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Un occhio all’Udinese per provare a vincere il titolo di campione d’inverno e l’altro al derby di martedì per approdare alle semifinali di Coppa Italia? Guai a dirlo. O pensarlo. Dalle parti della Pinetina, in particolare nell’ufficio di Antonio Conte, la testa è solo su una competizione: «Se schiererò la stessa formazione vista con la Juventus o farò qualche cambio pensando alla Coppa Italia? I ragionamenti vanno fatti esclusivamente sull’Udinese – ha tuonato ieri in conferenza il tecnico salentino -.
Sappiamo l’importanza per tutti del campionato perché dà due possibilità, di vincere lo scudetto oppure un posto in Champions. Per questo il campionato è un discorso prioritario su tutto. Noi dobbiamo concentrarci sull’Udinese e affrontare la partita con la giusta attenzione. Il resto poi lo vedremo successivamente, oggi la partita più importante in assoluto per noi è l’Udinese». Chiaro no? Ovviamente nessuno crede che martedì Conte schiererà contro il Milan tutte le seconde linee, anche perché dopo essere stato eliminato dall’Europa, è impensabile che snobbi la coppa nazionale, ma è evidente quanto il tecnico in questo momento voglia… azzannare il campionato.
Oggi quindi alla Dacia Arena, a meno di sorprese, scenderà in campo la migliore Inter possibile, ovvero quella vista dominare e schiantare la Juventus. La difesa dei titolarissimi non verrà toccata, così come il trio di centrocampo composto da Barella, Brozovic e Vidal. Coppia d’attacco ovviamente formata da Lukaku e Lautaro Martinez, mentre in fascia inizieranno Hakimi e Young. Poi, se la partita si metterà sui binari giusti, arriveranno i cambi per far rifiatare qualcuno in vista del Milan. L’obiettivo di Conte è dare continuità di prestazione e oggi si aspetta una conferma da parte della sua squadra per non vanificare gli ultimi passi fatti in avanti.
Conte, come spiegato già nei giorni scorsi, si aspetta una crescita «nella mentalità, nella cattiveria agonistica, nel sentire il sangue per ammazzare sportivamente l’avversario». Con la Juve l’obiettivo è riuscito, con l’Udinese le motivazioni potrebbero essere inferiori, ma Conte non è preoccupato: «L’Inter, per storia e tradizione, deve cercare di ottenere il massimo in ogni partita: dobbiamo giocare nella stessa maniera rispetto alla partita contro la Juventus – ha sottolineato l’allenatore -. Come ho sempre detto abbiamo iniziato un percorso, da un anno e mezzo ci sono stati miglioramenti sotto ogni punto di vista, non solo sul campo, ma anche nell’affrontare le partite nella giusta maniera. I ragazzi sanno facendo degli step, chi in maniera più rapida e chi più lenta, ma tutto passa dal migliorare singolarmente i calciatori. Penso che noi in un anno e mezzo abbiamo fatto passi avanti. Se vogliamo stare in alto i margini di errore sono minimi e non bisogna accontentarsi del successo quotidiano, che è effimero, dobbiamo pensare al successo duraturo e che possa portare a fine stagione a qualcosa di importante».
La vittoria sulla Juventus – «quando batti squadre forti come i bianconeri, devi aver fatto un’ottima partita» – ha mandato un segnale al campionato, ma per Conte l’Inter continua a rimanere una delle candidate al titolo, non la favorita: «Io ho sempre detto che considero questo campionato con sette squadre che possono giocare per un duplice obiettivo, scudetto e zona Champions. Il girone di andata ha confermato questo – ha analizzato Conte -, poi qualcuno ha viaggiato con passo più spedito, altri meno».
Ieri Conte non ha parlato di mercato, d’altronde da un paio di settimane va ripetendo che la squadra non cambierà, che la società gli ha detto che non ci saranno investimenti. Detto ciò, Conte almeno un regalo lo gradirebbe, in particolare in attacco. Tutto passa da Eriksen: gli intermediari sono a lavoro e la prossima settimana si capirà se ci sarà un’accelerata con qualche club di Premier (l’Arsenal in uno scambio con Torreira? Il Leicester?). Con la sua uscita, si aprirebbe uno spazio economico per l’attaccante. L’Inter si guarda intorno, Papu Gomez (ora c’è anche il Monza) o addirittura Dzeko, nel caso precipitasse la situazione a Roma, sarebbero due super opportunità da cogliere, ma costano tanto. Più facile pensare a un’occasione last minute fra Italia o estero. Si vedrà.
Non sarà un pomeriggio invidiabile quello dei difensori dell’Udinese. Di per sé, già affrontare Romelu Lukaku e Lautaro Martinez non è mestiere semplice, figurarsi se entrambi non segnano da venti giorni, tre partite di campionato. La data spartiacque, infatti, è il 3 gennaio: quel giorno i malcapitati furono i difensori del Crotone, spazzati via dalla tripletta del “Toro” argentino e dal sigillo del centravanti belga che fissarono il punteggio, con Hakimi e un’autorete, sul 6-2.
Da quella partita, però, i due attaccanti nerazzurri si sono fermati. O meglio: Lukaku è stato frenato da un infortunio che l’ha costretto a giocare non al meglio la parte finale della partita persa il giorno della Befana contro la Sampdoria, iniziando quindi dalla panchina. Poi non ha segnato contro la Roma e contro la Juventus, ma in entrambe le circostanze il suo apporto alla squadra è stato importante. Il tutto senza dimenticare, ovviamente, la gara del 13 gennaio a Firenze in Coppa Italia, decisa da un suo colpo di testa al 119’ minuto. In campionato, però, Lukaku non segna da tre gare e in questo ’20-21 è una rarità. “Big Rom”, infatti, al massimo era rimasto a secco in questo torneo solo per una gara: Lazio fra Benevento e Milan; Atalanta fra Genoa e Torino (ma a Bergamo giocò solo 20 minuti finali perché al rientro da un piccolo infortunio); Sassuolo fra Torino e Bologna (anche in quel caso scese in campo solo nel quarto d’ora finale) e Verona fra Spezia e Crotone. Tre partite senza gol in Serie A, quando era stato a disposizione, erano invece capitate nello scorso torneo in ben tre occasioni. L’ultima proprio dodici mesi fa, quando Lukaku, dopo la doppietta a Napoli il 6 gennaio, non riuscì a segnare contro Atalanta, Lecce e Cagliari, sbloccandosi il 2 febbraio a… Udine. Insomma, un altro motivo per non alleggerire la pressione sui difensori bianconeri.
A differenza di Lukaku, invece, Lautaro Martinez ha abituato Conte e i tifosi dell’Inter a pause dal gol più o meno lunghe. E sempre a differenza del compagno, se l’argentino non segna, il suo contributo al gioco della squadra è meno incisivo. O per lo meno è stato così in questi ultimi venti giorni: contro Sampdoria, Roma, Fiorentina e Juventus il “Toro” è stato raramente sufficiente, mentre sono stati diversi i gol sbagliati. Lautaro è stato soprattutto poco preciso, frettoloso e poco cattivo sottoporta: negli occhi rimane per esempio un clamoroso gol sbagliato contro la Fiorentina che avrebbe permesso all’Inter di portarsi sul 2-0 ed evitare probabilmente sia la rimonta viola che i tempi supplementari. Detto ciò, il momento che Lautaro sta vivendo rimane positivo: nei giorni scorsi i suoi agenti hanno incontrato l’Inter ed è reciproca la volontà delle parti di trovare un’intesa per il rinnovo (al momento ancora non così vicina per domanda, 7 milioni, e offerta, 5), anche perché l’attaccante sta bene a Milano, città dove fra pochi giorni nascerà la sua prima figlia, Nina. Lautaro finora ha segnato 9 gol in campionato, Lukaku 12 ed entrambi hanno voglia di riprendere il filo interrotto a inizio 2021.
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