La partita Juventus – Roma Sarà un’esclusiva DAZN, detentore dei diritti di 10 partite su 10 per ogni giornata di Serie A, di cui 3 in co-esclusiva con Sky Sport. La gara sarà visibile in streaming, attraverso il download dell’app ufficiale dell’emittente – con relativa iscrizione e abbonamento – o attraverso una qualsiasi Smart TV. Da quest’anno, con l’acquisto del DAZN box sarà possibile inoltre avere un canale digitale dedicato con i migliori contenuti scelti giorno per giorno. Si sconsiglia categoricamente l’utilizzo di siti pirata per la visione della gara. Sarà disponibile anche sul sito una diretta testuale per seguire la partita: un evento non solo attesissimo dai tifosi azzurri, ma che sarà seguito in tutto il mondo.
Stasera torna sul luogo del delitto. Era 11 2018, era autunno come ora, e José Mourinho portava allo Stadlum il suo Manchester United. A tarda sera, uscì zoppicando dallo stadio come 11 personaggio di «I soliti sospetti» : aveva appena compiuto 11 delitto perfetto. Non fu tanto una questione di punti – Juve-United 1-2 resta una delle sconfitte meno meritate nel dodici anni di Agnelli – ma di testa, come sempre. La Juventus era forse la squadra più forte d’Europa, eppure Mou, con la fortuna del grandi condottieri, riuscì a metterle un granello di sabbia negli Ingranaggi. Quella sera la squadra andò a
dormire con un sospetto: Il suo gioco, più offensivo e divertente di quanto ora si ricordi, in Europa non avrebbe funzionato. L’ultima campagna di conquista di Massimiliano Allegri finì quel giorno. La Juve perse smalto e si normalizzò, poi infortuni e condizione atletica fecero il resto, fino a un altro 1-2 con l’Ajax. Lo scudetto consolò il giusto.
Dybala OUt Mourinho torna in città e Allegri cerca un risarcimento. Dopo una sconfitta che avvelena una stagione, una vittoria che la faccia sbocciare. La Juve ha nella testa Chelsea e Toro e da lì vuole ripartire, vincere e guardare tutti da vicino: la Roma sarebbe a un punto, l’lnter a 3 (e domenica c’è lo scontro diretto a San Siro…). Tutta un’altra storia. Problemi: Rabiot ha il Covid e il quartetto Danilo-Alex Sandro-Bentancur-Cuadrado è appena sceso da un aereo dal Sudamerica. Soprattutto, Paulo Dybala non è in condizione di giocare. Questa è la notizia. «Dybala non sarà convocato – ha detto Max -. Recupererà in sette, massimo dieci giorni. Si credeva che ci avrebbe messo qualche giorno in meno ma con questi problemi muscolari a volte non si rispettano i tempi ». L’infortunio era più serio di quanto stimato.
No comment II risultato delle conferenze di vigilia, per il resto, è zero a zero. Allegri non ha cercato polemiche e, anzi, ha avuto una buona parola per tutti. Mourinho: «Ha dato carattere, è un valore aggiunto per la Roma e il campionato». La Roma: «Attacca bene gli spazi, ha buoni tiratori, è pericolosa sulle palle inattive. Rischiamo di romperci le ossa». Weston McKennie: «Ho grande fiducia in lui anche se per me è un cursore, non può giocare davanti alla difesa». Addirittura Aaron Ramsey che pure dal ritiro del Galles aveva attaccato la Juve: «Niente da chiarire, ci punto molto». Max non si è scaldato nemmeno quando gli è stato chiesto della fine della storia con Ambra Angiolini: «Non ho mai parlato della vita privata. L’ho sempre divisa dal calcio . Meglio pensare che tornano i tifosi, con lo stadio pieno al 75% ». In realtà a quella cifra probabilmente non si arriverà – ci sono dei biglietti invenduti – ma il tentativo è evidente: pensare positivo.
Un’idea Allegri è troppo esperto per non sapere che la sosta di novembre, suo storico spartiacque, è all’orizzonte. La sua idea è allungare la striscia vincente, cementare la fiducia dello spogliatoio e restituire alla A l’idea inconscia che la Juventus sia la squadra più forte e quell’allenatore tornato dalla Premier League un abusivo nella lotta scudetto (in altre parole, un portoghese). Ecco perché questa, tra tante settimane, vale doppio: comprime Roma, Zenit San Pietroburgo e Inter in otto giorni e non può non dare un minimo di brivido a chi da due anni guarda le partite pesanti da casa. Per questo ieri, nel vedere Allegri ridanciano, come e più che mai, è nato un sospetto: non sarà tensione?
a definizione di risultati sta proprio non gli va giù. E Mourinho non fa nulla per nasconderlo, anzi: «Questo è un concetto strano, i risultati di solito vincono, mentre non si può chiamare in questo modo chi non ha vinto mai – dice l’allenatore della Roma alla vigilia della Juventus -. Io e Max qualcosa abbiamo vinto e questo dovrebbe essere visto in modo positivo e non con un’accezione negativa». Max è ovviamente Allegri, Mourinho lo chiama così per tutta la conferenza, quasi a voler diminuire quel gelo che in passato ha contraddistinto il rapporto tra i due. «Lo saluterò
con piacere prima e dopo partita, c’è rispetto e stima, mi piace come persona. E sono felice sia tornato in pista». Esattamente come in pista stasera ci sarà sicuramente Vina («Su lui nessun dubbio») e probabilmente anche Abraham, nonostante ieri il tecnico romanista abbia aperto a ogni ipotesi, in tal senso: «Vedremo, Tammy migliora di giorno in giorno, mal’allenamento fatto ieri è poco. Può andare in campo, in panchina o anche in tribuna».
Quante differenze Con
Abraham o senza, Mourinho si aspetta una prestazione importante dai suoi a Torino. Anche se pure ieri non ha perso occasione per sottolineare la grande differenza che c’è tra la sua rosa e quella a disposizione delle altre grandi. «La Juventus è una squadra fortissima, da scudetto. Gioca sempre per vincere, ha più di 20 giocatori bravi ed esperti, un allenatore bravo. Ma in questo confronto c’è una squadra che gioca per vincere la Champions e una che gioca per vincere la Conference, una squadra che gioca per vincere dieci scudetti di fila e una che ne vince zero in dieci anni, una che lavora con Allegri da 8 anni, tranne quei due anni di stop, e una con un allenatore che ha iniziato 3 mesi fa. E poi una con 24-25 giocatori di esperienza internazionale e un’altra con 13-14 e tanti giovani che devono imparare. Ma quando si inizia tutto ciò va dimenticato e dovremo giocare con coraggio. E se non vinceremo dovrà essere per colpa della Juventus e non per colpa nostra». Infine, un altro affondo quando toma su Abraham: «Se non dovesse giocare lui abbiamo Shomurodov e Mayoral che possono farlo. A differenza di altri radi, dove se ci manca qualcuno abbiamo delle difficoltà che una grande squadra non dovrebbe avere, lì siamo invece sereni».
L’accoglienza Quello di stasera sarà l’ottavo confronto tra Mourinho e la Juve (il bilancio è positivo: 4 vittorie a fronte di due sconfitte e un pari), anche se l’ultima volta all’Allianz Stadium -con il Manchester United, vittoria inglese per 2 -1 – si chiuse tra le polemiche per il gesto dell’orecchio fatto ai tifosi bianconeri. «Può essere che i tifosi della Juve mi accolgano nello stesso modo di sempre o in un altro modo. Quella reazione è stata criticata, ma è strano che ci sia dimenticati di ciò che è successo per tutti i 90 minuti e sia rimasta in mente solo la reazione emozionale, durata dieci secondi. Ma va bene così, non è un dramma». Detto che la scelta di Orsato come fischietto lo soddisfa («Prima di una partita io sono sempre felice di un arbitro, mi fido di tutti. Dopo, magari, può uscire qualche critica»), Mourinho allontana così le voci arrivare dall’inghilterra su di un presunto interessamento del Newcastle degli arabi nei suoi confronti: «I tanti anni in cui ho lavorato con una leggenda come Robson mi hanno dato una connessione emozionale con quella città. Ma sono contento a Roma».
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