Coppa Italia nel mirino, ma con un pensiero al campionato. I rossoblù di Davide Ballardini partiranno in mattinata per raggiungere Torino dove sfideranno la Juventus per gli ottavi di Coppa Italia. Il tecnico non vuole snobbare l’evento, pur conscio della differenza di valori e di obiettivi tra i due club, ma allo stesso tempo deve fare i conti con il primo inderogabile pensiero: la salvezza. Così la gara di stasera sarà l’occasione per vedere all’opera chi gioca meno e per tenere alta la tensione tra i titolari in vista delle sfide contro Atalanta e Cagliari.
In tal senso va letta una lista di convocati che prevede giovani in uscita, come Males e Caso, talenti dal futuro assicurato come Eyango e Dumbravanu, però anche titolari come Badelj, Destro e Shomurodov. Non tutti avranno spazio, ma i 5 cambi aiuteranno Ballardini che ha lasciato Perin, Berhami, Sturaro e Zappacosta a casa ad allenarsi, oltre ai giocatori in recupero come Pandev e Pellegrini e gli infortunati Biraschi, Zapata e Cassata.
Confermato il 3-5-2 che, declinato secondo le idee di gioco del tecnico romagnolo, sta dando risultati importanti, tanto da raccogliere 7 punti in 4 partite: come il suo predecessore Maran in 13 gare e con gli stessi giocatori. Possibili cambiamenti rispetto all’undici anti Bologna: Pjaca e Scamacca potrebbero partire titolari, mentre Melegoni e Ghiglione sono pronti a ritagliarsi spazio in mediana. Molto dipenderà dalla scelta riguardante Radovanovic, ultimamente utilizzato come centrale di difesa. Con Goldaniga assente contro gli emiliani per squalifica, il serbo potrebbe avanzare a centrocampo o riposare. Davanti a Marchetti si gioca una maglia anche il giovane moldavo Dumbravanu, uno dei nuovi gioielli del settore giovanile rossoblù.
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Questa sera si gioca, da due giorni si tratta. Juventus-Genoa totale in questa settimana. D’altra parte i rapporti fra i due club sono sempre più solidi e c’è il destino di sei giocatori in ballo.
A partire da Gianluca Scamacca, il 22enne centravanti che al Genoa è in prestito, ma è di proprietà del Sassuolo. La Juventus lo ha annusato negli ultimi giorni, perché poteva avere le caratteristiche per diventare la quarta punta di cui i bianconeri hanno bisogno da qui alla fine della stagione per garantire un po’ di turnover a Morata e agli altri attaccanti. Una trattativa a tre, perché il Genoa deve dare il nulla osta, mentre con il Sassuolo la Juventus deve trattare la formula per avere il giocatore.
Una trattativa che ieri ha registrato una brusca frenata e che, per ora, rimane in stallo: chissà se la partita di questa sera possa smuovere qualcosa, tuttavia per il momento sembra che non si riesca a trovare una via soddisfacente per tutti e che possa mediare fra la richiesta del Sassuolo (che valuta il giocatore 25 miioni di euro) e la necessità della Juventus di rinviare i pagamenti sui prossimi bilanci. Non è detta l’ultima parola, ma le azioni di Scamacca bianconero sono comunque scese nelle ultime ventiquattro ore.
Ma non c’era solamente Scamacca sul tavolo di Juventus e Genoa. Tre operazioni sono andate in porto e potrebbero essere annunciate nei prossimi giorni. Nicolò Rovella è diventato un giocatore della Juventus (ha anche sostenuto le visite mediche), anche se rimarrà al Genoa almeno fino a fine stagione, poi le società decideranno, ma ci sono ottime possibilità che anche per tutta la prossima stagione il giovane e promettente centrocapista si faccia le ossa in rossoblù (soprattutto se rimanessero in Serie A). Mentre al Genoa vanno anche Manolo Portanova per circa 7 milioni e Elia Petrelli per 3,5. Un’operazione che muove il mercato, genera plusvalenze e assicura alla Juventus Rovella, obiettivo di molte big italiane perché effettivamente uno dei talenti italiani più brillanti.
Una politica in linea con quella che finora la Juventus ha adottato: setacciare il mercato alla ricerca dei giovani più promettenti per creare, un mattone per volta, il ciclo del futuro. La lunga serie di Under 25 che già militano nella rosa juventina di quest’anno e l’altrettanto lunga lista di talenti acquistati o prenotati, rappresentano un importante ponte sul futuro del club di Andrea Agnelli, che ad agosto aveva ordinato il ringiovanimento e la dirienza sta attuando il piano in modo sistematico.
Fra Juventus e Genoa, infatti, si è anche parlato di Eldor Shomurodov, il 25enne ubzeko che si sta segnalando come uno degli attaccanti più brillanti in questo primo scorcio di stagione. Difficile, quasi impossibile, muoverlo adesso nel mercato di gennaio, ci potrebbero essere più possibilità di avviare un discorso in estate.
Nel frattempo, Juventus e Genoa hanno anche parlato del destino di Marko Pjaca. Il croato, nell’ultimo mercato estivo, era passato al Genoa in prestito, con la prospettiva di trovare spazio e provare a rigenerarsi dopo le infinite sfortune che ne hanno punteggiato la carriera fino ad ora. Adesso, tuttavia, lo spazio al Genoa sembra restringersi e le due società stanno valutando se trovare una nuova sistemazione per l’attaccante, altro oggetto delle lunghe videoconferenze fra Torino e Genova di questi giorni. Oggi si continua e, alle 20.45, ci si ferma per un paio d’ore.
La Juventus non si ferma ad Arkadiusz Milik e Gianluca Scamacca. Prima di provare l’anticipo per il quasi svincolato polacco, comunque complicato viste le richieste del Napoli (10-15 milioni), o affondare per il genoano di proprietà del Sassuolo, il dg Fabio Paratici continua a muoversi su più fronti.
Nelle ultime ore l’uomo mercato bianconero si è riattivato soprattutto su alcune piste estere per capire l’eventuale fattibiità di un’operazione in saldo o comunque con un impatto praticamente nullo sul bilancio attuale. Già, perché la parola d’ordine alla Continassa resta quella di completare il reparto offensivo sfruttando fantasia e creatività. Un po’ come è stato fatto in estate con le operazioni Alvaro Morata e Federico Chiesa. Affari costosi nel lungo periodo, ma non nell’immediato. In questo senso è in salita la pista Olivier Giroud, il quale per traslocare vorrebbe almeno un anno e mezzo di contratto.
Soluzione difficilmente percorribile, senza contare che a Stamford Bridge non sembrano più tanto dell’idea di “liberare” il 34enne campione del mondo con sei mesi d’anticipo rispetto alla naturale scadenza del contratto. Dalla Germania è filtrato il nome di Matheus Cunha dell’Hertha Berlino: in questo momento, però, la Juventus non può tesserare giocatori extracomunitari avendo occupato le due caselle disponibili con Arthur e McKennie. Il brasiliano, eventualmente, tornerà di moda in estate. Antenne sempre dritte sue due giovani attaccanti francesi: uno è Odsonne Édouard del Celtic e l’altro è Janis Antiste del Tolosa.
Il primo è il centravanti dell’Under 21 transalpina e, secondo i ben informati, gli scozzesi non hanno alcuna intenzione di cederlo in inverno e soprattutto in saldo. Il secondo sembra più una possibilità di riserva e da ultimi giorni. Una cosa è certa: Paratici, come sua abitudine, si sta muovendo su più tavoli contemporaneamente. Dalla Francia è emerso anche un tentativo juventino di inserirsi tra Moussa Dembele e l’Atletico Madrid. La squadra di Diego Simeone, come ha fatto capire lo stesso allenatore argentino, è però in chiusura per l’ormai ex centravanti di Rudi Garcia, che comunque non sarà impiegabile per alcune settimane a causa di un infortunio al braccio.
Le opportunità, anche nel mercato di gennaio e al tempo del Covid, possono spuntare da un giorno all’altro e soprattutto con l’avvicinarsi della sirena di fine trattative del 31 gennaio. Anche per questo Paratici sta prendendo tempo e sta valutando i pro e i contro di ogni idea senza farsi prendere dall’ansia. Un’idea, seppur complicatissima, resta quella di riuscire ad anticipare l’acquisto di Arek Milik, ai margini e in scadenza col Napoli. Il polacco a giugno si libererà a parametro zero e alla Juventus non dispiacerebbe portarlo a Torino con qualche mese d’anticipo, anche per evitare il traffico estivo. Il club azzurro, però, finora ha già rifiutato due offerte ufficiali sotto i 10 milioni (quelle di Atletico e Marsiglia) e la possibilità che trovi un compromesso con la Juventus è quotata pochissimo. Di tempo ce ne è ancora, in teoria. Nella pratica, però, Aurelio De Laurentiis sembra farne soprattutto una questione di principio. Nel caso di Milik può succedere di tutto, compreso che l’ex Ajax rimanga a Napoli fino a giugno, quando poi sarà svincolato.
Soluzione che, ovviamente, spera di evitare la Nazionale polacca, che intende puntare su Milik per l’Europeo. Ieri sul tema è intervenuto Zibì Boniek, il presidente della federcalcio: «Milik? Se resta a Napoli anche dopo il mercato di gennaio credo sia normale non possa partecipare agli Europei con la Polonia. Situazione che mi sorprende e capisco il Napoli, che aiutato molto il giocatore».
Aspettando l’evolversi di Milik, di Scamacca (i dettagli nella pagina a fianco) e di eventuali last minute esteri, resistono in lista, seppur più staccati, anche Graziano Pellé (svincolato) e l’ex Fernando Llorente (Napoli).
Quando giocava, e inventava calcio, e graffiava con quei calci di punizione che la Juventus attuale si conquista poco, Andrea Pirlo ne portò due a casa. Due edizioni della Coppa Italia: 2002-03 con il Milan appena tre giorni dopo il trionfo di Manchester sui bianconeri, 2014-15 con i campioni d’Italia allora pilotati da Massimiliano Allegri. E anche se è del tutto naturale pensare che scudetto e Champions League godano di maggiore appeal, il debutto del bresciano da tecnico nella competizione nazionale non ha nulla di banale. E non conviene a nessuno considerare la partita di stasera contro il Genoa come un inutile intralcio all’attuazione del piano di rimonta scudetto. Piuttosto è un’occasione di mettersi in mostra: per chi gioca meno e logicamente s’aspettava più considerazione, per chi è giovane e potrà sfruttare un’occasione così unica.
Tra positivi al Covid e infortunati, oggi la Juve farà a meno di sei titolari o quasi: Cuadrado, Alex Sandro, De Ligt, Dybala, McKennie e Chiesa. Fra talenti già in bolla e altri aggregati dall’Under 23 (dopo doppio tampone negativo, ovvio) ecco che all’elenco dei prescelti si aggiungono i nomi di Dragusin, Portanova, Felix Correia, Lucas Rosa e Wesley. Il primo, difensore centrale rumeno in odor di rinnovo del contratto in scadenza a giugno, potrebbe giocare titolare al fianco di Chiellini e Demiral nella linea difensiva a tre che con Frabotta butta giù il poker. Il secondo è un centrocampista talmente duttile da poter dare il cambio a chiunque nella linea di mezzo. I primi due hanno già collezionato due presenze stagionali a testa; per gli ultimi tre è la prima chiamata. Fagioli e Di Pardo si sarebbero potuti aggiungere al gruppo, ma per via di una sanzione conseguente all’ultimo match di Coppa di categoria disputato la scorsa stagione devono scontare un turno di squalifica. Il tecnico, intanto, conferma le presenze di Buffon e Chiellini dall’inizio, pensa se affidarsi o meno a Morata, con un occhio ai quarti di Coppa Italia (se la Juve passa, giocherà contro Sassuolo o Spal il 27 gennaio allo Stadium) e l’altro a Inter-Juve di domenica a San Siro. Lì dove passerà il treno scudetto.
E anche se a Milano la formazione sarà assai diversa da quella di Coppa, chiamate pure l’impegno contro il Genoa una sorta di riscaldamento in vista del Derby d’Italia. Con la mente e con il cuore. «Vogliamo vincere, perché si pensa che la Coppa Italia non interessi a nessuno, però poi quando arrivi in finale piace a tutti giocarla – il monito di Pirlo alla tv bianconera -. Sarà una partita combattuta, loro sono cambiati nell’aggressività e sembra abbiano molta energia».
Il riferimento è all’ultimo incrocio con i rossoblù, lontano un mese esatto. Era campionato, sulla panchina dei liguri comandava ancora Rolando Maran, la Juve passò in scioltezza a Marassi (3-1) con Dybala e un doppio gancio di Cristiano Ronaldo. Il peso del match di questa sera è differente, anche se è comunque una sfida che non avrà repliche, semmai un ipotetico prolugamento a supplementari e rigori in caso di parità al 90’. Considerate le prossime scadenze in calendario, per i bianconeri non pare proprio il caso. Pirlo vuole evitare trappole, perciò ha fatto vedere alcuni video alla squadra catechizzandola così:«Occhio al Genoa, difende a cinque e riparte bene»
Al di là dell’avversario la Juventus riemersa dal tonfo prenatalizio con la Fiorentina è una realtà trasfigurata e che promette bene. «Quella partita fu un fulmine a ciel sereno – spiega Pirlo – ma ci siamo ricompattati e siamo ripartiti mettendo in campo soprattutto la forza mentale. Abbiamo chiarito bene gli obiettivi pensando solo a noi stessi e al fatto che dobbiamo raggiungere l’obiettivo finale con la giusta determinazione e concentrazione. Anche se ogni tanto succede ancora di avere alti e bassi, ciò che conta è la voglia di portare a casa il risultato in qualsiasi modo».
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