Mauro Morandi, l’eremita custode dell’isola di Budelli, è morto a 85 anni, lasciando dietro di sé una vita di solitudine e amore per la natura. La sua esistenza è stata strettamente legata a quella splendida fetta di Sardegna, un luogo che ha difeso con passione e dedizione.
Conosciuto da tutti come il “re” della spiaggia rosa, Mauro ha vissuto in totale simbiosi con l’isola dal 1989, e la sua presenza è stata fondamentale per preservare la bellezza naturale di Budelli, un paradiso terrestre che molti hanno amato e apprezzato grazie al suo impegno.
Mauro Morandi non era solo un custode, ma un vero e proprio protettore di Budelli. Per lui, vivere lì non era solo una scelta, ma una missione esistenziale. Il suo legame con l’isola era così forte che, in più di un’occasione, ha dichiarato che non avrebbe mai potuto sopportare l’idea di essere cacciato da quel luogo che considerava un angolo di paradiso. In una delle sue riflessioni più intime, disse: “Se mi cacciano da qui, muoio subito”, esprimendo un legame così profondo con l’isola che non avrebbe mai potuto vivere altrove.
La sua vita solitaria era arricchita da un’idea chiara del tempo: niente orologi, solo il ciclo naturale della luce e delle ombre. L’isola gli offriva tutto ciò di cui aveva bisogno, dai ginepri che adornavano il suo rifugio, alla tranquillità che gli permetteva di vivere lontano dal caos del mondo moderno. Nonostante la sua solitudine, Mauro riusciva a vivere grazie all’aiuto di amici e sconosciuti, che portavano scorte di cibo, vino e sigarette.
La sua casa, pur essendo un rifugio spartano, era un luogo di storie, risate e malinconia. Il suo amore per la vita semplice, fatta di sculture in ginepro e cibi preparati con ingredienti naturali, era evidente a chiunque lo incontrasse.
Budelli, nel corso degli anni, è diventata un simbolo di bellezza intatta, grazie anche al suo instancabile lavoro di custode. La sua vita sull’isola era fatta di piccole cose, come la preparazione di minestroni di ortiche o la raccolta di uova di gabbiano per le sue frittate. Anche i suoi rapporti con la natura erano un aspetto fondamentale della sua esistenza. Nonostante la sua solitudine, Mauro è riuscito a creare un legame profondo con il mondo che lo circondava, un legame che ha alimentato la sua battaglia per mantenere l’isola al sicuro da ogni minaccia.
La sua vita a Budelli, però, non è stata senza ostacoli. Dal 2016, quando l’isola è passata sotto il controllo del Parco nazionale, è scoppiata una lunga guerra legale per il suo diritto a restare lì. Mauro ha combattuto contro le autorità e la possibilità di essere sfrattato, dichiarando che non sarebbe riuscito a vivere lontano dall’isola che aveva tanto amato. La sua lotta è diventata un simbolo di resistenza contro il cambiamento e la modernità, ma purtroppo, alla fine, ha dovuto affrontare la dura realtà.
Mauro Morandi ha vissuto fino all’ultimo giorno come un eremita felice, godendo della solitudine dell’isola e della sua bellezza naturale, ma il suo corpo non ha retto quando è stato separato da ciò che amava di più. La sua morte segna la fine di un’era per Budelli, un luogo che deve molto alla sua dedizione e passione. Oggi, l’isola porta ancora i segni del suo impegno, e la sua eredità rimarrà nel cuore di tutti coloro che l’hanno conosciuto. Budelli, grazie a lui, ha continuato a brillare, mantenendo la sua spiaggia rosa un tesoro di bellezza naturale, protetto dalla sua cura e dal suo amore per la natura.
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