Il coming out a 56 anni e tre matrimoni con la stessa donna: oggi interviene l’eurodeputata del M5S

Carolina Morace è stata una vera pioniera del calcio femminile, una figura leggendaria che ha contribuito in modo significativo alla crescita e alla visibilità di questo sport in Italia.

Quando il calcio femminile era ancora considerato una nicchia, Carolina ha dimostrato che le donne potevano essere protagoniste indiscusse anche in un ambiente dominato dagli uomini. Con 12 scudetti e 12 classifiche marcatori, di cui ben undici consecutive, è stata una vera e propria leggenda, segnando oltre 500 reti durante la sua carriera. Non solo ha giocato ai massimi livelli, ma ha anche fatto esperienze uniche come allenatrice, tra cui una breve parentesi con la Viterbese di Gaucci nel 1999, una situazione che ha lasciato il segno nel panorama calcistico italiano.

Un percorso di sfide e vittorie

Nonostante le difficoltà e le critiche, come quelle di Eugenio Fascetti, che dichiarava che le donne non dovevano giocare a calcio, Carolina ha continuato a lottare per il riconoscimento e la dignità delle calciatrici italiane. “Erano anni in cui uno degli allenatori più intervistati diceva che noi non potevamo giocare a calcio perché eravamo donne”, ricorda. Questo spirito di sfida e determinazione è stato il motore di tante delle sue conquiste.

La sua carriera non è stata solo sul campo da gioco, ma anche fuori, dove ha dovuto combattere per i diritti e la visibilità delle donne nello sport. Quando le calciatrici italiane hanno finalmente ottenuto lo status di professioniste nel luglio 2022, un passo decisivo che segna una svolta storica, lo devono anche al suo impegno incessante. Ma Carolina è anche una donna che ha saputo essere protagonista nella vita privata e nella politica, con il suo impegno attivo nel Movimento 5 Stelle.

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Il cambiamento nel calcio femminile

Nonostante i progressi, il calcio femminile in Italia si trova ancora a dover affrontare ostacoli. “La legge di Bilancio non ha rifinanziato il fondo per lo sport professionistico al femminile”, afferma con una punta di delusione. Il governo di destra, secondo Carolina, avrebbe calpestato i diritti delle donne nello sport, interrompendo un ciclo che avrebbe dovuto dare solidità al movimento calcistico femminile in Italia. “Tre anni fa ad accedere a quel fondo è stata solo la Federcalcio, ma non sono state portate avanti vere strategie per la sostenibilità a lungo termine”, commenta.

Al contrario, i paesi esteri come il Canada e il Regno Unito hanno fatto enormi passi avanti, grazie agli investimenti di partner privati. Il calcio femminile in Inghilterra, ad esempio, beneficia da anni di milioni di sterline investiti, con gli stadi che si riempiono e le squadre che competono a livelli elevatissimi. Anche in Italia, tuttavia, ci sono esempi positivi come la Roma, che ha portato 40.000 persone a vedere una partita di Champions League femminile. Ma il cambiamento culturale è ancora lento, e il problema rimane la mancanza di consapevolezza.

Le difficoltà della visibilità

Nonostante l’eccellente prestazione dell’Italia durante il Mondiale 2019, che ha visto le azzurre arrivare fino ai quarti di finale, il movimento sembra aver perso slancio. L’Olimpiade e i campionati mondiali hanno spinto temporaneamente il calcio femminile sotto i riflettori, ma la vera sfida è mantenere l’attenzione a lungo termine. “Il professionismo in Italia è solo un nome, non è realmente sostenuto. Il calcio femminile deve autofinanziarsi, e questo non accade, non solo nel calcio ma in nessuno sport”, afferma Carolina con un pizzico di soddisfazione ma anche di amarezza.

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La questione dei diritti civili

Nel corso della sua vita, Carolina ha affrontato anche una battaglia personale: nel 2020 ha fatto il suo coming out con l’autobiografia “Fuori dagli schemi”, un gesto che ha spinto tanti a riflettere. Tuttavia, la sua scelta non ha avuto un impatto significativo nel calcio italiano. “Voi non sapete cosa abbiamo passato nella nostra storia, il percorso per sentirsi diverse in un mondo che non ci accoglie con apertura di vedute”, dice, spiegando le difficoltà che ancora molte donne, anche nel mondo sportivo, devono affrontare.

Il contesto politico, poi, non ha sicuramente aiutato. Carolina si trova a Bruxelles a lottare per i diritti civili, e ha recentemente dovuto spiegare al collega Inselvini di Fratelli d’Italia come due donne possano avere figli. “Quando ho visto che c’era un intervento, pensavo fosse un estraneo. Invece era un italiano più giovane di me”, racconta, riflettendo su come il progresso sia lento, anche quando si parla di temi così importanti come i diritti LGBTQ+.

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L’amore e la politica

Nel corso della sua vita, Carolina ha trovato anche un grande amore in Nicola Jane Williams, con cui è sposata. “È una storia d’amore rara”, dice con orgoglio. “Condivido con Nicola la mia vita, le mie emozioni, ogni singolo momento”. Il suo percorso sentimentale e professionale è stato segnato da scelte difficili, ma il suo impegno verso la politica e il bene comune è rimasto una costante.

Il bilancio di 60 anni

Guardando indietro, Carolina ha un bilancio positivo della sua vita. “Ho scelto la politica nell’età giusta: ho vissuto molto, ho cercato di fare qualcosa di buono nello sport, ora cerco di fare qualcosa di altrettanto significativo in un altro ambiente”, afferma. Se la ricordano come la donna che ha allenato i calciatori della Viterbese o come una pioniera del calcio femminile, Carolina è soddisfatta. “Empatia e dignità sono più importanti dei traguardi raggiunti. Lo sport ha plasmato il mio carattere”, conclude.

Con una carriera fatta di record e sfide, Carolina Morace rimane una figura fondamentale nella storia del calcio femminile e nel cambiamento sociale. La sua forza, il suo impegno e la sua passione continuano a influenzare il mondo dello sport e della politica.


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