L’estate del 1993 segna l’ultimo viaggio che Al Bano Carrisi, Romina Power e la loro famiglia hanno intrapreso insieme. Quella vacanza negli Stati Uniti doveva essere un momento di svago e condivisione: Romina avrebbe trascorso del tempo con la sorella Taryn e i nipoti, mentre Al Bano avrebbe girato alcune scene del film America Perduta. I figli della coppia erano entusiasti, compresa Ylenia Carrisi, la primogenita ribelle di 23 anni.
Ylenia, bellissima e brillante, cercava con passione il suo posto nel mondo, lontano dalla tranquillità della masseria di Cellino San Marco. Laureanda al prestigioso King’s College di Londra, parlava cinque lingue ed era profondamente curiosa. Tuttavia, desiderava avventurarsi oltre le sue radici, esplorando nuove culture e stili di vita lontani dalla vita familiare e dall’immagine pubblica dei genitori.
Ylenia Carrisi e Alexander Masakela: un incontro controverso
Durante quel viaggio negli Stati Uniti, tra Ylenia e suo padre nacquero forti incomprensioni. La giovane aveva incontrato Alexander Masakela, un sassofonista di strada quasi sessantenne con capelli bianchi e pelle scura. L’uomo, descritto come un intellettuale, le aveva regalato il libro New Think di Edward De Bono, che introduceva i principi del pensiero laterale e creativo. Ylenia iniziò a seguirlo come una guida spirituale.
Al Bano e Romina non vedevano di buon occhio quell’uomo molto più grande e apparentemente interessato. Il loro disappunto culminò quando Romina, dopo il ritorno a Cellino San Marco, bruciò una cartolina inviata da Masakela alla figlia.
L’ultimo viaggio: New Orleans, fine 1993
Ylenia manifestò ai genitori il desiderio di prendersi una pausa dagli studi per dedicarsi alla scrittura di un libro sulla vita dei senzatetto. Ottenne il permesso di Al Bano, che non poteva immaginare cosa sarebbe accaduto. Ylenia partì per gli Stati Uniti con l’intenzione di immergersi nella vita degli homeless, vivendo nelle strade e tra le comunità meno abbienti.
Il 31 dicembre 1993, la giovane telefonò ai genitori per fare gli auguri di Capodanno. La chiamata, tuttavia, lasciò Al Bano con una strana sensazione: “Dove sei?” chiese il padre. “Che importanza ha?”, rispose Ylenia. Quella fu l’ultima volta che la famiglia ebbe notizie di lei. Il giorno successivo, il 1° gennaio 1994, Al Bano denunciò la sua scomparsa alle autorità italiane.
Le indagini e la ricerca disperata di Al Bano e Romina
Barricati al 30º piano dell’hotel Le Meridien a New Orleans, Al Bano e Romina avviarono una ricerca personale per ritrovare la loro figlia. I media americani si interessarono subito alla vicenda, definendoli i “Sonny e Cher italiani”. La coppia concentrò le indagini sugli ultimi movimenti di Ylenia.
Si scoprì che la giovane aveva soggiornato al Dale Hotel, un albergo economico in una zona degradata di New Orleans. Condivideva una stanza con Alexander Masakela, che lasciò l’albergo poco dopo la scomparsa della ragazza, portando via la macchina fotografica di Ylenia e 2.000 dollari in traveller cheque. Nonostante queste circostanze sospette, Masakela fu lasciato libero e non venne mai incriminato.
La ragazza del Mississippi: un episodio inquietante
Una svolta arrivò quando una guardia di sicurezza, Albert Cordova, riferì di aver visto una ragazza bionda seduta sulla banchina del Mississippi nella notte del 6 gennaio 1994. Secondo il racconto, quando le fu chiesto di andarsene dall’area interdetta al pubblico, la giovane si alzò e dichiarò: “Io appartengo all’acqua!”. Dopodiché si tuffò nel fiume e nuotò fino a essere risucchiata dal vortice di una barca.
Il corpo della ragazza non fu mai ritrovato. Cordova, inizialmente, non riconobbe Ylenia nelle foto mostrate, ma successivamente cambiò versione, ammettendo che poteva essere lei. Tuttavia, molti interrogativi rimasero irrisolti: dove era stata Ylenia nei giorni precedenti? Perché aveva lasciato tutti i suoi effetti personali in albergo?
Alexander Masakela: un sospettato controverso
Masakela rimase un personaggio enigmatico nella vicenda. Accusato di manipolare giovani donne e renderle dipendenti dalle droghe, continuò a vivere ai margini della legalità, cambiando identità e mantenendosi nell’ombra. La sua relazione con Ylenia non fu mai chiarita del tutto, e la mancanza di prove certe lo rese solo un sospettato agli occhi della famiglia Carrisi.
L’epilogo: la scomparsa di Ylenia Carrisi e le ipotesi
Nonostante numerosi tentativi di riaprire il caso, incluso il confronto del DNA con resti trovati negli Stati Uniti, nessuna prova definitiva è mai emersa. Il serial killer canadese Keith Hunter Jesperson, noto come “Happy Face Killer”, sostenne di aver ucciso una donna somigliante a Ylenia, ma il DNA escluse questa possibilità.
Nel 2014, Al Bano Carrisi ottenne il riconoscimento legale della morte presunta di Ylenia. Romina Power, tuttavia, non ha mai smesso di cercare la verità. La vicenda della giovane si ferma nel 1994, l’anno in cui una promettente vita si è dissolta nel mistero.
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