Mattia Fogarin trovato morto a 21 anni. Quella frase ossessiva, l’ultima telefonata e le urla della madre

Le speranze di ritrovare Mattia Fogarin vivo sono svanite ieri mattina, a dieci giorni dalla scomparsa. Intorno alle 10, un corpo è affiorato lungo l’argine del Bassanello, dove pure si erano concentrate le ricerche dei sommozzatori: era quello del 21enne.

La conferma che il ragazzo aveva messo in atto i propositi suicidi che aveva preannunciato al padre in quella disperata e confusa telefonata di lunedì notte: «Mi butto in un cassonetto. Non seguitemi». Ma il cassonetto non c’entrava nulla. Mattia si è gettato nelle fredde e limacciose acque del Bacchiglione, lato canale Scaricatore, probabilmente pochi minuti dopo aver chiuso l’ultima telefonata con la madre, alle 4 di notte.

Riconoscere Mattia è stato semplice: aveva addosso i vestiti con cui era uscito di casa la notte della scomparsa. Il pubblico ministero Sergio Dini è arrivato sul luogo del ritrovamento assieme anche al comandante provinciale dell’Arma, Luigi Manzini. È stata disposta l’autopsia e si continueranno a svolgere le indagini, ma sembra ormai praticamente certo che il giovane si sia tolto la vita.

IL DOLORE DEI GENITORI

Appena saputo del ritrovamento anche i genitori di Mattia hanno raggiunto, la stradina ricoperta di sassolini bianchi che il padre aveva sentito scricchiolare sotto ai piedi del figlio durante l’ultima telefonata. Qui l’urlo di dolore della madre, Marzia, è stato incontenibile.

IL CUORE SPEZZATO

Mattia aveva il cuore spezzato. Era innamorato, non corrisposto, di una ragazza di poco più giovane che proprio pochi minuti prima che venisse ritrovato il corpo aveva lanciato un appello affinché il ragazzo tornasse a casa. Era proprio questa ragazza la “lei” di cui Mattia parlava ossessivamente ai genitori: «Ho fatto qualcosa a cui non posso rimediare, se non faccio qualcosa lei verrà a casa».


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