Chi è Luca Nascimbene, il medico di base sospeso a Lodi dopo un giorno per dubbi sul suo titolo accademico

Luca Nascimbene è stato arrestato ieri mattina dai carabinieri dei Nas a Vizzolo Predabissi, un piccolo comune in provincia di Milano. Il giovane, di 26 anni, è stato sorpreso al suo primo giorno di lavoro come nuovo medico di base del comune, sostituendo un medico recentemente andato in pensione. Al momento dell’arresto, il ragazzo si trovava nello studio del medico defunto con in mano le ricette e il camice bianco. Le indagini hanno rivelato che Nascimbene stava esercitando la professione senza possedere il diploma di laurea né essere iscritto all’Ordine dei Medici, motivo per cui è stato arrestato con l’accusa di esercizio abusivo della professione medica.

Chi è Luca Nascimbene?

Luca Nascimbene, originario di Mortara (Pavia), ha cercato di costruire una carriera eclettica, che spazia dalla scrittura alla politica, passando per giornalismo e geopolitica. Nel 2020, sul portale del Comune di Voghera, ha caricato il suo curriculum, nel quale dichiarava di essere diplomato perito elettronico industriale e di aver intrapreso studi in Economia presso l’università telematica Uninettuno. Tuttavia, non è mai emersa traccia di un suo percorso di studi in Medicina. In difesa, Nascimbene ha affermato di essere laureato in Medicina in Irlanda, sottolineando che il sistema educativo irlandese fosse più pratico rispetto a quello italiano. Nonostante le sue affermazioni, le autorità competenti non hanno confermato la validità del suo titolo né la sua iscrizione all’Ordine dei Medici. L’Asst Melegnano-Martesana, che si sta occupando del caso, ha dichiarato che sono in corso ulteriori accertamenti sulla sua posizione.

La carriera politica e la presenza sui social

Oltre alla carriera nella scrittura e nel giornalismo, Luca Nascimbene ha avuto anche esperienze in politica. Nel 2020, è stato uno dei candidati per le Amministrative di Voghera, e nel 2021 si è autocandidato alle Comunali di Milano per il Municipio 1 con il partito Fratelli d’Italia. In parallelo, ha partecipato a iniziative politiche con il partito animalista in Toscana e Puglia, associandosi al centrosinistra. La sua crescente visibilità sui social media, dove si è definito un “Personaggio Pubblico” e “REPORTER”, ha amplificato la sua presenza e influenza online.

Le accuse e la difesa

Nel corso di interviste, Nascimbene ha cercato di difendersi, sostenendo che il suo caso fosse frutto di un fraintendimento burocratico. Ha ribadito di essere in possesso di un titolo di studio internazionale in Medicina, ma la mancanza del diploma italiano sarebbe dovuta a un errore amministrativo. L’Ordine dei Medici non ha ancora confermato se effettivamente Luca Nascimbene possieda una laurea valida e, al momento, non risulta iscritto nel registro professionale. Le autorità hanno già avviato una verifica approfondita, mentre i carabinieri del Nas continuano le indagini. Intanto, è emerso che le strutture del Servizio Sanitario Nazionale e l’amministrazione comunale di Vizzolo Predabissi non abbiano effettuato i dovuti controlli sui titoli di studio necessari per esercitare la professione di medico.

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Reazione delle autorità locali

Il caso ha suscitato preoccupazione da parte dell’amministrazione di Vizzolo Predabissi. La sindaca Luisa Salvatori ha espressamente criticato l’incapacità di verificare i requisiti richiesti prima di procedere con l’assunzione di Nascimbene. Secondo la sindaca, la legge regionale non è sufficientemente rigorosa per gestire situazioni così delicate, mettendo in evidenza la necessità di controlli più severi per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

La vicenda solleva interrogativi

Il caso di Luca Nascimbene pone interrogativi cruciali sulla gestione delle professioni sanitarie e sulla necessità di un sistema di verifica accurato dei titoli di studio e delle competenze dei professionisti sanitari. La comunità di Vizzolo Predabissi e i pazienti che si sono affidati a Nascimbene si trovano ora a dover fare i conti con un sistema che, purtroppo, non ha effettuato i dovuti controlli prima dell’assegnazione dell’incarico. Questo episodio solleva anche la questione di come, in un’epoca di digitalizzazione e autocertificazioni, le istituzioni debbano garantire una verifica accurata e tempestiva delle credenziali dei professionisti che trattano la salute pubblica.

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In conclusione, il caso di Luca Nascimbene evidenzia le lacune burocratiche nel controllo delle qualifiche professionali nel settore sanitario. Non solo ha creato preoccupazione tra le autorità locali e i cittadini, ma ha anche messo in discussione la fiducia dei pazienti nei confronti dei medici che trattano la loro salute. È auspicabile che questo caso porti a una revisione dei controlli e a una maggiore attenzione verso la verifica delle qualifiche professionali in modo da tutelare al meglio i pazienti e il sistema sanitario.


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