Il napoletano è una lingua riconoscibile ma spiacevolmente non accettata, come riporta Pasquale Abbatiello, 26 anni, originario di Benevento e dottorando in Diritto amministrativo.
Durante una serata karaoke a Firenze, è stato impedito di cantare una canzone in napoletano in un locale del centro che permetteva solo brani in italiano, inglese o francese.La melodia che il giovane avvocato sannita avrebbe desiderato intonare era “Tu si a fine do munno”, di Angelo Famao.
Si tratta di una delle hit di uno dei nuovi talenti della musica neomelodica e dei social, un cantante siciliano che si esibisce in dialetto partenopeo. “E qui avviene l’imprevisto”, prosegue Pasquale nel suo racconto, “mi insulta. Mi definisce ‘capra ignorante’, ripetendo più volte: ‘Capra! Capra! Vai via!’. A quel punto grido: ‘Siete razzisti!’ Perché questo, a mio parere, è puro razzismo.
Cambio stanza, chiedo spiegazioni al personale, ma anche loro confermano: ‘È una decisione della struttura. Se non vi piace, andate altrove’. Dalle mie indagini, ho appurato che episodi simili sono già avvenuti in questo locale. Consultando le recensioni, ho notato che nel marzo 2023 c’è stato un caso simile (su Tripadvisor ndr.). Evidentemente non hanno imparato nulla, perché non gli importa”.
L’incidente, che si è verificato durante il Capodanno, viene sottolineato dal 26enne, “avviene inoltre in concomitanza con il decimo anniversario della scomparsa di Pino Daniele”.
@francescosguera Ma Firenze è davvero razzista verso i napoletani? 🤦🏻♂️ #neiperte #firenze #perte #napoli #benevento ♬ suono originale – Francesco M. Sguera
Una serata che era iniziata in modo promettente, con un delizioso panino servito da un personale estremamente gentile e cordiale, ha purtroppo preso una piega imbarazzante che ha suscitato in me quel senso di vergogna che talvolta provo per questo Paese.
All’interno dell’accogliente locale vi era una vivace sala karaoke, animata da una variegata presenza di persone provenienti da diverse nazioni, promuovendo così un’atmosfera inclusiva e aperta.
Una volta giunto il nostro turno di salire sul palco e intrattenere il pubblico con una performance canora, mentre stavamo impostando la canzone che desideravamo eseguire (“O Mar for,” brano della celebre serie Netflix per coloro che non lo conoscono), il responsabile del karaoke ci ha interrotto, comunicandoci che “non era possibile esibirci con canzoni napoletane… spagnole, francesi, tedesche, italiane e via dicendo erano accettabili, ma assolutamente no a quelle napoletane.” Di fronte alla nostra richiesta di spiegazioni riguardo a tale discriminazione, ci è stato risposto che “è una scelta dettata direttamente dal proprietario del locale.” Magari un’opportunità persa per promuovere la diversità culturale e la ricchezza musicale che caratterizzano la scena internazionale.
Viterbocitta.it è un giornale online approvato anche da Google News. Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato su questo argomento ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News