Lino Banfi, l’annuncio bellissimo verso la nipote

Le origini e i ricordi tornano a galla rendendo poetica anche la più semplice delle spiegazioni. «Cos’è per me la famiglia? Sono figlio di ortolani, quindi per me la famiglia rappresenta i frutti di un raccolto, voluto e curato negli anni. Dai semi nasce una pianta che poi dà vita ad altre piantine.

Dall’alto dei miei quasi 85 anni io mi sento una quercia, con un tronco bello solido e robusto e le radici ben piantate al terreno. Mia moglie Lucia, alla quale sono legato da quasi 70 anni, è la linfa vitale, figli e nipoti sono i rami belli, che fioriscono spontaneamente, ma fanno sempre parte della quercia».

Lino Banfi, pilastro della sua unitissima famiglia, posa orgoglioso con la figlia Rosanna e i nipoti Virginia e Pietro nella Orecchietteria romana, la trattoria di famiglia «nella quale abbiamo voluto portare un po’ di sana e gustosa Puglia», racconta.

«Loro lavorano qui: Virginia e il suo futuro marito Gianluca fanno gli chef, Rosanna e Fabio, suo marito, che io chiamo il mio “genero alimentare’’, sono in sala, come l’altro mio figlio, Walter. Si danno i turni, sono ben organizzati, speriamo che presto si possa riaprire del tutto e si ritorni a una vita il più simile possibile a quella di prima», si augura l’attore che continua a lavorare con la grinta di un ragazzo e l’entusiasmo di un principiante. «Darmi da fare mi fa sentire vivo, mi tiene il cervello attivo. Ho sempre avuto grande senso del dovere, voglio essere un buon esempio per figli e nipoti, mi annoierebbe stare senza far nulla».

Non c’è pericolo, Lino è richiestissimo: ha appena girato Viaggio a sorpresa con Ronn Moss e Vecchie canaglie con Greg e Andrea Roncato, per la regia di Chiara Sani, e in autunno farà un altro film in Puglia.

In più ha uno spazio all’interno del programma Oggi è un altro giorno con Serena Bortone. E, come se non bastasse, si occupa di prodotti alimentari pugliesi con il marchio Bontà Banfi: «L’avevo promesso a mio padre, lui ci teneva che io facessi qualcosa nel settore agroalimentare, che seguissi le sue orme, ma da ragazzo volevo solo fare l’attore.

Così, un giorno, gli dissi: “Lasciami tentare di inseguire i miei sogni, fammi provare a recitare. Ma vedrai che tornerò anche a occuparmi dei prodotti della terra”. E così è stato». A breve poi c’è un appuntamento importante al quale Lino tiene moltissimo.

Stavolta il lavoro non c’entra. «In luglio celebrerò le nozze di Virginia a Bolognano, in Abruzzo, terra d’origine dello sposo. Faremo la cerimonia nella splendida tenuta del mio amico Marcello Zaccagnini e, in quell’occasione, riceverò la cittadinanza onoraria dal sindaco».

È fiero, Lino. «Sono in fase di preparativi: mi sono messo seriamente a dieta, mi sto facendo realizzare un abito su misura dallo stilista Franco Francesca perché voglio essere impeccabile. Mi fa effetto accompagnare Virginia quel giorno, vederla  così grande, considerando che l’ho vista nascere».

Quasi si commuove nel ricordare: «Sua mamma Rosanna, invece, l’ho fatta nascere. Eravamo da soli, io, Lucia e una vecchia levatrice di Trieste, mi sono dato da fare e, a un certo punto, è nata lei: oltre quattro chili di pura energia.

Quando è diventata donna e ha partorito i suoi figli, Rosanna mi ha voluto al suo fianco». Lino sorride teneramente, poi si fa serio: «La vita mi ha dato tanto, un buon venti per cento in più di quando sognassi da ragazzino. Io mi sono impegnato, ma lei è stata generosa. Ora, però, cullo ancora un sogno, anzi due: sul lavoro vorrei misurarmi con un ruolo tosto, importante, che porti a riflettere. Mi piacerebbe mostrare alla gente che so fare anche altro, oltre a far ridere.

Vorrei far commuovere, emozionare, far scendere qualche lacrimuccia. Nella sfera familiare, invece, vorrei vedere un pronipote. Per aggiungere un altro piccolo ramo alla grande pianta della nostra famiglia». Virginia e Pietro guardano nonno Lino mentre parla. «Sono bravi, seri, pignoli. Pietro me lo sto godendo ora, perché lui prima studiava in Olanda. Virginia è creativa, bravissima in cucina, e il suo compagno è quello giusto per lei.

È un bravissimo ragazzo, vederli insieme fa bene al cuore. Auguro loro di restare uniti per sempre, come i loro genitori, come me e la mia Lucia. Il prossimo anno festeggeremo 60 anni di nozze, quelle di diamante. Se li sommi a 10 di fidanzamento – eravamo ragazzini quando ci siamo conosciuti a Canosa di Puglia, ma ho avuto intenzioni serie subito – capisci che stiamo insieme da una vita. Abbiamo saputo coltivare bene il nostro giardino. Alimentandolo con amore, cura e delicatezza, anche nei momenti più complessi. Stando sempre vicini. Anche questo è un dono della vita. E io, ogni giorno, dico grazie».


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