Ti stai chiedendo dove si vede Juventus Bologna in diretta streaming gratis e TV? Vuoi sapere se Juventus Bologna sarà trasmessa da Sky o DAZN? Vuoi sapere a che ora si gioca la partita Juventus Bologna? Vuoi conoscere le formazioni ufficiali di Juventus Bologna? Cerchi un modo per vedere Juventus Bologna in streaming gratis?
In questo articolo vedremo come e dove si vede Juventus Bologna in diretta TV e in diretta live streaming sul tuo PC, Smartphone, Tablet o Console, vedremo le formazioni del match, l’orario della partita e tutti gli altri dettagli su questo match Juventus Bologna di Serie A.
Una era “la maledetta”. L’altra un fulmine. Con tuono. Sinistro. «Se lo chiede a me è chiaro — sorride Sinisa Mihajlovic —: dico che ero più bravo io a calciare le punizioni, visto che lui ha fatto quasi duecento partite più di me in A e abbiamo più o meno gli stessi gol…
Anche se poi una sua punizione era una mezza autorete, ma siccome è italiano gli hanno dato gol. Insomma, penso di essere stato meglio io, ma credo lo ammetterà anche lui se è sincero». Andrea Pirlo non ammette nulla. Sorride e sentenzia: «Basta guardare i numeri complessivi» . Quarantasei, le punizioni-gol in carriera di cui è accreditato. Ma è acqua passata, ora contano altri numeri, come i punti di distacco dalle milanesi, che oggi possono ridursi: «La squadra da battere è il Milan, ma abbiamo tanti scontri diretti in casa, fra qualche mese vedremo»).
E come il numero dei trofei vinti. Cinque mesi e mezzo dopo essere diventato allenatore, Andrea si è preso il primo: «Vincere aiuta a vincere, ma averne uno non cambia niente sul mio entusiasmo. Ne voglio vincere altri». Per quello a cui la Juve è abbonata da 9 stagioni serve cambiare marcia con le squadre dalle ambizioni di classifica “minori”, con cui i bianconeri hanno già lasciato 9 punti (Crotone, Verona, Benevento, Fiorentina): «Stiamo lavorando sulla continuità, in questo campionato compresso è normale avere stanchezza mentale».
La Supercoppa, però, ha dato una spinta. Considerando che Sinisa potrebbe replicare la formazione che ha vinto col Verona («la vittoria resta in testa 7 volte più di un ko») e citando Che Guevara dopo la Thatcher («lui diceva “Non si torna indietro nemmeno per prendere la rincorsa”»), il tecnico del Bologna ricorda quell’unica gioia a Torino quando nel dicembre 2009, allenando il Catania, vinse 2-1 a casa-Juve. «Cos’è la Juventus per me — dice Sinisa che in passato è andato vicino ad allenarla —? Tanti anni fa, quando c’era un’altra dirigenza, è dimostrato che ha fatto qualche impiccio: quei dirigenti sapevano di calcio, non c’era bisogna di farli… La Juve ha tutto, non si discute: è anche per questo che se vinci contro loro è molto più bello. Da giocatore è successo, da allenatore col Catania e poi sono stato esonerato due volte dopo averci giocato con Milan e Torino. Sai quanti tecnici sarebbero dovuti essere esonerati allora… Spero di non perdere e quindi di non essere esonerato».
Il sorriso c’è, una cattedra amarcord anche: nel giugno 2020, Sinisa tenne da remoto una lezione al Master di Coverciano. Fra gli allievi, Pirlo. «Quel giorno non tralasciai nulla, niente segreti, mi piace raccontare il mio calcio. Alla fine Pirlo mi mandò un messaggio con scritto “Bellissima lezione”. Sono contento sia arrivato dov’è oggi, ma con tutto quel che ho detto quel giorno qualcosa dovrò cambiare…». Stavolta Pirlo conferma qualità della lezione e messaggio, ma non che il rivale gli abbia svelato davvero tutto. Del resto l’atteggiamento che vuole dalla squadra è sempre lo stesso: «Voglio, sin da inizio stagione, che teniamo il pallone nella loro metà campo, si corre di meno e si crea di più». Non si cambia. Miha invece potrebbe, sul mercato, cambiare il suo attacco fra gennaio e giugno («Arnautovic? Mi piace perché è del mio paese e se è del mio paese significa che è forte») e magari il trend: il Bologna non vince a casa-Juve dal 2011: «Torino è una bellissima città, ma abbiamo cose più importanti da fare di una gita». Non ci sarà il tempo nemmeno per una sfida di punizioni prima del fischio d’inizio. Peccato.
Quando arrivò al Barcellona, lo presentarono come il “piccolo Intesta”. L’etichetta, come sarebbe successo per quasi chiunque, si rivelò un po’ blasfema: il tocco c’era, la voglia di giocare il pallone anche, ma il brasiliano tira solo se costretto e in generale Don Andrés era un’altra cosa. Arthur però non fu schiacciato dalle attese: pian piano si prese il Barga. A Torino è arrivato con il peso di quella quotazione “monstre” da 72 milioni e con la necessità di prendere in mano un reparto alla ricerca di un regista. In più, come ripete spesso il suo allenatore, all’approdo a Torino le condizioni fisiche erano quelle che erano, e dopo sono subentrati altri problemi fisici. Dopo la Supercoppa col Napoli, però, l’impressione è che Melo possa prendersi anche la Juve. O almeno che la squadra di Pirlo avrebbe un gran bisogno del miglior Arthur, per guadagnare in pericolosità e idee nella metà campo offensiva.
Intanto, si parte da un dato che potrebbe essere una coincidenza, ma probabilmente non lo è: nelle tre sconfitte stagionali contro Barcellona, Fiorentina e Inter, il brasiliano rivelatosi nel Gremio non c’era. Eliminiamo la gara coi viola, che prese una piega sbagliata in 18 minuti: nelle altre due la Juve si è mostrata impotente, lenta, bloccata a centrocampo. Arthur, quello vero, può servire a evitare che l’impasse si ripeta. A Reggio Emilia ha mostrato segnali incoraggianti, che vanno ribaditi trovando la tanto agognata continuità. Pirlo gli ha ritagliato il nuovo ruolo di mezzala, lui ha provato a iniziare a cancellare due delle critiche ricorrenti del suo inizio torinese. La prima è legata all’impressione di una mobilità limitata, di meno quantità rispetto ai compagni di reparto: qui gli viene in soccorso la tecnologia, nelle ultime gare giocate è sempre nei primi posti nella classifica dei chilometri percorsi. L’altro limite sembrava legato alla natura dei passaggi completati (il numero, alto, non è mai stato in discussione): gli si imputava una certa orizzontalità, quasi un rallentare la manovra piuttosto che accenderla. Contro il Napoli invece è stavo bravo a trovare spesso l’uomo fra le linee, con filtranti in verticale. Sono stati almeno una mezza dozzina, non sempre hanno portato a sviluppi pericolosi (poi tocca a chi riceve), ma sono fondamentali per innescare il potenziale offensivo, che resta alto, e per scardinare difese chiuse.
Contro il Bologna, squadra che ama costruire e aggredire senza palla, il centrocampo è atteso a un altro test per dimostrare che i dubbi di inizio campionato possono essere archiviati. Anche per questo Pirlo è intenzionato a riproporre lo stesso terzetto, con Bentancur (botta riassorbita) a dare equilibrio e fare da “spalla” al brasiliano e McKennie a cercare spazi fra le linee e inserimenti, partendo da destra. Per Arthur, che oggi anche a livello personale si è completamente ambientato a Torino, dopo aver lasciato Barcellona a malincuore, può essere il momento di togliersi dalle spalle il peso con cui era arrivato, per spiccare il volo.
Viterbocitta.it è un giornale online approvato anche da Google News. Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato su questo argomento ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News