Dove e come vedere Torino – Juventus Streaming Gratis Diretta Live Tv SKY O DZAN (Derby Ore 18:00)

Questo articolo in breve

Ci siamo tra meno di un’ora scenderanno in campo Torino Juventus. Ovviamente come ogni derby migliaia di appassionati vogliono Seguire la partita il migliore dei modi. Purtroppo per tutti coloro che non hanno un abbonamento Premium è difficile vedere la partita. Moltissimi vanno su internet e provano a cercare qualche link utile che trasmette la partita in streaming, molte volte si parla di siti stranieri dove sui propri server e ospitano miliardi di virus. Noi consigliamo sempre di eseguire una diretta radiofonica.

La partita Torino – Juventus Sarà un’esclusiva DAZN, detentore dei diritti di 10 partite su 10 per ogni giornata di Serie A, di cui 3 in co-esclusiva con Sky Sport. La gara sarà visibile in streaming, attraverso il download dell’app ufficiale dell’emittente – con relativa iscrizione e abbonamento – o attraverso una qualsiasi Smart TV. Da quest’anno, con l’acquisto del DAZN box sarà possibile inoltre avere un canale digitale dedicato con i migliori contenuti scelti giorno per giorno. Si sconsiglia categoricamente l’utilizzo di siti pirata per la visione della gara. Sarà disponibile anche sul sito una diretta testuale per seguire la partita: un evento non solo attesissimo dai tifosi azzurri, ma che sarà seguito in tutto il mondo.

La provocazione di Juric: «A Torino percepisco che la città è grazialista” di Allegri. Allo stadio Olimpico Grande Torino è previsto il tutto esaurito. Oggi dovrebbero essere venduti gli ultimi biglietti rimasti, per un “sold out” da 13.000 spettatori. Una folla significativa, nei limiti del 50 per cento della capienza dell’impianto, come da normativa anti-Covid. Probabilmente ci sarebbe stato l’esaurito anche a 26mila posti. Il segno di una voglia rinnovata. Il primo derby torinese con il pubblico, dopo la gelata del lockdown.

Basso rischio La gente vuole divertirsi e riprendersi le vecchie abitudini. Quella di Torino è stata una delle aree italiane più colpite dal virus, 204.131 casi e 5.619 morti dall’inizio della pandemia, inclusi i comuni della provincia. Oggi però il cielo si è rasserenato.

Pochi giorni fa il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha assegnato al Piemonte lo status di regione a basso rischio, assieme a Valle d’Aosta, Lombardia e Molise, per quanto riguarda l’Italia. Si è rialzato il vento della normalità, anche se è meglio rimanere guardinghi.

Stessi punti Il Toro affronta il derby alla stessa altezza della Juve, otto punti i granata e otto i bianconeri. Non succedeva dall’ottobre del 2015, quando gli allenatori erano Gian Piero Ventura e Allegri stesso, alla seconda stagione del suo primo ciclo juventino. Differenza di rilievo: quello era l’ultimo Toro di Ventura, l’allenatore a fine stagione avrebbe risolto il contratto per diventare c.t. della Nazionale; questo è il primo Toro di Juric.

Accostamenti Impossibile resistere alla tentazione di un paragone forte, riandare al cuore degli anni Settanta, quando nel derby di Torino si stabiliva chi avrebbe vinto lo scudetto. Radice e Trapattoni, Claudio Sala e Causio, Pecci e Tardelli, Graziani e Pulici contro Bettega e Anastasi, poi Boninsegna. Oggi niente scudetto, ma le similitudini tra gli allenatori reggono, ci stanno.

Juric ha i tratti rudi e bruschi di Gigi Radice, la guida di quel Torino dal 1975- 76. Predica lo stesso calcio, un impasto di aggressività, pressing e tensione continua, e come Radice esige corsa e compattezza di gruppo. Allegri sembra un po’ la versione nuovo millennio di Giovanni Trapattoni, l’allenatore della Juve dal
1976- 77.

Ne ha raccolto l’eredità “italianista”, la vocazione a un calcio realista, ancorato al risultato e fatto di equilibri da conservare. Il bilancio di Juric contro Allegri è decoroso. I due si sono affrontati quattro volte, con il croato sempre sulla panchina del Genoa: due vittorie di Allegri, tecnico della Juve in tutte e quattro le occasioni; un pareggio; un successo di Juric.

Differenze Le suggestioni del passato affascinano, in classifica spicca la parità di punti, ma i valori tecnici restano differenti. Il Torino dovrà compensare il dislivello con le pressioni e le aggressioni e dovrà guardarsi le spalle, non concedere metri alle ripartenze juventine. Mercoledì in Champions, Allegri ha impartito una lezione di difesa e contropiede ai campioni d’Europa del Chelsea. Non crediamo che la Juve oggi resterà così passiva, ma se i granata le offriranno campo, la Signora ne approfitterà. Viceversa la Juve potrebbe soffrire il dinamismo granata. Il Toro di Juric alza i ritmi, costringe a correre oltre soglia per lunghi periodi.

Il duello a distanza Tra funzione. Sanno fare di tutto, attaccano e difendono, corrono e tirano. Oggi Brekalo potrebbe muoversi da seconda punta a fianco di Sanabria, nel quadro di un 3-5-2. Pretattica su Chiesa: forse rientrerà in fascia, forse si muoverà da attaccante puro come in Champions assieme a Bernardeschi. Chiesa centravanti sembra essere la nuova “impossibile” frontiera tracciata da Allegri. Il derby della rinascita promette contenuti.

Fuori due e dentro altri due. Per un Paulo Dybala e un Alvaro Morata che saltano (anche) il derby, ecco due rientri. Attesi e un poco anticipati, visto che si immaginava una disponibilità piena dopo la pausa per le Nazionali. Sono quelli di Arthur e Kaio Jorge , come annunciato ieri da Massimiliano Allegri : «Arthur ha fatto il secondo allenamento con la squadra. Lui e Kaio Jorge potranno magari venire in panchina con il Torino». Sono ingressi che danno un prezioso sostegno all’organico bianconero, messo a dura prova prima in campionato (a Napoli, per l’assenza dei sudamericani causa rientro dalle qualificazioni mondiali alla vigilia del match) e poi in Champions League (contro il Chelsea, fuori i già citati Dybala e Morata, infortunatisi contro la Sampdoria la domenica prima). Soprattutto i tifosi – e lo stesso Allegri – potranno soddisfare la curiosità di vedere finalmente all’opera i due, dopo un inizio di stagione in cui non hanno collezionato un minuto soltanto con la Juventus.

Arthur è stato il caso più delicato da gestire dal punto di vista sanitario. Tutta colpa di un guaio che si trascinava dalla partita del 16 dicembre a Torino contro l’Atalanta. Quel mercoledì il brasiliano esce dopo neanche 30’ dopo un duro contrasto con Cristian Romero . Il problema, da immediato, si trasforma in perenne non tanto per colpa della botta quanto, soprattutto, per l’emergere di una calcificazione della cartilagine tra tibia e perone della gamba destra. Si tratta di una situazione di forte dolore, che Arthur cerca di gestire (invano) con le terapie. L’esito è un impiego centellinato e mai a pieno servizio, con in fondo un enorme punto di domanda: sottoporsi a intervento oppure no? È una scelta che diventa obbligatoria quando anche il nuovo tentativo di provare con le terapie si rivela vano a inizio della stagione. Il 16 luglio Arthur si opera con successo alla clinica Fornaca di Torino e comincia il lavoro di riabilitazione, che rispetta i tempi.

Da oggi il ritorno tra i disponibili, una opportunità in più per Allegri, che ieri ha adoperato queste parole: «È un giocatore tecnico, che alza il livello della squadra». Un aspetto, quello della tecnica, che la Juventus ha cercato di aumentare all’ultimo mercato, tenendo aperto un canale per un eventuale ritorno di Miralem Pjanic , poi sfumato per la non sostenibilità dell’operazione con il Barcellona a livello economico e anche per il fatto di avere già Arthur in casa. Il centrocampo è il reparto che, fin da subito, ha mostrato di avere bisogno di cure dopo i saliscendi dell’ultima stagione. Allegri ha ora deciso di puntare sul terzetto formato da Rodrigo Bentancur , Manuel Locatelli e Adrien Rabiot , cui affida compiti precisi: Bentancur deve sostenere il lavoro di rottura e costruzione di Locatelli, mentre Rabiot deve farsi vedere maggiormente in area avversaria, per cercare il gol in prima persona oppure per entrare in azioni decisive, come successo contro Spezia e Chelsea. Una linea a tre che potrebbe diventare anche a quattro, con l’inserimento di Arthur per la gestione dei palloni, visti il dinamismo e l’abilità nel palleggio. Da oggi capiremo.

Kaio Jorge era stato il primo ingresso di mercato. La Juventus aveva duellato a lungo con il Milan, vincendo poi la volata per aggiudicarsi quello che viene considerato uno dei talenti emergenti in Brasile. Ma il 19enne ex Santos non ha ancora avuto modo di farsi apprezzare: per lui panchina al debutto con l’Udinese il 22 agosto e subito uno stop, colpa di una lesione al retto femorale sinistro da gestire con attenzione. Ora il tempo dell’attesa è finito e l’attaccante potrà dare una mano a una prima linea bianconera in cui Allegri ha trovato soluzioni estemporanee (e positive), ma in cui servono interpreti di ruolo.

Nell’aria frizzante che si respira sponda granata, con il Toro affacciato al derby guardando la Juve occhi negli occhi – 8 i punti di entrambe – ecco aggiungere brio un dato che da numerico si fa strategico, buono per l’oggi e rivolto al futuro. Ciò consentito da un’età media che, riferendosi alla formazione che dovrebbe essere titolare, per la squadra di Juric è di appena 23,8 anni. Con allegati due millenials: Singo che ha conquistato un posto da titolare nel suo attuale club e attirato come il miele le api un interesse di mercato anche internazionale, e Zima che invece ha appena fatto incassare allo Slavia Praga 5 milioni di euro. Questo l’investimento per il difensore centrale, pure lui ventenne come l’ivoriano e con una strada verso un posto al sole lastricata… dagli errori dei compagni (vero Djidji ?).

Sì, il Toro per età è una squadra fresca, e a tale volto è voluto rimanere fedele anche nella scelta del giocatore da prendere in prestito secco: qui l’opzione è caduta su Pobega , che di anni ne ha 22 e che, per come ha iniziato la stagione, pare avere l’intenzione di compiere il definitivo passo verso la consacrazione. Questa, purtroppo per la formula dell’operazione chiusa con un Milan comprensibilmente geloso della piena gestione del cartellino del centrocampista, sarà però goduta dai rossoneri. Ai granata in compenso rimane la possibilità di mettere le due mani su Brekalo , versando al Wolfsburg gli 11 milioni per il riscatto, dopo quello girato per il prestito oneroso. E il croato di anni ne ha soltanto uno in più di Pobega: 22 per quest’ultimo a 23.

La voglia di mantenere bassa la carta d’identità dei granata si esprime anche nel più “anziano” del gruppo. Non ha 30 anni, ma 29 compiuti il 25 agosto, e se come sembra Juric gli darà fiducia si piazzerà nel centrosinistra della difesa: già, il più “anziano” è Rodriguez . Seguito da Linetty che avendone 26 è comunque nel pieno della carriera, forse nemmeno ancora nella sua massima espressione. A 25 ci sono Sanabria e Lukic , favorito su Mandragora che invece ne ha 24. La stessa età di Bremer , giovane ma già leader del reparto, nonché di Ola Aina . Altro ragazzo che a Torino ha portato quel «London Style», per dirla alla Juric, e che sulla fascia può sprigionare la potenza dei suoi 24 anni. Tanti quanti ne ha pure Vanja Milinkovic-Savic . Se la media della squadra favorita per giocare dall’inizio nel derby è di 23,8 anni, quella dell’intera rosa è intanto di 25,5. Comunque bassa.

Una scelta che va nella direzione di investimenti a crescere, ma anche dettata dalla visione di gioco proposta da Juric. Dispendiosa, tra il pressing immediato, l’aggressione nel mezzo del campo anche attraverso il raddoppio sull’uomo, il sacrificio degli esterni e via discorrendo. Un calcio per cui servono giocatori di passo, e nel pieno del vigore che consente di arrivare un decimo di secondo prima dell’avversario, sul pallone. Di suo, il tecnico croato non ha poi remora alcuna a dare fiducia a ragazzi che, ancora, non hanno mostrato tutto il proprio potenziale, ma che hanno la cattiveria agonistica per volersi migliorare. E di gente di questo tipo, giovane ma tosta, il Toro di oggi ne avrà tanti. Quasi tutti, aggiungendo pure che tra gli undici proprio i più esperti sono delle mezze alternative, per quanto anche di discreto livello: Rodriguez è un titolare per assenza di meglio, Linetty per la contemporanea mancanza di Praet e Pjaca . Che giovanissimi non sono – rispettivamente 27 e 26 anni – ma che però hanno le qualità per essere rimpianti non poco, nelle ore precedenti questo derby.

Di assistere al quale, annusando l’aria che tira tra i tifosi granata, è venuta più voglia, rispetto alle ultime stagioni: nel gioco e nell’atteggiamento la squadra è stata rigenerata. Una rottura con le annate scorse più facile da realizzare, con giocatori giovani e disposti a spendersi giorno per giorno per Juric. Un discorso che fin qui sta funzionando, e che, se così sarà pure nel derby, accenderà un entusiasmo del quale si sono purtroppo scordate le sensazioni.


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