Mal degrado del Quartaccio alle luci di Sanremo, passando per gli studi di Amici. E poi le copertine, i servizi di moda, il tappeto rosso alla Mostra del cinema di Venezia con il fidanzato, che è il rapper Marracash.
Per raccontare Elodie Di Patrizi, in arte Elodie, è necessario resistere alla retorica lacrimosa del paradiso dopo l’inferno, del successo ottenuto prendendo a pugni il destino. Non è poi così difficile, perché nulla di tutto questo si addice all’interprete di Andromeda, Guaranà, Ciclone.
Basta leggere o guardare qualche intervista per capire che la trentenne romana con gli occhi da cerbiatto e lo sguardo duro richiede toni asciutti. Si può cominciare, allora, dalla croce tatuata sulla sua spalla sinistra. Grande, ma essenziale. Ricorda il momento in cui Elodie ha chiuso la parte dolorosa della sua vita. Una parte lunga più di ventanni. Morta e sepolta, ma non dimenticata, nonostante l’artista sia oggi una delle più amate tra quelle uscite dalla scuderia di Amici.
In settembre è stata definita la regina dell’estate, perché le sue canzoni hanno dominato le programmazioni radiofoniche delle vacanze. Qualche settimana fa la sua esibizione a X Factor, in qualità di ospite, ha suscitato un coro di commenti positivi, anche per il sorprendente body color nudo, indossato aperto sulla mini nera. “Non sbaglia un colpo’’, hanno scritto le esperte di moda. “Sia che si lasci avvolgere da un abito firmato Versace, sia che scelga pezzi di stilisti emergenti”.
E non solo perché è bellissima, con quel viso esotico, la pelle dorata e le gambe che non finiscono più, ma perché indossa qualunque capo con naturalezza. Come se non avesse fatto altro, nella vita, che uscire in abito da sera. No, non è stato questo il passato di Elodie.
Quando apriva la porta di casa sua, al Quartaccio, trovava sul pianerottolo «spacciatori, gente sessualmente promiscua, alcolizzati». L’ha raccontato di recente al Corriere della Sera, aggiungendo: «La mia famiglia non era quella del Mulino bianco».
Sua madre Claudia Marthe Mitai, modella nata nelle Antille francesi, la mette al mondo quando ha appena 21 anni. «Non era pronta», ha spiegato la cantante, per prendersi cura di un figlio, per imporre regole e farle rispettare. Il papà, Roberto, è un musicista di strada italiano. «Non erano molto felici», ha spiegato Elodie, «a casa non c’era una bella arietta. Mamma faceva la cubista, era una ragazza con problemi.
Entrambi hanno sofferto molto ed erano onesti in questo, non hanno mai camuffato il loro malessere». Il problema, per tutti e due, è la tossicodipendenza. «Io l’ho capito dopo un po’ ma non ho reagito arrabbiandomi, anche se poi ho avuto dentro di me tanta rabbia per parecchio tempo. Non mi va di addossare colpe a loro, ma sono stata anni a tentare di sistemare una cosa che non è sistemabile, non da una ragazzina».
E poi c’è Fey, la sorella di tre anni più giovane, che Elodie cerca di proteggere, come può: «Cercavo di non farle capire quanto andassero male le cose». Non è facile, se a tutto il resto si aggiunge che nessuno si preoccupa di come vai a scuola, che torni a casa e non c’è l’acqua calda, che la muffa ricopre metà della parete. «Ci mettevamo tutti e quattro sul marciapiede di via della Maddalena a Roma, vicino al Pantheon: papà suonava, mamma raccoglieva i soldi per la pigione di 80 mila lire a Quartaccio ».
La coppia si separa quando Elodie ha otto anni. «A 12 anni mi facevo le canne tutto il giorno», ha raccontato la cantante, «anche per stare tranquilla: ero sempre arrabbiata. Facevamo delle collette con le amiche e quelle erano le mie giornate. Bevevo anche, uscivo e tornavo alle 7 del mattino, a 15 anni: ho avuto una libertà totale. E se hai troppa libertà sbagli». Intorno, la desolazione di un quartiere difficile, dove i giovani non vedono il futuro: droga e gravidanze precoci sono la norma, la scuola qualcosa di estraneo. «Io ho la terza media e per dirlo ci ho messo anni: mi vergognavo come una ladra», ha raccontato Elodie.
E siccome è convinta che «se studi ti passa la voglia di fare cavoiate» come spacciare o rubare, Elodie ha regalato agli studenti del suo quartiere la possibilità iscriversi a un corso di educazione digitale. «Rimpiango molto il fatto di essere ignorante. Mi fa sentire a disagio, anche perché sono stata vigliacca: ho fatto il liceo delle Scienze umane fino al quinto anno, senza mai essere bocciata. Arrivata a maggio, mi sono ritirata. Non mi sentivo all’altezza di fare l’esame».
Eppure, nonostante tutto, il Quartaccio racchiude cuori grandi. Quando i genitori della futura artista proprio non ce la fanno, sono i vicini a occuparsi di lei e di sua sorella. Una seconda famiglia che la cantante va a trovare con la troupe di Vice, il sito canadese che l’ha intervistata a febbraio. «Ho amato tante di quelle persone», dice. «Mi hanno dato la possibilità di vedere le vita con serenità». Forse è questo che la dà la forza di andarsene da casa e di lasciare Roma quando ha 19 anni. Si trasferisce in Puglia con un fidanzato, e quando la storia finisce, rimane. Lavora come modella, come cameriera, balla sui cubi nelle discoteche. Proprio come sua madre. «Quando scoprii che mamma aveva fatto la cubista mi arrabbiai. Mi sembrava una cosa da poco di buono. Mi ero fatta inglobare dai pregiudizi». La scuola di vita del Quartaccio l’aiuta a farsi rispettare, ad affrontare chi allunga la mano o accende la videocamera del telefonino per riprenderla mentre balla: «Io so’ coatta: ho spaccato mani, telefoni. La borgata lì mi è servita».
Poi inizia a cantare nei locali, con la tremarella alle gambe. Il padre la incoraggia a fare i provini per X Factor, poi a scrivere alla redazione di Amici. E il 2015 e per la venticinquenne con i capelli fucsia la svolta sta per arrivare.
Di lì a qualche anno sulla sua spalla compare un tatuaggio a forma di croce: la vecchia Elodie non c’è più. Quella nuova vive un presente insperato, tiene i piedi ancorati a terra e non serba rancore: «Il rapporto con mia madre è molto cambiato nel tempo, lei è esuberante, particolare, viene da una cultura diversa», dice Elodie. «Mia mamma è stata male ma tutto si è risolto per il meglio, per fortuna». Quella che sembrava una famiglia sgangherata, alla fine si ricompone. Elodie è vicino alla sorella anche nel momento più difficile, in cui comprende di essere omosessuale: «Quando me l’ha confidato, piangeva. Ma io l’avevo capito prima di lei. Tutti in famiglia l’avevamo capito, mio padre in questo è sempre stato aperto e ci ha parlato con naturalezza di sesso, senza fare riferimento al genere».
Da oltre un anno, nella vita di Elodie è arrivato anche un amore forte, quello che la unisce a Marracash, nome d’arteFabio Bartolo Rizzo. Un tempo, i fidanzati mal digerivano il suo successo e i suoi guadagni, ora le cose vanno bene: «E il primo uomo che mi capisce davvero», dice. E non raccoglie la provocazione, quando la definiscono, in modo riduttivo, la “tipa di Marracash”: «Io sono Elodie», risponde , «poi sono anche la “tipa di Marra”. È l’uomo che ho scelto, sono orgogliosa di stare con lui. Rimango una donna forte e indipendente». Non sarò la tua Andromeda, canta l’artista nel singolo omonimo, scritto per lei dall’amico Mahmood. Allude al mito della giovane incatenata a uno scoglio e salvata da Perseo. Elodie, la ragazza del Quartaccio, le catene le ha spezzate da sola.
Viterbocitta.it è un giornale online approvato anche da Google News. Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato su questo argomento ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News