In un mondo in cui la musica ha il potere di abbattere le barriere, pochi artisti hanno usato la loro influenza come l’ha fatto Elvis Presley. Oltre alla sua voce leggendaria e alle sue esibizioni elettrizzanti, Elvis è stato un vero pioniere dell’uguaglianza, utilizzando la sua piattaforma per sfidare le convenzioni sociali. Quando il Re del Rock ‘n’ Roll si preparava per un concerto storico all’Houston Astrodome nel 1970, si trovò di fronte a un ultimatum inaspettato.
Ciò che accadde successivamente non solo consolidò la sua eredità come icona musicale, ma anche come alleato compassionevole nella lotta contro il razzismo…
Nel 1970, Elvis Presley doveva esibirsi all’Houston Astrodome. Inaugurato nel 1965, il “Dome” era un enorme stadio multifunzionale, molto più di una semplice location per concerti.
Il concerto di Elvis a Houston fu speciale per diversi motivi. Il suo manager, il misterioso Colonel Parker, scelse l’Astrodome come primo luogo in cui Elvis si esibiva fuori da Las Vegas.
Curiosamente, l’Houston Astrodome fu anche il primo palco in cui si esibì The Sweet Inspirations, un gruppo vocale femminile afroamericano che ha segnato una pietra miliare nella sua carriera. Le Sweet Inspirations, famose per le loro armonie soul e le potenti esibizioni, avevano ricevuto una straordinaria opportunità: fare il tour con Elvis Presley. All’inizio non riuscivano a credere fosse vero. “Ho detto: ‘Elvis Presley! Cosa vuole da noi?'” ricordava Myrna Smith, una delle cantanti del gruppo, durante un’intervista nel 1974.
Le componenti del gruppo erano preoccupate che il loro stile musicale, influenzato dal rhythm and blues e dal soul, non si sarebbe adattato con il pubblico di Elvis, che era prevalentemente bianco e più incline alla musica country e rock.
Il primo incontro con Elvis
Tuttavia, non c’era nulla di cui preoccuparsi. Dal primo incontro, la chimica tra loro e Elvis fu immediata. “Non abbiamo mai avuto dubbi”, ha dichiarato Sylvia Shemwell, aggiungendo: “Lui è una persona meravigliosa e non gli importa del colore della pelle.”
Le Sweet Inspirations incontrarono Elvis a Las Vegas, dove arrivarono per le prove del loro ingaggio nel 1969. Durante il loro primo incontro, Elvis indossava un meraviglioso abito color cioccolato e aveva un’abbronzatura perfetta; sembrava assolutamente splendido. Si avvicinò a loro e si presentò come se non lo sapessero già: “Ciao, sono Elvis Presley“. Da quel momento, ogni volta che li incontrava, veniva sempre seguito da un caloroso bacio.
Elvis e il razzismo: una risposta coraggiosa
Quando Elvis fece il suo debutto in Texas, Myrna Smith, la cantante principale, raccontò che gli fu detto: “Puoi lasciare a casa le ragazze nere. Non è necessario che le porti con te.”
Nel 1957, una rivista aveva diffuso una falsa notizia su Elvis, insinuando che avesse fatto dichiarazioni razziste. Questo era solo uno degli innumerevoli errori che sono circolati nel tempo, suggerendo che il Re del Rock ‘n’ Roll avesse qualcosa contro gli afroamericani.
Ma la verità è che Elvis ha attivamente cercato la riconciliazione razziale attraverso la scelta dei musicisti con cui lavorava e il modo in cui li trattava. Quando l’Houston Astrodome ospitò il suo primo concerto, in occasione dello Houston Livestock Show and Rodeo, i funzionari del rodeo fecero una richiesta controversa: che Elvis lasciasse a casa il suo gruppo di supporto femminile afroamericano a causa di pregiudizi razziali. Ma Elvis non esitò a rispondere: “Se loro non vengono, io non vengo”.
La lezione di Elvis: una posizione contro il razzismo
Elvis non solo portò sul palco le Sweet Inspirations, ma le celebrò come vere protagoniste. Non fu solo una performance, ma una dichiarazione audace contro il pregiudizio razziale, un atto di uguaglianza in un periodo di forti divisioni. Per Elvis, loro non erano solo coriste di supporto — erano famiglia.
Durante lo spettacolo, i membri del gruppo rimasero sorpresi dal calore con cui furono accolti. Non appena l’incidente fu conosciuto, Elvis non solo si prese cura di loro, ma anche dei dettagli più personali, come farli accompagnare dalla figlia di una delle persone coinvolte nel conflitto.
Il ricordo di Myrna Smith e il legame speciale con Elvis
Myrna Smith ricorda un momento speciale con Elvis che riflette perfettamente il suo calore e la sua gentilezza. Durante il loro primo incontro nel 1969, Elvis li portò nel suo attico, dove l’atmosfera era rilassata e piena di risate. Elvis chiese a Myrna se voleva ballare con lui, un momento che Myrna ricorda con affetto, sottolineando come Elvis fosse timido, nonostante la sua fama.
Elvis, da grande uomo, rimase una figura familiare per Myrna, e la sua morte nel 1977 fu un momento doloroso per tutti coloro che lo avevano amato e conosciuto.
Elvis Presley non era solo il Re del Rock ‘n’ Roll, ma un uomo che ha utilizzato la sua celebrità per abbattere le barriere, trattando gli altri con il rispetto e la dignità che tutti meritano, indipendentemente dal colore della pelle.
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