Smettila di chiamarmi, ho da fare! – dissi al telefono, e mia madre non mi contattò mai più

Gestire una famiglia numerosa è una sfida quotidiana. Tre figli, un lavoro impegnativo e le mille faccende domestiche occupano ogni ora della mia giornata. Ogni sera, dopo il lavoro, mi dedico a cucinare, pulire e supportare i miei figli con i compiti. Questo ritmo incessante mi lascia spesso esausta e nervosa.

In passato, mia madre era un aiuto fondamentale. Quando i miei bambini erano piccoli, trascorreva molto tempo con loro, permettendomi di riposare. Ma con il passare degli anni, tutto è cambiato. Quando la mia figlia più piccola ha compiuto 12 anni, mia madre ha deciso di smettere di aiutarmi. Da quel momento, la sua presenza è diventata più distante, anche se le sue telefonate si sono fatte più frequenti.

Ogni giorno, mi chiamava per parlare di argomenti banali, sottraendomi tempo prezioso. Sebbene fosse ancora in grado di aiutarmi, preferiva trascorrere il tempo al telefono, lasciandomi sola a gestire le responsabilità. Queste chiamate, a volte, erano irritanti. Un giorno, dopo una giornata particolarmente pesante, non sono riuscita a trattenere la frustrazione.

Mamma, per favore smettila di chiamarmi continuamente! – le dissi con tono esasperato al telefono. – Sono al lavoro tutto il giorno e poi devo occuparmi della casa e dei bambini. Non posso venire da te adesso!. E, senza pensarci troppo, aggiunsi: — Non chiamarmi più!.

Riattaccai, convinta di aver finalmente fatto capire il mio punto di vista. Tuttavia, nei giorni successivi, il silenzio di mia madre mi turbò. Per tre giorni non ricevetti alcuna chiamata. La sua assenza improvvisa mi fece riflettere e, alla fine, decisi di andare da lei.

Arrivata a casa sua, trovai la porta chiusa. Bussai più volte, ma nessuno rispose. Preoccupata, utilizzai la mia chiave per entrare. L’atmosfera all’interno era silenziosa e immobile. Chiamai mia madre più volte, senza ottenere risposta. Infine, mi avvicinai alla sua stanza.

Lì la trovai, distesa sul letto. All’inizio pensai stesse dormendo, ma c’era qualcosa di diverso nel suo volto: una serenità innaturale. Il mio cuore accelerò mentre mi avvicinavo, solo per scoprire che non era più con noi.

Sopraffatta dal dolore, lasciai scorrere le lacrime. Poi notai un oggetto sul tavolo: una scatola contenente un telefono nuovo. Mi si strinse il cuore al pensiero che probabilmente lo avesse acquistato per me. Forse aveva cercato di chiamarmi nei giorni precedenti per parlarmene o per dirmi che aveva un regalo per me. Ma non avevo ascoltato.

Quell’immagine mi perseguita. Perché non ho trovato il tempo di rispondere alle sue chiamate? Perché non ho capito quanto fossero importanti per lei quei momenti di connessione? Nel vortice degli impegni quotidiani, non ho dato il giusto peso alle sue richieste. Ora è troppo tardi per recuperare.

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Questa esperienza ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore. Il tempo è il dono più prezioso che possiamo offrire a chi amiamo, e spesso lo realizziamo solo quando è ormai troppo tardi. Sebbene la mia routine resti frenetica, porto con me una lezione importante: ogni momento condiviso con chi ci vuole bene è un tesoro che non dovrebbe mai essere sottovalutato.


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