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Si gioca? Non si gioca? Di sicuro non si gioca, materialmente parlando, perché il Torino anche oggi rispetterà ovviamente il divieto dell’Asl competente (autorità superiore sulla Lega di Serie A) a muoversi da casa. Ma è ancora da capire se la Lega rinvierà o meno la partita, ufficialmente (in calendario alle 18.30 a Roma, per la cronaca).

E’ ancora da capire, perché a ieri sera non l’aveva ancora comunicato con certezza la stessa Lega, anche se verso le 23 faceva trapelare con maggior… intensità l’ipotesi del “niente rinvio”: ma con il giudice sportivo autorizzato, diciamo così, a non assegnare poi gara persa al Torino, evitando di conseguenza la trafila dei ricorsi sino al Coni (come il Napoli: che ci ha messo oltre 2 mesi a ottenere ragione!).

Assurdo, kafkiano. Fin risibile, se di mezzo non ci fosse il Covid. Resta il fatto che, appunto a ieri sera dopo una settimana di tesi contrapposte, pressioni, telefonate di fuoco, discussioni, rettifiche e chiarimenti (anche dell’Asl competente), a ieri sera, si diceva, nella Lega continuava ancora “la battaglia dei pareri”, delle interpretazioni normative contrastanti. Pur se da metà pomeriggio aveva almeno preso corpo lo scenario del rinvio al 7 aprile: rinvio che, teoricamente, si potrebbe ufficializzare anche oggi un minuto prima del match.

Manca solo questo! Poi, appunto verso le 23, l’orientamento opposto. Le società di A, tutte interpellate in merito, propendevano infatti a stragrande maggioranza per il “non rinvio”: i vertici della Lega avevano allargato la platea delle opinioni a tutela di tutti per evitare contenziosi. Intanto si dica che il presidente Paolo Dal Pino ha impresso comunque un’accelerata forte, ieri: una presa di posizione che è parsa subito una sorta di “assoluzione” preventiva del Torino, dato lo stop imposto dall’Asl 1 competente agli spostamenti dei granata sino alla mezzanotte di oggi (come da chiarimento reso noto ieri alla Lega).

Ha detto il presidente della Lega a “La Politica nel Pallone – Gr Parlamento”, il programma condotto da Emilio Mancuso, ospite Xavier Jacobelli, direttore di Tuttosport: «Il nostro orientamento è di giocare e lo abbiamo sempre sostenuto. Abbiamo stilato un protocollo sanitario per agire in sicurezza, con una limitazione che è il pensiero delle Asl. Serve una collaborazione costante. È ovvio che per noi la partita si debba giocare, ma se la Asl ha un atteggiamento estremamente duro e restrittivo, noi dobbiamo valutare in considerazione della decisione, purtroppo, del Collegio di Garanzia del Coni.

Che sul caso Juventus-Napoli ha creato un precedente di giurisprudenza». Purtroppo o per fortuna, puntualizziamo noi. Anzi: più per fortuna che purtroppo! Possibile, dunque, che oggi la Lega non ufficializzi il rinvio al 7 aprile. Il Torino farebbe ovviamente ricorso (in caso di sentenza di sconfitta a tavolino da parte del giudice sportivo) sino al Coni. Ma così l’assurdo (non certo granata) diventerebbe allora senza limiti, tra vuoti normativi e bucce di banane calpestate sull’aspetto comunicativo dall’Asl di Torino 1 (martedì scorso: «Si ritiene di imporre un periodo di quarantena domiciliare per almeno giorni 7»).

Successive e ripetute dichiarazioni del dottor Testi, direttore del Dipartimento della Prevenzione dell’Asl torinese: «I 7 giorni sono iniziati nella mattina di martedì 23 febbraio e finiranno dunque alla stessa ora di martedì 2 marzo». Chiarimento sempre dell’Asl ieri alla Lega: 1) il giorno di emissione del dispositivo, martedì 23, va inteso come giorno zero; 2) il 1° dei 7 giorni è mercoledì 24; 3) automaticamente i 7 giorni finiscono alla mezzanotte del 2 marzo, cioè oggi. Poi una nuova frase, nero su bianco: «E’ al momento da escludere la ricostituzione del gruppo squadra in bolla». Al momento? E Crotone-Torino, domenica? Dipenderà innanzi tutto dall’esito dei tamponi fatti ieri, noto stamane: si tornerebbe gradualmente alla normalità, se non ci fossero nuovi positivi (al momento sono 8 i giocatori contagiati, più il medico Mozzone: Murru, Buongiorno, Linetty, Belotti, Singo, Baselli, Bremer e Nkoulou). E oggi quale assurdità prevederà il menù?

Un non-turno vissuto come se si fosse dovuto giocare, nell’attesa di notizie ufficiali tra Asl e Lega. E una Lazio che sotto i baffi più di un ghigno se lo è fatto. In casa biancoceleste restano tutti convinti: “Per noi si gioca”. E via, con tanto di dichiarazioni ieri del tecnico Simone Inzaghi pre-partita, rifinitura (si fa per dire) con prove tattiche anche se a carte coperte e con diverse assenze, e poi squadra in ritiro nel centro sportivo di Formello.

Tutto come se nulla fosse, pronti a prendere la via dell’Olimpico un paio d’ore prima del fischio di inizio di Lazio-Toro. Diciamolo, sotto sotto il riposo certo non guasta a una Lazio incerottata e che si lecca ancora le ferite per la scoppola di Bologna. Ma certo, con il Torino ridotto in stato di disgrazia per il Covid, giocare un match del genere per la squadra di Simone Inzaghi sarebbe stato davvero un jolly per tornare ad assaporare la vittoria. E invece, il ritorno al calcio giocato per i biancocelesti ci sarà, ma solo sabato in casa di una Juventus bisognosa di vittoria in una difficilissima trasferta all’Allianz Stadium.

Ciò consentirà a Inzaghi di dosare le forze e magari provare anche a recuperare Lazzari. Da Formello nelle ultime 48 ore quel che è trapelato è stato un atteggiamento distaccato alle vicende che invece stanno scuotendo la Torino granata. Vuoi per via dei rapporti non idilliaci tra le due società (Cairo e Lotito, inteso), vuoi perché alla Lazio non riguarda il Covid altrui, visto che ha già abbastanza problemi con il proprio (vedi processo tamponi in altro articolo). Sta di fatto che ai timidi sondaggi granata nel provare a spostare il match di 24 ore la risposta è stata un secco no. E ieri Simone Inzaghi aveva parlato come se nulla fosse all’organo ufficiale biancoceleste: «La partita con il Torino la prepareremo nel migliore dei modi sapendo che con il Covid tutte le gare sono ravvicinate e le incertezze sono dietro l’angolo», ha spiegato il piacentino.

Ovviamente, nessun riferimento alle frasi sul Torino che sarà “più riposato”, parole dette a caldo dopo il ko di Bologna e che erano subito suonate ai più come una ingenua gaffe. Che non era passata inosservata neanche ai tifosi, molti dei quali (e tra i polemici c’è anche il capitano Senad Lulic) gli contestano l’abuso di titolari sempre e comunque, con una seconda parte di squadra relegata spesso in panchina ad osservare per oltre un’ora gli altri giocare. «Cercheremo di voltare pagina dopo Bologna: dobbiamo essere più forti di tutto e di tutti, avevamo fatto tanto in questi mesi per rimanere in scia, faremo di tutto per restarci», ha quindi aggiunto Inzaghi a Lazio Style Radio.


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