Ha fatto parlare in questi giorni la causa di divorzio chiesta da Noha, 30 anni, nel tribunale di Alessandria d’Egitto, dal marito Hatem, di 32. Persino il giudice è rimasto interdetto. Nelle motivazioni c’è scritto chiaramente: «Non mi segue su facebook e non mette i like ai miei post».
E così dopo quattro anni di amore travolgente la storia di Noha e Hatem è arrivata al capolinea. La moglie delusa ha raccontato al giornale egiziano “al watan” «non ho mai pensato di dover ricorrere al tribunale e divorziare da mio marito, ma la sua indifferenza non la sopporto più.
Negli ultimi mesi è cambiato tutto, il nostro rapporto non è più lo stesso. Quando parliamo litighiamo solo». E già è proprio l’indifferenza che ha alimentato la rabbia di Noha «il fatto che non metta “mi piace” sotto i miei post è la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
E ha poi aggiunto: «Una volta per spronare una sua reazione, ho provato a raccontare sul mio profilo il mio stato d’animo.
La sua risposta è stata: sono solo bugie non si mettono in piazza i nostri problemi. Poi di nuovo il silenzio». Certo, resta il fatto che facebook, in particolare, è già stato riconosciuto come causa di litigi e separazioni, ma ora pare avviarsi a diventare una delle principali causa di divorzio. Secondo una ricerca inglese del sito Divorce online, che fornisce servizi alle coppie che vogliono interrompere il matrimonio, un terzo dei casi è dovuto proprio al celebre social network.
Ma forse bisognerebbe riflettere più sul comportamento delle persone che puntare il dito sullo strumento messo a disposizione dalla rete.
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