Una donna è stata imputata per maltrattamenti ai danni del suo figlio di soli 3 mesi, il cui misterioso decesso in Veneto l’estate scorsa ha scatenato dubbi e indagini che sono culminate in un processamento da parte della Procura di Rovigo.
Il lutto per la perdita di un bambino appena nato
Il 15 agosto segna l’inizio di questa triste vicenda, quando un tentativo disperato alla corsa all’ospedale di Padova fallisce nel salvare la vita di un neonato di pochi mesi. La madre, in stato di shock, aveva chiesto aiuto ai vicini, sostenendo che il bambino fosse inciampato dal letto. Tuttavia, i medici rapidamente hanno cominciato a sospettare che ci fosse di più: le condizioni del bambino rivelavano “traumi cerebrali e midollari con encefalopatia ipossico-ischemica” e un trauma cranico, sintomi compatibili con la cosiddetta sindrome del bambino scosso, una indicazione di possibili maltrattamenti.
FN inchieste e sviluppi legali
Le successive indagini hanno portato all’arresto della madre, una donna di 38 anni di origine marocchina, il 6 settembre. La decisione del tribunale del Riesame di Venezia di tenere la donna in custodia evidenzia la gravità delle imputazioni a carico dell’unità familiare, nonostante insista sulla sua innocenza. L’accusa formale è di maltrattamenti, aggravata dalla morte del bambino, con il primo processo previsto per il 10 maggio presso la Corte d’Assise di Rovigo. La difesa ha ipotizzato l’esistenza di un raro disturbo nel bambino, nato prematuramente, che potrebbe essere stato responsabile delle lesioni rilevate, aprendo la porta a dibattiti sulla potenziale innocenza della madre.
Il lato difensivo e le prospettive future
Mentre la madre si prepara a difendersi in tribunale, il focus si sposta sulla possibilità di un processo abbreviato, che potrebbe fornire un’alternativa procedurale. La sua storia personale, di recente trasferimento in Italia per unirsi al marito e alla sua famiglia, aggiunge un ulteriore livello di complicazione ad un caso che è già carico di angoscia e polemica.
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