Pensioni, arriva Quota 92. La sorpresa che spiazza Draghi!

La riforma delle pensioni e la definitiva chiusura di Quota 100 continuano ad essere centro del dibattito pubblico. Mario Draghi dovrà necessariamente intervenire anche su questo tema, cercando di delineare e tratteggiare in maniera definitiva il futuro del nostro sistema previdenziale.

La riforma delle pensioni e la definitiva chiusura di Quota 100 continuano ad essere centro del dibattito pubblico. Mario Draghi dovrà necessariamente intervenire anche su questo tema, cercando di delineare e tratteggiare in maniera definitiva il futuro del nostro sistema previdenziale. Nel frattempo ha preso la parola Graziano Delrio, che ha voluto fare chiarezza, una volta per tutto, sul pensiero del Partito Democratico sulle pensioni e suggerendo quella che dovrebbe essere la mossa del Governo Draghi: introdurre Quota 92.

Una presa di posizione che molto probabilmente ha colto di sorpresa i soggetti coinvolti, ma che serve per comprendere che il dibattito sulle pensioni è quanto mai aperto. Delrio ha spiegato che il Partito Democratico è contrario al rinnovo di Quota 100. Un’affermazione che non può che essere una semplice presa d’atto, visto che sul tavolo del Governo non sembra mai essersi posata un’ipotesi del genere. Sarà necessario, comunque, pensare ad una soluzione alternativa, soprattutto per quei lavoratori che non riusciranno a raggiungere i requisiti per entrare in pensione con Quota 100 e che rischiano di rimanere particolarmente svantaggiati.

Arriva Quota 92, l’alternativa a Quota 100!

Delrio ha lanciato la sua proposta: Quota 100 può essere sostituita da Quota 92, riproponendo, in sintesi, quella che era un’idea lanciata in passato dal senatore Tommaso Nannicini. L’ipotesi è quella di prevedere Quota 92 ma solo e soltanto per alcune categorie di lavoratori. Ma come dovrebbe funzionare Quota 92? In sostanza il funzionamente non sarebbe molto distante da quello di Quota 100, la differenza sostanziale sarebbe nel limite di età che verrebber rischiesto per poter accedere alla pensione, ma soprattutto per i contributi previsti per andarci.

Entrambe le misure darebbero la possibilità di andare in pensione una volta che si sia raggiunta la relativa somma tra l’età anagrafica e i contributi versati. Il risultato darebbe, ovviamente, come risultato la cifra che viene indicata accando alla Quota. Nel caso di Quota 100, comunque, l’età minima richiesta sarebbe di 62 anni e 38 anni di contributi, per Quota 92 si potrà andare in pensione sempre a 62 anni, ma solo e coltanto con 30 anni di contributi.

Attenzione, però, non è tutto oro quello che luccica. Nel caso in cui il lavoratore dovesse andare in pensione accedendo a Quota 92, subirà una vera e propria penalizzazione. Questa è in sostanza la differenza più importante tra Quota 92 e Quota 100, che non comporta alcune penalizzazione dell’assegno. Sarebbero diverse le penalizzazioni che si starebbero studiando: si passa da un taglio del 3% dell’assegno per ogni anno di uscita anticipata rispetto alla pensione di vecchiaia, arrivando ad un ricalcolo contributivo dell’assegno maturato.

Ok a Quota 92, ma non per tutti!

Graziano Delrio ha confermato che Quota 92 piace al Partito Democratico. La misura, però, non sarebbe adatta a tutti i lavoratori in profumo di pensione. Questa nuova misura non dovrebbe essere estesa a tutti, ma dovrebbe essere riservata solo ad alcune tipologie di lavoratori, come le donne e quelli usuranti. In estrema sintesi si avrebbe l’intenzione di aiutare le persone più fragili, cercando di calvalcare quella che è stata da sempre la filosofia e l’orientamento del Partito Democratico. Il quale, in tempi non sospetti, aveva introdotto l’Ape Sociale.

Per le altre tipologie di lavoratori potrebbe esserci Quota 102, in modo da poter evitare lo scalone dei cinque anni, che si verrebbe a creare dal gennaio 2022, con l’addio di Quota 100. In questo caso, la somma tra età anagrafica e contributi dovrebbe risultare pari a 102. L’età minima per entrare in pensione dovrebbe salire a 64 anni, con 38 di contributi.

Per il momento solo una proposta!

Quella che abbiamo appena descritto è semplicemente una proposta: se ne è parlato con insistenza nelle ultime settimane. Toccherà ad Andrea Orlando, nuovo Ministro del Lavoro, sciogliere ventuali riserve e tratteggiare il percorso da intraprendere per la riforma delle pensioni.

E’ necessario sottolineare, comunque, che Quota 102 dovrà, a sua volta, prevedere delle penalizzazioni per quanti decidano di andare in pensione in anticipo. In questo senso le indicazioni che sono arrivate dall’Unione europea sono molto chiare e la sensazione che circola in queste ore è che qualsiasi misura di flessibilità non possa essere concessa, dopo Quota 100, senza una contro partita. Quindi se si andrà in pensione in anticipo, è necessario mettere in conto una bella sforbicita dell’assegno.


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