Streaming Big MatchNapoli – Juventus Streaming gratis dove vedere diretta live tv

Tempo di Coppa Italia per le donne del calcio. In questo fine settimana si disputa il ritorno dei quarti di finale, con la Juventus ad aprire oggi alle 12.30 il programma. Le ragazze di Rita Guarino ospitano a Vinovo l’Empoli, per il terzo confronto consecutivo nel giro di due settimane. All’andate le toscane avevano fatto dannare le bianconere in una gara dall’andamento emozionantissimo: toscane avanti 4-2 a un quarto d’ora dalla fine e poi ribaltamento con Staskova, Girelli e Salvai. Ben diverso l’andamento del successivo match di campionato, sabato scorso, ancora in trasferta. Netto 3-0 per la Juventus, alla tredicesima vittoria in altrettante partite di campionato. Oggi l’ultimo incrocio, in cui il risultato dell’andata offre tranquillità alle bianconere. E c’è un motivo in più per sorridere, perché è tornata in gruppo Arianna Caruso, al rientro tre setimane dopo il problema al retto femorale della coscia destro. Restano ancora fuori Aurora Galli (infortunatasi in contemporanea con Caruso), per una lesione del gemello mediale destro, e Sofie Pedersen, vittima di una frattura del seno mascellare.
E promette emozioni l’altro match di oggi (alle 14.30), in cui il Milan ospita il Sassuolo. Si parte dall’1-1 dell’andata, in una partita che si preannuncia molto incerto tra la seconda e la terza del campionato. Domani chiudono il programma Fiorentina-Inter alle 12.30 (si parte dal 2-0 per le nerazzurre) e Roma-Florentia alle 14.30 (le giallorosse devono gestire un comodo 4-0).

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Sta preparando movimenti di attacco diversi, Rino Gattuso, per la sfida di stasera. Il suo Napoli ha bisogno di sbloccarsi, di far gol, per ritrovare quell’autostima perduta in questo inverno da incubo.

E per farlo ieri ha riprovato il 4-2-3-1, con posizioni diverse per i suoi attaccanti. Stavolta a sinistra partirà Hirving Lozano, capocannoniere degli azzurri con 12 gol, mentre Lorenzo Insigne dovrebbe agire più da sottopunta, come accaduto nella ripresa di mercoledì scorso a Bergamo, per la semifinale di Coppa Italia.

Di solito il capitano non ama giocare troppo centrale, ma stavolta fungerebbe da elemento di raccordo col centrocampo, un regista avanzato – come è nelle sue corde – che magari centralmente fa meno corsa all’indietro e dunque gestisce meglio le proprie energie. Quelle che finora non sono venute meno al messicano, unico incitato entrando ieri sera nell’hotel del ritiro, gli altri apostrofati.

Con Lozano da quel lato, Cuadrado dovrebbe restare più basso, mentre nella Supercoppa era stato Insigne a soffrire troppo l’esterno colombiano. Il messicano partendo da sinistra può accentrarsi cercando il tiro e al tempo stesso scambiarsi di posizione e duettare con Insigne, visto che i due hanno già una buona intesa.

Tra l’altro Lozano, come da tradizione nella sua carriera, ha bagnato il suo esordio italiano segnando proprio contro la Juve, nel suo stadio a Torino: era l’agosto 2019 e il Chucky (foto a fianco) vorrebbe regalarsi una nuova prodezza con i bianconeri, quella che a Reggio Emilia gli ha negato solo un grande Szczesny.

La Juventus affronterà il Napoli nella giornata di domani sabato 13 febbraio 2021 alle ore 18. La partita è valevole per la ventiduesima giornata di Serie A. La partita si giocherà alle ore 18.00 di sabato 13 febbraio 2021 e la sede della partita sarà lo studio Diego Armando Maradona di Napoli. Ovviamente, anche questa volta il match si giocherà a porte chiuse. Ma come arrivano le due squadre a questo importante match, dopo gli impegni affrontati in Coppa Italia?

Napoli Juventus, come arrivano le squadre al match

L’unico precedente stagionale tra le due squadre è la finale di Supercoppa italiana si è giocata lo scorso 20 gennaio a Reggio Emilia. Il meteo è stato vinto dai bianconeri per due reti a zero, grazie al gol di Cristiano Ronaldo e di Morata. Ovviamente per il Napoli è stato un duro colpo perché non soltanto la sconfitta ha impedito di sollevare il secondo trofeo dell’era Gattuso, ma perché ha segnato anche il rapporto già piuttosto teso tra il tecnico e la società. Da quel momento infatti il Napoli ha collezionato anche dei risultati discreti in campionato così come in Coppa Italia. Il Napoli Infatti ha vinto soltanto con lo Spezia in Coppa Italia e con il Parma in campionato, mentre ha perso contro il Verona e il Genova. Insomma, questi risultati fanno ben capire che il Napoli si trova in serie difficoltà. Anche a livello emotivo i giocatori sembrano aver risentito di queste vicissitudini tra Gattuso è De Laurentiis. La Juventus invece sembra godere di un ottimo momento dopo gli ultimi successi ottenuti sia in Coppa Italia che in campionato.

Dove e come vedere la partita

Il match è in programma il prossimo sabato 13 gennaio alle ore 18 allo stadio Maradona di Napoli. Si potrà assistere alla partita soltanto in diretta tv su Sky sport Serie A, ovvero sul canale 202 e su Sky Sport HD ovvero canale 251. Si potrà inoltre assistere alla partita attraverso Sky Go, il servizio per dispositivi mobili che resta a disposizione per gli abbonati a Sky. Ci sarebbe anche un altro modo per poter assistere al match ovvero in streaming registrandosi a Now TV. Ovviamente in questo caso bisognerà sottoscrivere un abbonamento che dovrebbe avere un costo di circa €30 mensili.

Probabili formazioni

NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Maksimovic, Mario Rui; Bakayoko, Lobotka; Lozano, Zielinski, Insigne; Petagna.

JUVENTUS (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, De Ligt, Chiellini, Danilo; McKennie, Bentancur, Rabiot, Chiesa; Morata, Ronaldo.

Arthur ha questa calcificazione che dovremo valutare di giorno in giorno. Lui ha molto dolore. Seguiremo gli sviluppi con il passare del tempo, speriamo che questo fastidio passi velocemente».
Così ha parlato Andrea Pirlo, ieri in conferenza stampa. Integrando e aggiornando (leggermente) la situazione rispetto a quanto fatto il giorno prima dalla Juventus tramite il bollettino medico ufficiale diramato anche dai canali social del club. Lo riproponiamo: «Gli esami strumentali eseguiti a seguito del dolore alla gamba destra riferito da Arthur hanno evidenziato la presenza di una calcificazione di natura post traumatica a livello della membrana interossea. Le sue condizioni verranno monitorate di giorno in giorno e la ripresa dell’attività avverrà non appena consentito dalla sintomatologia».

Bene. Anzi, male. Molto, male… Partendo da tali premesse è possibile andare a fondo della questione e provare a capire esattamente quale sia il fastidio (piuttosto atipico) che sta accusando il centrocampista brasiliano. Analizzarne i risvolti, ipotizzare una serie di eventuali sviluppi.

Il professor Fabrizio Tencone – ora direttore di Isokinetic Torino e a lungo dottore o responsabile del settore medico della Juventus – ci aiuta a capire la situazione. «Quando c’è una contusione muscolare si forma un po’ di ematoma. Nel 99 per cento dei casi l’ematoma si riassorbe, in qualche caso invece questo non succede completamente oppure si verificano delle complicazioni. Le complicazioni più frequenti sono la formazione di una ciste, di una calcificazione oppure di una trasformazione in osso: una miosite. Da quanto risulta, nel caso di Arthur si è formata una calcificazione in un posto un po’ atipico: la membrana tra il perone e la tibia. Ecco perché il giocatore ha male. Il problema sostanziale è proprio questo: il dolore. Se il giocatore non ne sentisse potrebbe anche giocare, perché la calcificazione non rappresenta una complicanza. Ci sono tantissimi atleti – decine, centinaia – che hanno calcificazioni a seguito di vecchi strappi ma praticano l’attività e stanno bene perché hanno queste calcificazioni in posti che non provocano fastidi. Pensate alla classica “vecchia”, la botta ginocchio contro coscia: è una contusione muscolare che forma l’ematoma, ma appunto non crea fastidi».

Sostanzialmente due le strade che si profilano, a questo punto. «Si cerca innanzitutto, tramite fisioterapia e terapia medica, di fare in modo che la calcificazione non aumenti. Ci sono vari tipi di approcci potenzialmente attuabili a seconda dei casi e delle specifiche valutazioni: medicine, onde d’urto, terapie di tipo radiologico. Nel giro di una, due settimane si capisce se la risposta è positiva, se ci sono miglioramenti. Altrimenti bisogna prendere in esame l’ipotesi di un intervento chirurgico. Tutto questo tenendo sempre presente che un atleta non si fa mai operare perché “ha male”: un calciatore, o comunque un professionista, raramente potrà fare un allenamento in cui non abbia qualche fastidio. Un atleta si fa operare perché prova dolore ad un livello tale da non riuscire più ad allenarsi e dunque non è più performante»

A qualcuno, tra i tifosi, è venuto in mente il calvario che dovette sopportare a partire dal 2012 Simone Pepe proprio a causa degli sviluppi di una forte botta. Tencone spiega: «Simone Pepe aveva una miosite calcificante: trasformazione in osso. Cioè, da uno strappo scaturisce una svolta cellulare che crea un osso. La situazione di Arthur, appunto la calcificazione, è una problema minore».

E se Andrea Pirlo decidesse di schierare sabato allo stadio Maradona di Napoli la stessa Juventus che ha battuto la squadra di Rino Gattuso nella finale di Supercoppa italiana? A differenza del Napoli, che deve rinunciare alla coppia di difensori centrali Manolas-Koulibaly, in casa Juventus gli uomini, titolari e subentranti, ci sarebbero tutti e rappresenterebbero in parte anche un’alternativa, proprio nell’ottica del turnover, alla squadra bianconera scesa in campo ieri sera contro l’Inter in Coppa Italia. E’ vero che Pirlo affronta una gara per volta, ma non può esimersi dal ragionare anche sulla sfida successiva (mercoledì prossimo la Juventus debutta negli ottavi di Champions in casa del Porto) nel tentativo di presentare sempre la formazione migliore, soprattutto in Europa.

Della rosa che ha vinto la Supercoppa l’unico bianconero assente ieri era Arthur Melo, da qualche giorno febbricitante, che Pirlo ha preferito lasciare a casa. Ma per sabato l’ex Barcellona dovrebbe recuperare e cercare di bissare la prestazione di Reggio Emilia, insieme con il Texan Boy Weston McKennie, tenuto inizialmente in panchina contro l’Inter. Sono stati proprio i due centrocampisti a cambiare il volto della squadra dando geometrie, qualità e corsa in mezzo al campo.
Il brasiliano è diventato una pedina preziosa per Pirlo perché possiede personalità, distribuisce palloni senza perderli, detta il tempo, dà respiro alla manovra, cerca le verticalizzazioni e i lanci in profondità. Lo statunitense unisce all’aggressività agonistica lo svariare a tutto campo, senza dare punti di riferimento agli avversari ma cercando gli inserimenti offensivi. Che gli riescono, visto che ha segnato pure 4 gol in questa stagione.

Se in porta Buffon lascerà il posto a Szczesny, in difesa dovrebbe di nuovo alternarsi la coppia centrale: fuori De Ligt-Demiral, dentro i senatori Chiellini (che ieri ha giocato gli ultimi dieci minuti) e Bonucci, come a Reggio Emilia. Con i giovani la Juventus tiene il baricentro alto, come piace a Pirlo, linea invece che si abbassa con i capitani, ma visto il momento di forma strepitosa di Chiellini, smagliante contro la Roma, tutta la difesa bianconera ha beneficiato del suo ritorno. Sulle fasce, Cuadrado potrebbe riarretrare sulla destra mentre a sinistra, se Pirlo vuole far rifiatare Alex Sandro, potrebbe spostare Danilo o inserire Frabotta.
A centrocampo si va verso la riconferma di Bentancur al fianco del rientrante Arthur, con Chiesa e McKennie sulle corsie esterne. In attacco il tecnico bianconero potrebbe insistere sulla coppia Cristiano Ronaldo e Kulusevski: molto dipende dalle condizioni di Morata, che ieri sera è stato recuperato per la panchina dopo essere colpito da un virus intestinale.

Per la trasferta di Napoli Aaron Ramsey tornerà nella lista dei convocati e proverà a esserci anche Paulo Dybala, ieri in tribuna. Il gallese è fermo soltanto da dieci giorni per il riacutizzarsi di un problema muscolare che lo ha costretto a saltare la doppia sfida contro l’Inter in Coppa Italia e la Roma in campionato. Per la Joya invece l’assenza è stata lunga: si è fatto male esattamente un mese fa, il 10 gennaio, nel match contro il Sassuolo, dove ha rimediato la torsione al ginocchio sinistro dopo un ripiegamento difensivo su Traorè. Dybala ormai si allena con la squadra e c’è ottimismo sul suo recupero con vista Napoli, ma soprattutto, Oporto.

Niente Napoli e Crotone invece per Roberto Baronio, collaboratore tecnico di Andrea Pirlo, squalificato per due giornate dal giudice sportivo «per avere, al 45’ del primo tempo, contestato una decisione arbitrale, rivolgendo al Direttore di gara un’espressione insultante». Baronio era stato allontanato dalla panchina juventina dall’arbitro Orsato a fine primo tempo di Juventus-Roma, con i bianconeri in vantaggio per 1-0 grazie al gol di Cristiano Ronaldo. Il componente dello staff tecnico bianconero aveva protestato per un mancato fischio su un contatto tra Villar e Arthur che il direttore di gara aveva giudicato regolare. Le proteste di Baronio erano state ritenute eccessive e così l’arbitro lo aveva espulso.

Buferona. La seconda volta da interista di Antonio Conte all’Allianz Stadium è stato un susseguirsi di insulti e di polemiche. Pur nella difficoltà di ricostruire con precisione ed esattezza ciò che è avvenuto a bordo campo, alcuni elementi sono riconosciuti da entrambe le parti e quindi indiscutibili: le prime scintille sono iniziate in occasione della ammonizione di Darmian. Conte l’ha contestata, Bonucci dalla tribuna l’ha invitato a rispettare l’arbitro (da che pulpito!) e da lì in avanti è stato il caos. Con insulti ripetuti da una parte e dall’altra, un gestaccio nell’intervallo da parte del tecnico nerazzurro e infine la discesa dalle scale del presidente Agnelli, al fischio finale e a qualificazione ottenuta, condita da tutta una serie ulteriori di offese e ingiurie, con un labiale inequivocabile: “Parla ora, cogli…. Stai zitto”. E le parole grosse sarebbero volate anche negli spogliatoi dello Stadium.

E’ stata la Juventus a denunciare il gestaccio di Conte. E il tecnico nerazzurro risponde per le rime: «Le fonti Juventus che raccontano certe cose dovrebbero anche dire la verità. Per fortuna il quarto uomo ha visto e ha sentito ciò che è successo, dalla tribuna, per tutta la partita. Ci vorrebbe più educazione, più rispetto per chi lavora. Questo è ciò che conta». C’è poi l’analisi della partita: «Avremmo dovuto concretizzare delle situazioni che abbiamo creato. E’ un peccato essere usciti. Nei 180 minuti si sono viste due squadre che hanno combattuto fino alla fine, abbiamo pagato dazio per l’andata, per alcuni regali che purtroppo abbiamo fatto e che sono risultati decisivi. Fino alla fine abbiamo cercato di fare un gol, sapevamo che loro sarebbero andati più in difficoltà se avessimo segnato. Resta la soddisfazione di aver messo paura alla Juventus: stiamo facendo un percorso e rispetto a un anno fa il gap con la Juventus si è sicuramente ridotto. Abbiamo riacquistato credibilità, però dobbiamo imparare dagli errori«.

Resta il fatto, inequivocabile, che sia andato a vuoto anche l’assalto alla Coppa Italia. E per Antonio Conte continua a essere una stagione in salita. Il tecnico, con le coppe, evidentemente, non riesce proprio ad avere un rapporto almeno sufficiente. In Champions, a dicembre, è uscito in maniera fragorosa: talmente deludente, il cammino, che non è bastato nemmeno per qualificarsi in Europa League. E adesso la Coppa Italia: avanti due turni, con la soddisfazione doppia di essere approdati in semifinale eliminando il Milan, ma stop senza nemmeno troppi rimpianti contro la solita rivale di sempre: la Juventus. Certo, i due gol subiti a San siro, una settimana fa, e ancor di più gli squalificati (Lukaku e Hakimi) che non hanno potuto giocare quel match lasciano un senso di incompiuta. Però anche ieri sera, alla fine, non si può dire che non sia giusta la qualificazione della Juventus: non fosse per altro, è evidente che Handanovic sia stato impegnato molto più di Buffon. L’Inter ha avuto le sue occasioni, certo, ma si sono tutte infrante sulla schiena o sulle gambe dei difensori juventini. Ancor più di prima, adesso Conte deve puntare tutto sul campionato, senza ulteriori distrazioni. E si sa che solo la conquista dello scudetto, a questo punto unico obiettivo stagionale ancora raggiungibile, salverebbe la stagione nerazzurra.

Il problema del gol è riemerso ieri, ma è da tempo che Conte chiede più cattiveria alle sue punte.«Lukaku ha dato il massimo,poi ci può stare che un giocatore attraversi un momento in cui si è più in forma di altri. Anche Lautaro ha fatto il massimo, ma ricordiamoci sempre che giocavamo contro una signora squadra. Ho provato a schierare due registi, Brozovic ed Eriksen: e sotto questo punto di vista,abbiamo messo in difficoltà la Juventus. La partita l’abbiamo fatto noi».

La memoria ha costante bisogno di manutenzione, come qualsiasi meccanismo o motore. E un corretto funzionamento della memoria è fondamentale per qualsiasi società civile. Ecco perché l’istituzione ufficiale di una “Giornata della memoria per le vittime dell’Heysel” è un’eccellente notizia.
La decisione è stata presa dalla Regione Piemonte che, di recente, ha istituito una giornata analoga per ricordare la tragedia di Superga (il 4 maggio). I caduti del 29 maggio 1985, quando allo stadio Heysel di Bruxelles si disputava la finale di Coppa dei Campioni, furono 39 e persero la vita in modo tragico nel prepartita, in seguito all’assalto dei tifosi del Liverpool al settore Z del fatiscente impianto belga. Il crollo di un muretto fu la causa della morte dei tifosi, molti dei quali rimasti schiacciati dalla folla presa dal panico.
Con un emendamento alla legge regionale del primo ottobre 2020, n.23, la Regione Piemonte, a dunque deliberato il 29 maggio come “Giornata della memoria” al fine di preservare la memoria delle vittime dello stadio Heysel ogni anno. La giornata si propone di istituzionalizzare il ricordo della tragedia dell’Heysel e di promuovere i più alti valori dello sport, come la lealtà, il rispetto dell’avversario e al contempo di stigmatizzare ogni forma di violenza durante le competizioni sportive. «Il nostro è un gesto simbolico che però vuole avere anche un effetto pratico: istituzionalizzare ufficialmente una giornata dedicata alla memoria di tutte le persone che persero la vita all’Heysel vuole dire tener vivo il ricordo di tanti innocenti uccisi da una violenza brutale e immotivata ma vuole anche dire costringerci tutti a riflette sulla necessità di modelli di tifo positivi e non violenti – affermano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che negli anni da eurodeputato aveva promosso a Bruxelles dei momenti ad ogni anniversario per ricordare quanto accaduto, e l’assessore regionale allo Sport, Fabrizio Ricca -. Lo sport è una delle cose che più ha la capacità e la missione di unirci, per questo una giornata come quella che abbiamo deciso di dedicare ai nostri connazionali morti in Belgio ha tra i suoi obiettivi quello di farci riflettere».
I tifosi della Juventus e la società civile hanno sempre ricordato le vittime in occasione del 29 maggio, da 35 data nella quale vengono organizzate manifestazioni di vario genere per non dimenticare i 39 dell’Heysel, ma l’idea che quella giornata sia sancita con i crismi dell’ufficialità crea lo stimolo per non perdere mai l’occasione per dedicarsi alla manutenzione della memoria.


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