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Più che il “dodicesimo perfetto”, definizione che continua a stargli benissimo addosso ma che non è più propriamente esatta, Luis Muriel sta diventando lo specchio perfetto di questa Atalanta: potenzialmente “ingiocabile” (nel suo caso meglio immarcabile), a volte sperperatore. Comunque temibile, per il solo fatto di essere com’è. E lo sarà anche oggi, inteso come istantanea del momento. Atalanta-Torino si “incastra” fra due semifinali di Coppa Italia, la Dea è in ballo e a questo punto vuole ballare fino alla fine, anzi fino alla finale: serve un punto di equilibrio fra gestione di certe energie (Zapata mercoledì dovrà sportellare di brutto contro il muro difensivo napoletano) e desiderio – necessità? – di non perdere terreno in chiave prossima Champions.

Ieri la dichiarazione di intenti più evidente di Gasperini ha spiegato quale sarà il suo approccio, al momento di scegliere la formazione: «La partita di mercoledì assume un’importanza notevole, anche in virtù di quella che abbiamo giocato a Napoli: non vedo quello 0-0 così negativo, per andare in finale bisogna vincere, ma dovrà farlo anche il Napoli. E oggi la nostra priorità è provare ad andare in finale». Ma ci sono altre due frasi che il tecnico non ha dettato casualmente. La prima a proposito delle sofferenze dell’Ata-lanta quando si deve attaccare squadre che tendono a chiudersi molto, come potrebbe fare oggi il Torino: «Non facciamo sempre fatica: dipende anche da quando sblocchi la partita». La seconda è conseguente: «Dobbiamo essere più bravi a sfruttare le occasioni».

E qui Lucho, al secolo Muriel, l’uomo che quando entra dalla panchina diventa sentenza anche nel giro di pochi minuti, è chiamato in causa neanche troppo indirettamente. Non sarà l’unico a provare a mettere in discesa la partita in fretta: anzi, sarà in ogni caso in compagnia là davanti, forse perfino abbondante compagnia. E però Luis è pur sempre il miglior marcatore stagionale dell’Atalanta con 14 gol, 11 in campionato; è il migliore (non solo dell’Atalanta) per media gol rispetto ai minuti giocati; è l’attaccante più in forma e anche quello che usa meglio l’arma della rapidità per scompigliare le difese avversarie. Non meno imprevedibile di Ilicic, anche se in modo diverso.

La disputa sulla sua incisività a seconda che giochi titolare o entri a gara in corso è aperta, e a Gasperini in fondo non interessa granché una risposta certa. Sicuramente il Torino sa che Muriel è in grado di far male in ogni caso. Gli ha già segnato quattro volte, una con la Samp-doria e tre con l’Atalanta (negli ultimi due incroci). La dimostrazione più vicina nel tempo -era titolare – risale a fine settembre: un gol e un assist per De Roon nel 4-2 al Grande Torino. Ancora più devastante fu il suo impatto poco più di un anno fa, il 25 gennaio, sempre in casa granata. La squadra di Gasperi-ni stava già scorticando quella diMazzarri, Muriel arrotondò la vittoria con i due gol finali: segnati nel giro di 3’ scarsi, 4’ dopo essere entrato in campo. A Gasp oggi basterebbe anche un po’ meno fretta.

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Un occhio al campionato e due sulla Coppa, per l’Atalanta: «La gara di mercoledì prossimo con il Napoli assume un’importanza notevole, vale la finale di Coppa Italia. La priorità, in questo momento, è quella. Con il Torino cercheremo di fare il meglio possibile, ma è chiaro che tra le due quella con massima attenzione è di mercoledì». Onesto, diretto e molto chiaro.

Il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini ha presentato la sfida di oggi a Bergamo contro il Torino (ore 15, diretta Sky) confessando quello che un po’ tutti in città pensano da diversi giorni: pur con il massimo rispetto per i granata e convinti del fatto che solo vincendo si potrà restare attaccati alle zone alte della classifica, la gara con il Napoli che vale l’accesso all’ultimo atto della Coppa Italia è prioritaria. «Sono molto soddisfatto della sfida giocata a Napoli – ha detto Gasperini tornando sulla semifinale di andata -, non era facile. Per me non è un risultato negativo, per andare in finale bisogna vincere però anche loro devono fare gol. Giocare in casa un po’ aiuta sempre. Abbiamo disputato un tempo e ora dobbiamo fare il secondo»

Prima di pensare agli azzurri, però, c’è da affrontare il Torino e qualche problema, soprattutto sugli esterni, c’è. «Sutalo è recuperato, Maehle ha i punti per una ferita al piede e l’unico ai box è Hateboer. Soffre per una vecchia microfrattura che gli provoca molto fastidio, sia nell’appoggio che a calciare. Se questo problema si protrarrà servirà un intervento con tempi lunghi, se si risolve invece è meglio: in questo momento c’è incertezza per i tempi di recupero, a Milano ha messo male il piede e il fastidio si è riacutizzato».

Tanti acciacchi per colpa di tante partite: quella con il Torino sarà la gara ufficiale numero 30: «In questo avvio di 2021 stiamo giocando più dell’autunno e lo stiamo facendo bene. Con buona rotazione di uomini, fornendo prestazioni positive: sono molto soddisfatto di come i ragazzi stanno interpretando il momento. Non è facile, vedo grande entusiasmo. Sono encomiabili, parliamo di gare anche molto impegnative e contro squadre forti».

Sulla panchina del Torino è arrivato Nicola, mister che Gasperini considera importante. «Quando si cambia di allenatore c’è sempre una reazione da parte dei giocatori, Davide Nicola a Crotone e Genova ha fatto risultati importanti. Cambiano gli obiettivi ma vedo sfide che ogni settimana sono di grande importanza: sono già tutti punti decisivi, come se fossimo a fine anno. La classifica corta, tutti giocano come se fosse l’ultima spiaggia. Sorpreso dalla posizione del Torino? Certamente. Sono partiti con altre ambizioni, questo è un campionato diverso per tanti motivi e c’è il rischio di restare impelagati in posizioni inattese».

Ora che è tornato anche Pasalic le scelte possibili aumentano, ma in linea generale è la squadra intera a soddisfare il mister di Grugliasco. «Questa è una squadra che ha avuto nelle ultime settimane una buonissima evoluzione nei difensori e nei centrocampisti. Si vede un bel gioco corale anche in difesa: da Toloi a Djimsiti, ma anche Romero che fa tanti assist. Per noi è una risorsa, ci vuole sempre equilibrio, ma credo che questa sia davvero una buona crescita. Sarebbe il massimo segnare un po’ di più, ma sono soddisfatto».

A margine della conferenza stampa di Gasperini, l’Atalanta ha presentato la partnership con Intred, operatore delle telecomunicazioni. Luca Percassi, amministratore delegato della società ha parlato anche del momento che vive il gruppo. «Siamo molto contenti di quello che si sta facendo, per noi è motivo di orgoglio vedere la squadra fare così bene. La continuità delle partite è sotto gli occhi di tutti, non è facile giocare a questi ritmi e in più l’assenza del pubblico comporta ancora più difficoltà. Ci pesa ma il rendimento dei ragazzi è straordinario. Non c’è tempo di fare tante riflessioni, ora sotto col Torino, poi ci sarà il Napoli».

A proposito di campo, la giornata di ieri è stata quella del primo allenamento di Kovalenko (poi convocato) a Zingonia. «Aveva varie opportunità, poteva firmare con chiunque a parametro zero, ma ha scelto di venire qui, ha sposato in pieno il progetto Atalanta. Il tempo dirà come andranno le cose ma quello che abbiamo constatato è che, nonostante l’interesse di altre squadre, il ragazzo abbia voluto noi. Buon segno».

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Due punti conquistati a Benevento – minuto 93’ con Zaza che infila per la seconda volta Montipò – e in casa contro una Fiorentina ridotta in nove per le espulsioni di Castrovilli e Milinkovic non possono certo bastare per certificare la guarigione del Toro. Anzi la squadra, dal basso di 15 punti in 20 partite (terz’ultima piazza occupata in coabitazione con il Cagliari), resta sotto strettissima osservazione. La medicina è comunque arrivata attraverso il mercato: adesso è da vedere quali benefici determinerà.

«Appena sono arrivato ho parlato con ogni giocatore, e posso garantire che chi è rimasto è motivato, dedito alla causa, pronto a lavorare sodo per centrare l’obiettivo comune – spiega Nicola, oggi impegnato a Bergamo contro l’Atalanta nella terza prova da tecnico granata -. Poi è stata brava la società a completare il quadro: sono arrivati due giocatori che conosco bene, che possono dare un contributo importante e che si aggiungono a una rosa che già ritenevamo competitiva». Il primo acquisto è stato Tonny Sanabria, centravanti prelevato dal Betis che non potrà essere della partita perché alle prese con il Covid (era comunque squalificato); il secondo è Rolando Mandragora, centrocampista ex Udinese che oggi dovrebbe agire da play davanti alla difesa, ma che all’occorrenza può anche muoversi da mezzala. «Sono molto contento che sia arrivato Sanabria – prosegue Nicola -, è un giocatore tecnico e moderno. Mentre Mandragora si è da subito calato nella parte con entusiasmo: è un giocatore che mi permette di avere più soluzioni ed è un bene sia con noi. Lo ripeto: ora siamo tutti calati nella parte, abbiamo a cuore l’obiettivo. Un discorso che vale per ogni calciatore. Nkoulou è a scadenza? Non so, non mi occupo di queste cose, con lui come con ogni suo compagno ci siamo parlati da uomini, e posso garantire che chi è rimasto avrà le sue opportunità per rendersi determinante, da qui alla fine».

Dopo aver affrontato due avversarie meglio posizionate rispetto al Toro, ma da ritenere comunque dirette concorrenti nella corsa salvezza, i granata oggi dalle 15 se la vedranno contro l’Atalanta, settima forza del campionato che anche in questa stagione punta alle Coppe, possibilmente e per il terzo anno consecutivo alla qualificazione alla Champions League. «Incrociamo una squadra molte forte – l’inevitabile giudizio del tecnico piemontese -: hanno qualità nei singoli e nella proposta di gioco, sono un gruppo collaudato nonché allenato da un collega come Gasperini che apprezzo particolarmente. Per noi sarà l’opportunità di compiere uno step migliorativo: il rodaggio è stato discreto, abbiamo conquistato due punti, colpito due traverse e segnato 3 gol, ma altrettanti ne abbiamo subiti. Ecco, questo è il momento di trovare più equilibrio, di puntare a una produzione offensiva che ci consenta di subire meno occasioni da rete. Proprio su questo abbiamo insistito, negli ultimi giorni: in allenamento le risposte sono state positive, i ragazzi hanno dimostrato di possedere valori morali e tecnici». Determinanti contro una Atalanta che ha in Ilicic l’elemento in grado di inventare la giocata risolutiva: «Purtroppo non c’è solo Ilicic, ma ci sono anche Lammers, Malinovski, Muriel, Zapata e chi più ne ha più ne metta. Noi siamo comunque preparati, non ci resta che perseverare e applicare in partita quanto studiato al Filadelfia». Là dove Nicola continua a insistere sul 3-5-2, pur provando pure soluzioni differenti: «Stiamo radicando una precisa identità, ma nulla è precluso, nemmeno l’impiego contemporaneo di tre attaccanti, in talune situazioni».

Così Nicola, l’ex uomo di fascia che si è ripresentato a Torino con la stessa garra che aveva da calciatore. Dovunque abbia lavorato ci ha messo grinta e cuore, ma i colori granata, si sa, li sente in maniera particolare: «Se il rinnovo dipenderà da una certa media punti? Quando Cairo mi ha chiamato sondando la mia disponibilità non ci ho pensato un attimo, talmente è importante essere qui a rappresentare la mia gente. Anzi spero che prima o poi gli stadi possano essere riaperti al pubblico, vorrei avere i tifosi vicini perché alla fine è poi questo tipo di legame che ti porta a esprimere il 100%. Il futuro in questo momento non conta, è troppo importante la salvezza del Torino e per questo motivo sono totalmente concentrato sul presente». Che si chiama Atalanta, ex sorpresa della Serie A, oggi evoluta in una certezza del campionato italiano ad alti livelli.


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