Fabrizio Corona su Asia Argento: ”alcune volte dormiamo insieme”

Mi chiama Fabrizio Corona. Come ho già detto lo conosco da quando era poco più di un adolescente, poi l’ho rivisto. Io e suo padre Vittorio abbiamo anche lavorato insieme, sono stato al suo funerale. L’ho visto gioire, esagerato. L’ho visto piangere, disperato.

Per principio gli faccio sempre un cazziatone: «Finiscila di metterti nelle grane, non fare lo sborone. Questa volta gli chiedo di Asia Argento. lip’ Ma siete tornati insieme? O è una bufala, giusto per tornare a far parlare di voi?

Lei non ti odiava? «Ci siamo ritrovati. Siamo amici. Io rimango a casa, sono sempre ai domiciliari, ma lei ogni quindici giorni viene a Milano, viene a casa mia, a dormire da me, con me». Amici, anche a letto giusto un abbraccio? «No, ma detesto il termine trombamici, come dicono i più.

Quel termine indica due persone, un uomo e una donna, un uomo e un uomo, una donna e una donna, che non riuscendo a trovare di meglio si accontentano di passare una notte o un giorno insieme per appagare l’istinto. Non è il nostro caso».

Quindi siete fidanzati? «Nemmeno. Alla mia età a quasi cinquantanni…». Intanto ne hai 46… «A 50 anni o poco meno non puoi pensare di ricrearti una vita, accetti quello che arriva, godi di quello che arriva, certi progetti, la famiglia, i figli, sei già oltre».

Fabrizio parli perché hai la bocca di traverso, Nicola Carraro ha sposato Mara Venier dando una svolta alla sua vita quando aveva 64 anni e non è che sia capitato a lui solo perché era ricco e famoso, capita a tutti di riprendere la marcia. «Io credo che per Asia ed io sia così: ci vogliamo bene, stiamo bene quando ci ritroviamo, ma senza progetti precisi, ci lasciamo vivere». Ma questo è l’amore, il progetto di una vita va a ramengo per seguire l’istinto al di là di quello che fino a ieri si voleva costruire. Altro che amici. «Diciamo allora che noi siamo amici con turbamento». Amici con turbamento. Mi piace. «Sì, credo che in quel turbamento ci siano molti significati».

Fabrizio, per la prima volta parliamo di cuore, faccio fatica a riconoscerti, tu sempre così cinico, sotto sotto sei un romanticone. E ora riprendo con le prediche: mi raccomando non fare scemenze, comportati bene, ti mancano pochi anni, poi sarai libero. Ti prego… «Tranquillo, mi comporto bene. Sono sereno, mio figlio Carlos è con me, sta bene. Lavoro, ho buoni amici, non ho nessuna intenzione di sbagliare». Gli credo, ma tocco ferro.


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