Come cambiano le pensioni con il nuovo Governo Draghi?

Tra le tante incertezze sulla prossima riforma pensioni, c’è la corsa all’uscita anticipata con Quota 100. Questa misura è entrata in vigore nel 2019 solo per un triennio sperimentale che termina il 31 dicembre 2021. La pensione anticipata Quota 100 sicuramente non sarà rinnovata, ma come cambiano le pensioni con il nuovo Governo Draghi? Questa è la domanda che pongono i Lettori agli Esperti di ProiezionidiBorsa, preoccupati delle sorti del sistema previdenziale italiano.

Le preoccupazioni non sono infondate, in quanto la crisi italiana dovuta anche alla pandemia Covid-19, ha accentuato le criticità esistenti. Si profila l’idea di un restyling completo del sistema previdenziale con l’eliminazione di molte forme pensionistiche attualmente in vigore.

Un sistema previdenziale più semplice e con eguaglianza tra uomini e donne. Ricordiamo che le lavoratrici sono tutelate con la possibilità di accedere 8/9 anni prima al pensionamento. Ma non è gratis, infatti, l’Opzione donna è calcolata con il sistema contributivo puro. Questa misura può comportare una diminuzione dell’assegno pensionistico del 25-30% in base all’ultimo assegno percepito.

Ma dalle proposte presentate l’orientamento della nuova riforma pensione sembra coinvolgere tutte le misure verso il sistema contributivo. Questo sistema è nato con la riforma Monti – Fornero, denominata riforma di lacrime e sangue.

Al momento il Governo è impegnato con altre priorità, ma a breve dovrebbero iniziare le consultazioni tra sindacati e Governo per trovare la giusta strada.

Le proposte per il 2022

Nel frattempo, la Lega ha presentato la sua proposta che ha scatenato il malcontento dei lavoratori.

In particolare, la proposta prevede di abbandonare la pensione anticipata Quota 100 e sostituirla con una Quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contributi). Questa nuova forma pensionistica è destinata solo ai lavoratori che svolgono mansioni faticose e pesanti. Inoltre, è calcolata con il sistema contributivo.

Poi, la proposta, abolisce tutte le misure in proroga annualmente e trasforma la Quota 41 per tutti, e sono sufficienti solo 41 anni di contributi. Ma il calcolo dell’assegno è effettuato con il sistema contributivo.

Questa è solo una proposta come tante, niente di definitivo. Quindi, bisogna attendere che il Governo riapra i tavoli tecnici e capire cosa si prospetta.


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