento della “Madama” (anche così a Torino vengono definite le forze dell’ordine, che a fine Ottocento avevano sede presso Palazzo Madama, appunto) s’è dunque passati alla furia della Madama… calcistica, la Vecchia Signora. Apriti cielo: i vertici bianconeri erano (e sono, e per un po’ ancora lo saranno) fuori dalla divina grazia. Increduli. Decisi a infliggere la più terribile ed esemplare delle punizioni possibili a termini di regolamento. Giacché non riescono proprio a darsi ragione del perché i suddetti tre abbiano fatto la cosa sbagliata ma più ancora – in ottica sportivamente bianconera – del perché l’abbiano fatta in un momento che più sbagliato non si potrebbe.
Pare infatti che quest’ultima cena, prima del pubblico ludibrio, effettivamente solo cena sia stata. E non festino, né orgia, né baccanale. Pure le prime ricostruzioni circa eventuali resistenze a pubblico ufficiale (non apertura del cancello dopo la citofonata delle forze dell’ordine) sono state di molto ridimensionate strada facendo. I tre giocatori bianconeri hanno mangiato e giocato e carte/computer insieme con altri 3-4 amici e collaboratori con cui si accompagnano abitualmente. Pare ci fossero anche altri 3 calciatori juventini a cena, che sarebbero però andati via ben prima delle 23:30. Anche se circa queste ulteirori presenze non vi sono conferme e la stessa società smentisce.
Ma oltre al piano etico-legale, c’è una questione di professionalità e “opportunità” legata allo specifico momento – che ha mandato letteralmente in bestia la Juventus. In una stagione che più deludente non potrebbe essere (fatta di eliminazioni precoci in Champions League e prematuri addio ai sogni Scudetto)… In una settimana così delicata, resa ancor più tesa da certe questioni prepotentemente balzate all’ordine del giorno quali il futuro di Chiellini e Buffon, quello del Ronaldo furioso, financo d’un Pirlo chiamato a dare segnali di buona gestione del gruppo… Ecco: in un periodo così, ci mancava pure dover fare i conti con un ulteriore caso che tanto poco ci azzecca con il proverbiale “stile Juventus”.
Ecco perché, dunque, i dirigenti juventini non hanno intenzione di sentire ragioni e non si sono fatti più di tanto rabbonire dalle scuse, pur sentite e mortificate, dei diretti interessati. Espresse de visu o pubblicamente. «So che in un momento così difficile nel mondo per il Covid sarebbe stato meglio non sbagliare, ma ho sbagliato a rimanere a cena fuori. Non era una festa, ma ho sbagliato lo stesso e mi scuso», ha spiegato via social Dybala.
Ieri, ufficialmente, la Juventus non ha voluto comunicare decisioni. E’ tuttavia certo che comminerà una multa (fino al 30 per cento di una mensilità netta), ma sono in ballo procedure più gravose come la sospensione temporanea dagli allenamenti e la non convocazione per la prossima partita. Il derby contro il Toro. Sarà oggi Pirlo, in conferenza stampa, ad approfondire pubblicamente il discorso. Dopo essersi confrontato e consultato con i dirigenti ed insieme a loro aver soppesato la volontà di prendere provvedimenti esemplari epperò anche l’esigenza di non assumere decisioni che possono rivelarsi anche ulteriormente lesive – oltre che per l’immagine – per i risultati bianconeri. La Juventus è già in emergenza, rinunciare a delle convocazioni non è scelta da fare a cuor leggero.
Maledette Nazionali. La Juventus paga il conto più salato tra i club di Serie A che hanno “prestato” i loro giocatori alle varie nazioni per le qualificazioni ai Mondiali 2022 in Qatar: dopo Merih Demiral anche Leonardo Bonucci è risultato positivo. Il centrale bianconero, rientrato nella notte tra mercoledì e giovedì da Vilnius dove l’Italia ha battuto la Lituania, è stato sottoposto ieri mattina a Torino a tampone molecolare che ha dato esito positivo al Covid 19. Bonucci è l’unico tra i calciatori dell’Italia a essersi contagiato dopo il focolaio scoppiato nel gruppo azzurro, che ha registrato quattro, poi diventati sei, casi di positività nello staff di Roberto Mancini.
Negativo, almeno per ora, Gigio Donnarumma, che ha viaggiato, come si vede nella foto a fianco, accanto a Bonucci sul volo di rientro in Italia. Negativi i tre dell’Inter, Bastoni, Barella e Sensi, i tre del Napoli, Insigne, Meret e Di Lorenzo, e i tre del Torino, Belotti e Mandragora (che lo hanno già passato) e Sirigu, che sarà però tenuto sotto controllo, come tutti il gruppo squadra granata, avversario domani della Juventus nel derby, con altri giri di tamponi. Negativi anche gli altri due bianconeri che facevano parte della comitiva azzurra, Federico Chiesa e Federico Bernardeschi: entrambi saranno monitorati di giorno in giorno e sottoposti a ulteriori test di controllo. I due azzurri, come tutti i bianconeri rientrati ieri dalle Nazionali (Kulusevski, Rabiot, Szczesny e Morata), hanno svolto un lavoro individuale alla Continassa, come da protocollo, evitando qualsiasi contatto tra loro e con il resto della squadra.
I medici della Juventus seguono con particolare preoccupazione la situazione di Szczesny perché anche nella Nazionale polacca c’è stato un focolaio di Covid: in un primo tempo erano stati segnalati quattro casi, poi scesi a due. Il portiere è negativo, ma si sa che la positività potrebbe emergere anche dopo qualche giorno di incubazione. La situazione portieri potrebbe diventare seria in casa bianconera visto che contro il Torino non sarà a disposizione Gigi Buffon in quanto squalificato e, in caso di Szczesny contagiato, toccherebbe a Carlo Pinsoglio difendere la porta.
Bonucci è andato immediatamento in isolamento domiciliare, come aveva fatto la moglie, Martina Maccari, risultata positiva a metà marzo, che si era messa in quarantena insieme con i tre figli. Proprio mentre Bonucci si stava sottoponeva al tampone, un altro centrale bianconero, Demiral, rientrava in Italia con un volo sanitario, come aveva fatto a ottobre Cristiano Ronaldo, che si era contagiato anche lui in Nazionale: il difensore turco è risultato positivo venerdì scorso nel ritiro della Turchia dove è scoppiato un focolaio che ha contagiato anche altri giocatori. Proseguirà il suo isolamento fiduciario presso il J Hotel.
Con questi ultimi due casi salgono a undici i giocatori della Juventus che hanno contratto il Covid. Il primo, in assoluto della Serie A, era stato Daniele Rugani, seguito a stretto giro di posta da Blaise Matuidi e Paulo Dybala, rimasto positivo per 42 giorni, nella primavera 2020. Poi in autunno Cristiano Ronaldo, contagiatosi con il Portogallo, e Weston McKennie, a gennaio era stata la volta di Alex Sandro, Juan Cuadrado e Matthijs de Ligt, infine a inizio marzo il Covid ha fermato Rodrigo Bentancur per due settimane.
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