Come finisce I Cento Passi, trama e finale
Come finisce il film I Cento Passi? Il film “I Cento Passi”, diretto da Marco Tullio Giordana nel 2000, racconta la coraggiosa vita di Peppino Impastato, un giornalista che non ha esitato a sfidare la mafia con la sua voce e le sue azioni. Quest’opera cinematografica, premiata per la miglior sceneggiatura al Festival di Venezia nello stesso anno, vede Luigi Lo Cascio nei panni di Peppino, affiancato da un cast d’eccezione che include Andrea Tidona, Luigi Maria Burrano, Claudio Gioè, Domenico Centamore, Ninni Bruschetta, e Tony Sperandeo. La narrazione segue la vita, le battaglie e l’inevitabile destino di Impastato, offrendo uno sguardo intimo sulla sua lotta contro il crimine organizzato.
Come finisce I Cento Passi, trama completa
Peppino Impastato viene al mondo il 5 gennaio 1948 a Cinisi, una località siciliana stretta nella morsa della mafia, circostanza aggravata dai legami familiari con il crimine organizzato. Nonostante queste origini, Peppino si allontana radicalmente dalla mafia, dedicandosi alla politica e al giornalismo. Fonda “L’idea socialista”, un giornale dal breve corso di vita a causa della censura, e successivamente, nel 1977, dà vita a Radio Aut, una stazione radio che diventa la sua arma contro la mafia, attraverso cui denuncia i crimini e le collusioni tra mafiosi e politici corrotti.
Come finisce I Cento Passi film di Marco Tullio Giordana su Peppino Impastato
Dopo la morte dello zio mafioso, Don Cesare Manzella, Peppino trova in Stefano Venuti, un pittore, la figura paterna che non ha mai avuto. Il suo vero padre, in contrasto con le sue attività anti-mafia, lo allontana da casa. Impastato non si arrende, continuando a scrivere e a denunciare i mafiosi locali, tra cui Gaetano Badalamenti, noto come Don Tano e socio di suo padre, evidenziando l’ipocrisia e la violenza dell’organizzazione criminale attraverso articoli provocatori e la sua candidatura politica per il partito Democrazia Proletaria.
I Cento Passi finale spiegazione: come è morto Peppino Impastato
Peppino Impastato paga con la vita il suo impegno politico e sociale. Il 9 maggio 1978, su ordine di Gaetano Badalamenti, il suo corpo viene scoperto sui binari ferroviari di Palermo, segnando una tragica fine per il giovane attivista. Lo stesso giorno, l’Italia piange un’altra vittima della violenza politica: Aldo Moro. Peppino, divenuto un simbolo della resistenza alla mafia, aveva superato il punto di non ritorno, diventando un bersaglio per i mafiosi e trovando nella morte una crudele ma potente eredità di coraggio e resistenza.
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