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I riflettori sono accesi sulla trattativa con il fondo londinese BC Partners, interessato a rilevare una quota dell’Inter (si vedrà nelle prossime settimane se di maggioranza o minoranza). Ma nel frattempo sta entrando nel vivo un’operazione economicamente altrettanto importante per il club nerazzurro: il rifinanziamento del maxi-debito obbligazionario da 375 milioni, in scadenza alla fine del 2022. Secondo il Sole 24 Ore, gli investitori “high yield” (terminologia che si riferisce agli specialisti nelle negoziazioni relative a rendimenti elevati collegati a una componente di rischio) hanno cominciato a studiare da vicino il dossier presentato dall’Inter ai mercati.
La proposta di rifinanziamento è stata accolta in modo piuttosto positivo dai fondi del settore perché si tratta di bond che garantiscono un buon ritorno, soprattutto in questa fase caratterizzata da cedole basse a causa della crisi provocata dalla pandemia: l’interesse attuale per chi ha sottoscritto le due obbligazioni (la prima da 300 milioni quando c’era ancora Erick Thohir al timone, la seconda da 75 la scorsa estate) è pari a 4,875%.
Tecnicamente inoltre il bond rientra nella categoria “senior secured”: una definizione che riguarda le garanzie poste dall’emittente a tutela del suo debito. In questo caso l’Inter ha utilizzato i ricavi di Inter Media Comnunication, la cassaforte dove entrano gli introiti dei diritti tv e delle sponsorizzazioni, oltre a essere conservato il valore del marchio nerazzurro. Quindi si tratta della scatola societaria più liquida del club. Questo duplice fattore (rendimenti elevati e garanzie solide) compensa, in modo considerato soddisfacente dagli analisti, le variabili economiche meno positive, che la scorsa estate avevano spinto l’agenzia Standard & Poor’s a declassare il rating del debito dell’Inter, non a caso passata immediatamente a Fitch ottenendo il ritorno alla valutazione precedente. Secondo i termini pattuiti dall’Inter con gli investitori, la società nerazzurra deve mantenere il rapporto tra stipendi e fatturato al 58%.
Anche per questo motivo diventa determinante raggiungere un accordo per spalmare gli ingaggi dei calciatori. Per Suning è fondamentale ottenere il rifinanziamento in tempi brevi per potersi presentare con una posizione finanziariamente tranquilla di fronte ai potenziali compratori. In questo momento questo ruolo è rappresentato soprattutto da BC Partners che sta svolgendo la “due diligence” sui conti nerazzurri. Un passaggio preliminare che potrebbe richiedere qualche settimana, reso più complicato dalla pandemia che costringe a limitare le riunioni in presenza.
«Non ci saranno entrate né uscite». Antonio Conte lo dice a denti stretti ma, al momento, in tema di mercato vede tutto nero tanto che considera Matias Vecino l’unico possibile “acquisto” («Appena starà bene sarà reintegrato con il gruppo squadra»). Nel caso si avverasse lo scenario più nefasto, l’unica pista percorribile sarebbe quelle che porta al ritorno di Eder che lo Jiangsu, l’altra squadra del gruppo Suning, deve rottamare. Il fatto che il rapporto tra fatturato e stipendi debba scendere al 58% dei costi induce però a pensare che qualcosa avverrà nei prossimi giorni, probabilmente dopo la Juve quando i club inizierà il giro di scambi dei giocatori che non rientrano nel progetto. Conte, tramontata l’ipotesi De Paul, intimamente spera che Leandro Paredes possa arrivare in prestito grazie all’uscita di Christian Eriksen che potrebbe tornare al Tottenham il quale cederebbe Dele Alli al Psg. Gioco a incastri problematico ma, come insegna il passato, a gennaio tutto può succedere negli ultimi giorni. Per lo stesso motivo non va abbandonata la pista che porta al Papu Gomez, giubilato da Gasperini e non interessato a squadre che non abbiano ambizioni da Champions. E qui, oltre all’Inter c’è solo la Juve tra le possibili scelte dell’argentino, poco propenso dall’allontanarsi da Bergamo. Intanto il primo a salutare potrebbe essere Andrea Pinamonti: il Benevento vuole in prestito con diritto di riscatto.
Finora Arturo Vidal è sembrato un parente alla lontana di quell’incursore implacabile che nella Juventus, con Antonio Conte prima e poi anche con Max Allegri, portava sostanza, dinamismo e gol, facendosi così perdonare qualche scivolone fuori dal campo. L’allenatore nerazzurro lo aveva rincorso, fortemente voluto proprio perché consapevole del peso specifico che il cileno avrebbe potuto dare all’Inter. Ma finora i tifosi nerazzurri sono rimasti delusi, così come lo stesso tecnico che però oggi è intenzionato a rilanciare Vidal dal primo minuto, concedendogli un’altra opportunità di dimostrare di essere ancora quel giocatore capace di fare la differenza.
Conte lo ha pungolato nei giorni scorsi, evidenziando come nessuno abbia il posto assicurato nella sua squadra, nemmeno un fedelissimo, ma ieri ha avuto invece parole più dolci per il suo guerriero: «Si è allenato nella maniera giusta, con grande determinazione, attenzione e voglia. Sapete che qualche volta uso la carota così come è successo per Arturo, a volte uso il bastone, ma sempre perché io voglio bene al calciatore e alla squadra affinché si migliori. Arturo mi conosce benissimo, lo sa che non giro la testa se non mi piace una cosa». Già, e il cileno sa anche che sprecare un’altra occasione potrebbe rivelarsi un peccato capitale in una stagione che non decolla, prestazioni e statistiche alla mano. Negli occhi degli interisti c’è ancora la prestazione disastrosa contro il Crotone: errore sul primo gol della formazione calabrese e rigore procurato, tanto da spingere Conte a sostituirlo nell’intervallo e a lasciarlo inizialmente in panchina contro la Sampdoria.
Oggi all’ora di pranzo con la Roma avrà una chance da titolare per provare anche a trovare un gol che ancora latita in questa stagione: una novità assoluta per il centrocampista, che in carriera mai si era trovato in tale situazione, a secco a metà stagione, nemmeno nei momenti meno brillanti. Anche nell’annata 2018-19, nonostante solo tre gol nel Barcellona, era andato a segno a ottobre, così come con il Bayern, per non parlare ovviamente degli anni d’oro della Juventus. Con il Crotone, ma non solo: Vidal ha steccato anche in Champions, specialmente nelle due partite a San Siro con Borussia Monchengladbach e Real Madrid.
E anche quando ha complessivamente giocato bene (per esempio con l’Atalanta a Bergamo) è sempre arrivata qualche sbavatura a sporcare la prestazione, mentre con Sassuolo e Bologna è riuscito a piazzare due assist preziosi: buoni segnali che però sono stati troppo spesso cancellati da prove ben al di sotto delle aspettative. Con la Roma Vidal è chiamato a dare risposte, al proprio allenatore e più in generale a una piazza che finora è rimasta delusa, indicando spesso il cileno come principale delusione dell’ultima campagna acquisti: l’ex juventino è ancora in tempo per cambiare colore sul campo a una stagione nera dal punto di vista personale, ma bisognerà vedere quanto durerà ancora la pazienza di Conte. A cominciare dalla sfida dell’Olimpico.
Serenità, questa sconosciuta. Dopo un filotto di otto vittorie consecutive e alla vigilia di un doppio impegno forse decisivo per le ambizioni di scudetto, Antonio Conte probabilmente avrebbe preferito arrivare col morale a mille e lontano da questioni extra-campo.
E invece, prima il passo falso – se vogliamo sorprendente – in casa della Samp- doria, poi le voci sui possibili nuovi ingressi in società e la presa di coscienza che anche a gennaio il mercato sarà all’insegna dell’austerity. «Non ci saranno né entrate né uscite» ha tagliato corto alla vigilia della Roma il tecnico nerazzurro, che anche sul tema caldo della società saggiamente decide di girare alla larga. «Preferisco non entrare in questo discorso, è una cosa delicata. Se e quando qualcuno lo vorrà fare… ecco, che lo facciano altre persone – ha continuato Conte -.
Noi dobbiamo solo pensare a lavorare, dare tutti noi stessi per l’Inter, è l’obbligo fino a fine stagione». Il riferimento non è soltanto alle voci sulla proprietà, ma anche alle spinose questioni legate al nuovo capitolo del caso Eriksen e agli stipendi. Bastone e carota I pericoli, quindi, sono ovunque e per rimettersi in carreggiata Conte vuole isolare la squadra da tutto. Troppo importanti le prossime due sfide per lasciarsi distrarre da altro. Oggi è un match scudetto è lo sa bene anche il tecnico. «Quando affronti avversari così, misuri la tua forza. Queste partite servono a misurare le nostre ambizioni, con i fatti e non con le parole.
La Roma, come pure la Juventus, è nel gruppo di squadre che lottano per lo scudetto e per un posto in Champions». E allora testa al campo, dove si rivedrà dal primo minuto anche Arturo Vidal. Il figliol prodigo ha voglia di farsi perdonare dopo le ultime uscite negative che hanno costretto Conte alla tirata d’orecchie pubblica. Il cileno ha affidato ai social il suo pensiero di rivalsa, annunciando di essere «pronto» per la Roma. Conte invece stavolta ha deciso di coccolarselo, sperando che questo messaggio distensivo possa aiutare la squadra a ritrovare il vero guerriero. «A volte uso la carota, altre il bastone – ha sottolineato Conte -.
Faccio così perché voglio bene ad Arturo e alla squadra. Si è allenato bene, con voglia e determinazione e grande attenzione». Il messaggio lanciato nel post Crotone sembra essere stato raccolto da Vidal, fortemente voluto dall’allenatore nerazzurro per la sua innata leadership e per l’abitudine a giocare campionati di vertice. Vista la situazione, la difficoltà a reperire sul mercato nuovi innesti, Vidal non può più limitarsi al compitino: Conte e l’Inter hanno bisogno di un trascinatore sulla via per lo scudetto. Chi meglio di re Arturo, uomo da otto titoli negli ultimi nove tornei? La Roma non darà risposte definitive, ma serve lanciare un segnale. Con i fatti e non a parole, come richiesto da Conte.
Una crescita di valore basata su aspetti che non coinvolgono solo il miglioramento dei risultati del campo. In modo da avere un incremento di fatturato stabile a prescindere dal rendimento di ogni singola stagione, di per sé legato a molteplici fattori, come dimostrano i contraccolpi fortissimi di una mancata qualificazione agli ottavi di Champions League. È questo l’approccio che spinge BC Partners a trattare con Suning per l’acquisto di una minoranza o della maggioranza delle azioni dell’Inter.
Il fondo di private equity, basato a Londra, con uffici a Parigi, New York e Amburgo, oltre 25 miliardi di asset gestiti, è il soggetto che in questo momento si trova in netto vantaggio nelle negoziazioni con il gruppo di Nanchino. Con la precisazione che non è ancora scontato un esito positivo perché i dialoghi sono ancora in una fase preliminare. È sicuro, però, l’interesse per un club calcistico come l’Inter che, secondo il fondo britannico, ha notevoli potenzialità di espansione. Soprattutto per quanto riguarda i settori del merchandising e della produzione di contenuti audio-visivi, sintetizzabili con la parola “media-company”. I dirigenti, che saranno eventualmente scelti da BC Partners in caso di fumata bianca, interverranno soprattutto sulla parte economica dell’attività dell’Inter, meno su quella strettamente calcistica. Non a caso, nei mesi scorsi, il gruppo finanziario ha effettuato qualche sondaggio nella partita dei diritti tv della Bundesliga, decidendo alla fine di non partecipare. Ma è la dimostrazione di un interesse crescente verso la capacità straordinaria del calcio di essere una delle leve principali nel campo dell’entertainment globale.
BC Partners è sempre più attiva nelle operazioni nel settore telecomunicazioni. Un investimento recente in questo campo è stato effettuato con la pay-tv serba United Group che ha numerosi canali sportivi. Negli Stati Uniti invece il fondo ha acquistato Suddenlink, una tv via cavo. L’idea di BC Partners è quella di aumentare la capacità di generare ricavi con la produzione autonoma di contenuti da parte di un club calcistico, per ora connesse soprattutto alla vendita dei diritti tv delle partite. Ma esistono tantissimi altri aspetti. Basta pensare, ad esempio, al documentario realizzato da Amazon Prime Video sul Manchester City di Pep Guardiola. Sono tantissime le strade tramite le quali una società calcistica, famosa in tutto il mondo come l’Inter, può interagire con i propri sostenitori in Italia e all’estero. Il riferimento è ai fatturati di club come Manchester United o Liverpool, pari rispettivamente a 711 e 643 milioni. L’Inter in questo momento si attesta a 372 milioni. Quindi, dal punto di vista di un fondo finanziario abituato a investire dove si intravedono margini di possibile valorizzazione, l’Inter rappresenta un’ottima opportunità. Con tantissimi punti ancora da affrontare, a partire dal prezzo. Suning fissa il valore del club nerazzurro a quota un miliardo. È una valutazione elevata, soprattutto in questa fase.
Molto dipenderà dall’accordo che sarà trovato. Un conto è acquistare il controllo di una società, un altro comprare una partecipazione di minoranza. Per questi discorsi è ancora presto. Occorre aspettare i prossimi mesi. Ma l’approccio di BC Partners è già chiaro. Nell’ottica del fondo londinese l’Inter è molto di più di una squadra di calcio. Questo è un passaggio chiaro a tutti da quasi 20 anni nel mondo del pallone per i grandi club. Ma BC Partners vorrebbe spingere ancora più in là questo ragionamento. Per colmare quel gap di qualche centinaio di milioni di fatturato con le altre corazzate europee.
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