“Ieri gli avvocati mi hanno comunicato che è stata fissata per il 3 maggio la data dell’udienza per la Cassazione. Pensavo fosse più in là ma non è così. Spero solo che questa volta non ci siano pressioni mediatiche o politiche e che si giudichi solo secondo giustizia”.
Lo ha dichiarato Federico Ciontoli, imputato nel processo per l’omicidio di Marco Vannini, ucciso la notte tra il 17 e il 18 maggio dal padre Antonio. Ciontoli da alcune settimane ha aperto un profilo su Facebook, con l’intenzione di fornire pubblicamente la sua versione di ciò che accadde quella notte. “Pensavo di avere più tempo per chiarire quei punti di cui non avevo avuto la forza di parlare in pubblico, ma non è così. Sto valutando di pubblicare un video o una diretta tra due o tre settimane per poter chiarire quei punti critici, per i quali c’è una spiegazione. In questi giorni ho lavorato anche a una delle strumentalizzazioni che i programmi televisivi hanno fatto su di me e spero che si possa capire quanto questo tipo di operazioni vadano a influenzare le opinioni che ci facciamo”.
La famiglia Ciontoli condannata per omicidio volontario
Nell’ambito del processo della morte di Marco Vannini tutta la famiglia Ciontoli è stata condannata per omicidio volontario: 14 anni sono stati comminati ad Antonio Ciontoli per omicidio volontario con dolo eventuale, 9 anni e 4 mesi alla moglie Maria e ai figli Martina e Federico per concorso anomalo in omicidio volontario. Nello specifico sono stati presentati due ricorsi, per un totale di circa 80 pagine, uno per Antonio Ciontoli e un altro per i suoi familiari. In entrambi viene chiesto ai giudici di verificare la questione di legittimità costituzionale dei reati contestati. Ciò che è emerso dalle motivazioni della sentenza della Corte d’Appello bis è che nessuno potrà effettivamente mai sapere cos’è accaduto all’interno delle mura della casa dei Ciontoli. L’unica cosa certa è che Marco Vannini è morto all’interno di quella mura. Questo a causa di indagini talmente lacunose – la villetta dove è avvenuto l’omicidio non è mai stata sequestrata, così come i vestiti indossati da Marco – che non permettono di poter fare luce sulla verità.
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