Elefante africano, uno degli ultimi e più anziani della Namibia, si era trasferito nella regione del Kunene negli anni ’80, adattandosi perfettamente all’ambiente desertico. E fu proprio grazie a lui che altri esemplari della sua famiglia giunsero fin qui, ripopolando l’area di elefanti, prima estinti a causa del bracconaggio.
Non a caso era chiamato “Voortrekker”, che significa nella lingua afrikaans “quelli che vanno avanti” o “pioniere”. Fu lui a insegnare ai nuovi arrivati i trucchi per sopravvivere in loco, trasmettendoli con l’esempio. Gli elefanti infatti imparano l’arte dell’adattamento ambientale dagli esemplari più vecchi e saggi, non si tratta di una conoscenza trasmessa geneticamente. E questo dovrebbe bastare a comprendere quanto il suo ruolo fosse prezioso!
Nonostante venisse considerato un animale pacifico, è stato accusato di aver provocato danni a proprietà e infrastrutture nell’area di Omatjete. Quindi venduto dal governo a un cacciatore di trofei, che lo ha privato per sempre della vita.
Immediatamente dopo la diffusione della triste notizia, non sono mancate le proteste e in un post pubblicato su Facebook, Niël Terblanché, reporter del giornale namibinao Informanté, ha sollevato dubbi in merito alla veridicità delle affermazioni riportate dal Ministero dell’Ambiente e del Turismo della Namibia.
Sempre su Facebook Informanté ha riportato le dichiarazioni del Ministero in merito all’uccisione, che ha affermato di non aver trovato soluzioni alternative all’abbattimento, data la gravità dei danni provocati dall’animale.
Ma a quanto pare l’animale era nel mirino dei cacciatori di trofei da molto tempo, tant’è che nel 2008 era già stata concessa una licenza di caccia per abbatterlo insieme ad altri 5 elefanti del deserto, tutti uccisi. Venne risparmiato grazie alla raccolta fondi indetta dalla Ong Elephant-Human Relations Aid (EHRA), che riuscì a raggiungere circa 11mila euro, e che oggi, parlandone, lo descrive come un esemplare gentile e pacifico.
Un vero peccato che questa volta non siano riusciti a salvarlo, anche perché Voortrekker, come premesso, era uno degli ultimi esemplari della Namibia. Un vecchio saggio che avrebbe potuto impartire, ancora per anni, preziosi insegnamenti ai suoi successori, impedendo così l’estinzione totale degli elefanti del deserto.
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