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L’esame di maturità da non fallire. Per capire se la Sampdoria potrà ambire solo a una tranquilla salvezza o forse a qualcosa di più. I blucerchiati ospitano a Marassi la Fiorentina – a un anno di distanza da una clamorosa sconfitta per 5-1 sempre contro i viola – per capire davvero di che pasta siano fatti.
Claudio Ranieri ha strigliato i suoi dopo il deludente pareggio (almeno nella prestazione) di Benevento. Serve una risposta significativa in campo e non sono escluse rivoluzioni in formazione. Una delle novità potrebbe essere il ritorno tra i titolari di Alex Ferrari: il difensore modenese non gioca una gara da titolare praticamente da un mese (il 16 dicembre a Verona) a causa di un infortunio ma ora è pienamente recuperato e, godendo della piena fiducia di Ranieri, è pronto a dare il suo contributo alla squadra.
L’ex Bologna potrebbe essere impiegato al centro della difesa al fianco di uno tra Colley o Yoshida, vista l’assenza per squalifica di Tonelli: il giapponese era partito dalla panchina nella gara di domenica scorsa a Benevento e oggi potrebbe avere una nuova chanche per giocare dall’inizio. Qualcosa potrebbe poi cambiare a centrocampo, con un Ekdal che – dopo aver festeggiato la nascita della figlia Beatrice prima della gara del Vigorito – è più carico che mai per ritrovare un posto da titolare: lo svedese potrebbe fare coppia con Adrien Silva, anche se il norvegese Thorsby – pur senza aver entusiasmato nell’ultimo periodo – resta uno dei fedelissimi nella Samp di Ranieri.
Altro grande dubbio riguarda poi la fascia sinistra di centrocampo: Damsgaard – decisivo domenica scorsa con l’assist per il gol di Keita – scalpita per ritrovare una maglia da titolare, anche se il corridore Jankto resta una soluzione cara a Ranieri. Il tecnico doriano dovrà dunque sfogliare la margherita in questo momento di particolare abbondanza in rosa, nelle scelte un po’ in tutti i reparti: se si esclude lo squalificato Tonelli e un Gabbiadini che torna tra i convocati ma che partirà dalla panchina, sono molte le alternative a disposizione di Ranieri, che farà ancora una volta la differenza con le sue decisioni, nel bene o nel male.
In attacco tutto lascia pensare al tandem formato da Keita Balde – in buona forma e a segno domenica scorsa a Benevento – e da capitan Quagliarella, che nelle ultime settimane ha giocato con minore continuità ma che resta sempre il giocatore più pericoloso della squadra anche a 38 anni. Torregrossa non è al top ma è stato comunque convocato, stesso discorso per i due trequartisti Verre e Ramirez che sembrano essere finiti un po’ in nafatalina ma che possono sempre rivelarsi elementi utili alla causa.
Tante scelte, tante carte a disposizione per una Sampdoria che ha voglia di rialzare la testa dopo un paio di partite sotto tono, per provare ad aprire un nuovo campionato: battere i viola e andare a quota 30 avrebbe un significato pesante anche a livello simbolico per la squadra, viceversa una sconfitta accenderebbe un po’ le preoccupazioni di una classifica un po’ troppo corta, anche in basso. Una Sampdoria che resta tra color che son sospesi e che deve dare una risposta sul campo a se stessa, prima ancora che agli avversari: solo stasera dopo la partita forse si capirà se è arrivato davvero il momento di alzare l’asticella.
Con la Sampdoria senza Ribèry: in quella che definisce «la gara più importante della stagione» Prandelli deve rinunciare per la seconda volta di fila al giocatore più rappresentativo, out per infortunio muscolare. «Franck ha fatto di tutto, purtroppo non ha recuperato, ma è un piccolo problema che si risolverà in pochi giorni». Nella prima trasferta senza FR7 il tecnico ritrova Castrovilli, Milenkovic e Caceres, medita di rilanciare Pulgar dopo la crisi e sostituire Ribéry («Che non ha cloni») con Eysseric finora mai convincente. Obiettivo: tornare da Genova con un successo e non solo perché sarebbe il 100° per lui in A coi viola (record): «Sarà una battaglia e siamo pronti. Ranieri ha detto che siamo con l’acqua alla gola? Spero di mettere la Samp nella stessa situazione – risponde Prandelli – Per il lavoro fatto dall’anno scorso Claudio merita la Panchina d’oro e gliel’ho pure detto ma tolte le prime 7-8 nessuna squadra è fuori dalla bagarre salvezza. Sono però ottimista, c’è tanto da migliorare ma il gruppo ora è unito e conscio del cammino da fare». E il suo futuro? Non è una priorità: «Da subito ho detto che mai creerò problemi o farò polemiche qualunque cosa deciderà la società. Sapevo dei rischi ma ho accettato di tornare perché lo dovevo a Firenze e a questo club».
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