Si trattava dell’elenco di persone che avrebbe voluto ringraziare e alla quale voleva bene. Una lunga schiera di allievi, le amiche e il personale che l’ha aiutata in casa e i figli della sua badante, che saluta però come “nonna Marisa”. La donna non si era mai sposata e considerava quei due ragazzi come nipoti.
Nelle tredici pagine di testamento, la donna ha lasciato precise indicazioni sull’eredita e sui suoi destinatari: la badante che l’accudiva da 40 anni che ha ricevuto 3,8 milioni di euro, Amnesty International, il Gaslini di Genova e il Galliera tra gli altri.
Al primo ospedale genovese ha destinato 5 milioni di euro, così come al Galliera. Le disposizioni però sono tassative: un lascito per la ricerca e l’acquisto di apparecchiature. Altri soldi per onlus sostenute dalla sanità ligure come il Fondo malattia renale del bambino e l’Associazione neuroblastoma. Altri enti sono quelli ecclesiastici cittadini come la Provincia religiosa di San Benedetto.
La 96enne aveva sangue blu: veniva da una casata del patriziato di Venezia, quella dei Contarini. Alla nipote Mirella, l’anziana zia ha affidato i documenti della nobile discendenza. L’insegnante aveva ricevuto nel 2019 dal Colle il riconoscimento della “Stella al merito del lavoro”. Il bancario ha raccontato che la 96enne ricordava ancora tutti i suoi ex studenti, che la salutavano festosi incontrandola per strada. La donna ha deciso di versare 4 milioni a Ong tra cui Amnesty, Amici senza frontiere e Save the Children. Nelle pagine fitte delle ultime volontà compaiono anche pensieri “minori”, come l’affitto da pagare per sei mesi a tutto il personale e una raccomandazione per sua nipote prediletta, di un aiuto e un’attenzione speciale. Conclude con la disponibilità a donare gli organi.
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