Malika Ayane, adesso comprende sua figli 15 enne

on la sua voce dalle sfumature inconfondibili, Malika Ayane è da sempre un riferimento di cantautorato raffinato e contemporaneo della musica italiana. Malika è stata una delle protagoniste femminili in gara al Festival di Sanremo 2021, per la quinta volta, con la canzone Ti piaci così, che continua a spopolare nelle radio e mette al centro la consapevolezza di sé, lo scoprirsi risolti, l’avere voglia di vivere con gusto.

Il brano è estratto dall’album “Malifesto”, uscito su etichetta Sugar pochi giorni fa, composto da 10 brani che Malika ha scritto e composto insieme, tra gli altri, a Pacifico, Colapesce e Di Martino, Alessandra Flora, Leo Pari, Antonio Filippelli, Daniel Bestonzo e Rocco Rampino. Un album che si configura come racconto delle proprio emozioni in maniera universale, pura ed essenziale, il cui spirito è perfettamente rappresentato da una copertina semplice ma intensa, opera di Max Cardelli: un ritratto dinamico di Malika in bianco e nero, come se fosse stata colta nel momento del salto verso quella miriade di emozioni e stati d’animo che ha deciso di manifestare attraverso la musica.

Malika è un’artista che si distingue per le sue sonorità e per la costante ricerca di toni diversi e che, tramite la sua voce e i testi delle sue canzoni, ama narrare il presente, riuscendo ad essere sempre innovativa, attuale e contemporanea. Malika, nel suo nuovo album ha voluto fotografare dei puri istanti d’emozione. Da dove nasce questa esigenza? «La sento ogni giorno, attraverso tantissimi stati d’animo differenti che provo.

Passo dai momenti di sconforto totale a quelli di massima gioia, e ogni canzone è il racconto di quei momenti di emozione. L’uscita del disco mi ha staccata dalla navigazione a vista e ora ricomincia la situazione d’incertezza, motivo per cui spesso mi sento fragile. Ma nonostante ciò, voglio infondere ottimismo e forza a chi mi segue». Quale messaggio vorrebbe che arrivasse al pubblico? «Ho concepito Malifesto come un album che si potesse ascoltare in auto o nel proprio salotto di casa.

Musicalmente ho voluto far emergere una malinconia calda, ma rassicurante, che potesse ricordare le produzioni francesi tradizionali. La ricetta che suggerisco è di essere più autentici possibile, sempre. Si tratta del mio terzo album incentrato sul presente dopo Naif e Domino e questo l’ho scritto insieme ad alcune menti creative meravigliose tra cui Colapesce e Di Martino: l’impronta che hanno dato alla mia musica è stato rendere pop qualcosa che di fatto non lo è, con molta spensieratezza».

La copertina del disco la ritrae in movimento, spettinata e struccata. Una scelta insolita. Perché? «Quella foto è stata scattata proprio mentre stavo ascoltando i primi mixaggi del disco completo. Nonostante l’immagine sia in movimento penso che riesca a trasmettere tutta l’intensità che traspare anche nei testi del disco. Posso dire che questa foto è riuscita a catturare la mia anima». Ha ottenuto grande successo il suo brano Ti piaci così, che ha portato al Festival di Sanremo2021 con un testo che fa riflettere. «Tutto deriva da un percorso, da cui ho concluso che sei tu a determinare il modo in cui vuoi essere visto.

Tutto deve avvenire attraverso un processo, il che non significa mancanza di serenità: il tempo non è eterno e io sono ossessionata dal presente. Ho scritto canzoni sull’importanza dell’attimo, devo dare valore a quello che mi capita. Nella vita di tutti arriva un momento in cui si comprende che giudicarsi severamente non ha senso, ma nemmeno giustificarsi a prescindere. Ti piaci così è una canzone sul riconoscere quello che si è, senza biasimarsi.

È un invito a ballare scalzi, a cantare a squarciagola o scegliere di cambiare strada per scoprire qualcosa di nuovo. È un invito a celebrare se stessi per il solo fatto di essere al mondo». Questo si riassume nel verso “è ora che ti vedi”? «Potrei essere io in alcune giornate in cui non mi sento benissimo o un tu universale. Nel momento in cui ci troviamo a vivere una realtà in cui abbiamo il tempo e le emozioni essenziali, capiamo che possiamo contare solo su di noi, guardare con rispetto la nostra interiorità ci porta a preservare tutto ciò che ci circonda».

Dopo tanti anni di carriera oggi si sente finalmente giunta a un punto d’arrivo? «Ho guadagnato tanta consapevolezza rispetto al passato. Sono diventata molto scientifica nella ricerca dei suoni dei miei album, tanto da renderla quasi più simile alla chimica che alla musica. Ho guadagnato l’essenzialità. Gli strumenti cardini del mio album sono il basso e la mia voce, attraverso la quale ho voluto convogliare un senso di sicurezza, protezione, accoglienza. Ho imparato ad utilizzarla ed educarla, ma so con certezza che non smetterò mai di studiare e lavorare per migliorarmi e migliorarla».

Che futuro vede per la musica e i concerti? «Spero che si possa tornare a fare i concerti presto, ma occorre dare la precedenza alla sicurezza e il patentino e i certificati vaccinali potrebbero essere una soluzione. È auspicabile ogni soluzione che velocizzi il ritorno a una vita normale». Come sta vivendo questo periodo, anche come mamma di Mia, che ormai ha 15 anni? «Ogni giorno attraverso tantissimi stati d’animo diversi, alterno momenti di gioia e sconforto, la notte mi sveglio spesso e ho notato che nelle farmacie vanno a ruba rimedi per i disturbi del sonno.

Passo anche io momenti di giù, a volte mi sento fragilissima e piccolissima, ma sono una donna costruttiva, in primis come madre, perché ho una responsabilità verso mia figlia, verso la mia famiglia e le persone che mi seguono. Sono ottimista per natura, ma devo cercare sia di dare messaggi di fiducia sia di essere un esempio costruttivo, anche se attraverso i miei momenti difficili». Com’è il rapporto tra voi in questo difficile momento per tutti? «Mia figlia è molto diversa da me, ha 15 anni ed è entrata nella fase adolescenziale in cui si inizia ad esplorare la propria insofferenza, il proprio malessere e lo vedo anche dai suoi ascolti musicali, si sta spostando verso un mondo più esistenziale: Iggy Pop, gli Smiths e così via.

La sua è una generazione che non ha possibilità di sbagliare, di vivere le prime esperienze che abbiamo vissuto noi e commettere così i primi errori da adolescente. Neppure semplicemente di passare tutti i pomeriggi al parco con gli amici come facevo io. La scuola si vive da lontano, in Dad, distanti dagli affetti e tante altre difficoltà causate dall’emergenza Covid. Non è semplice, ma non voglio trattare questo momento come qualcosa che possiamo solo subire: questo è il presente in cui ora conduciamo le nostre vite, il nostro presente».

Malika ieri e oggi: che artista sente di essere diventata? «La Malika di ieri è fondamentale per quella di oggi: ripeto spesso questa frase: “essere diversamente gli stessi”. Negli ultimi anni stavo diventando troppo scientifica nella ricerca dei suoni e nell’approccio ai miei album, è stato così per Domino. Ora ho guadagnato il riscoprire una certa essenzialità, ricordandomi di quando, da ragazzina, avevo soltanto la voce per farmi ascoltare dagli altri. Che cosa ho perso? Direi che perso qualche paranoia di troppo, che ho disseminato lungo la strada».


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