Streaming Europa League Manchester United – Milan dove vedere Gratis Diretta Live Tv

Fra pochi minuti si giocherà la partita tra Manchester United e nomi la, la gara è valida per la competizione Europa League.

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Come e dove vedere Manchester United – Milan in Streaming Gratis

Il primo obiettivo del Milan contro il Manchester United sarà quello di evitare, come successo nelle ultime 3 partite, di subire almeno 2 gol dalla squadra di casa, il secondo è vincere quello che appare come un vero e proprio spareggio: le due squadre si sono incontrate 10 volte vincendo 5 partite a testa.

Il Manchester United arriva a questa sfida con solo 2 sconfitte nelle ultime 25 partite di Europa League e galvanizzato dal derby vinto contro il Manchester City. La retrocessione dalla Champions League non inganni: i Reds hanno perso contro Lipsia e Paris, ma la squadra attuale, che negli scontri diretti ultimamente non perde più nemmeno in Premier League, è nettamente migliore di quella.

Per capire come ci arriveranno i Red Devils bastano le parole del capitano, Harry Maguire, a cui Solskjaer ha assegnato la fascia da gennaio 2020: «Quando ero giovane il Milan era un grande club e San Siro uno stadio iconico, quando ho visto con chi eravamo stati sorteggiati è stato un momento di eccitazione». Un sentimento condiviso: se da noi si spera sempre di trovare l’avversario più agevole, in Inghilterra è normale emozionarsi per il blasone di chi si va ad incontrare in Europa.

Maguire ovviamente riconosce il valore: «So che alcuni miei compagni sono ancora in contatto con Dalot, e conosciamo il loro valore visto che stanno facendo un gran campionato. Non sarà una partita facile». Il capitano ci sarà. Chi non dovrebbe farcela è Shaw, protagonista nel derby. A sinistra ecco quindi Telles che sta giocando stabilmente (e non male) in Europa League. Dubbio anche per Cavani, che comunque non sarebbe partito titolare (ed ha già fatto capire di non immaginare il suo futuro a Manchester). In attacco Martial dovrebbe essere sostenuto da Greenwood, Fernandes e James alle sue spalle. Fuori le stelle: sia Pogba che Rashford sono infortunati.

In Europa League come se fossero prove generali di Champions. E non solo perché si gioca a Old Trafford, uno dei palcoscenici più conosciuti e amati del grande calcio d’Europa. Manchester United-Milan deve essere un ritorno al passato per lanciarsi verso il futuro, con un obiettivo fisso per il Diavolo rossonero, la missione principale: ritornare in Champions, che per il Milan pluridecorato è un sinonimo di casa.

Questo non significa che l’Europa League sia qualcosa di passaggio o che non conti fare strada, anzi semmai il contrario: sono doppie sfide d’altri tempi del genere a forgiare un gruppo che punta a entrare nelle prime quattro in campionato e a rientrare così nella competizione più importante, con l’auspicio di ritagliarsi un ruolo da protagonista. I Red Devils rappresentano l’incrocio più pericoloso, ma anche il più affascinante per una squadra che ha superato lo sbarramento dei preliminari, la selezione del girone e un sedicesimo di finale più complicato del previsto per arrivare a respirare di nuovo l’aria dell’Europa d’alta quota calcistica.

Il match di stasera e quello di ritorno dimostreranno quanto vale il Milan, ma anche a che punto è arrivato il processo di consapevolezza e di crescita di cui spesso parla Stefano Pioli. Il quale avrà bisogno, come successo al suo illustre predecessore Carlo Ancelotti, ultimo a sollevare una coppa internazionale in rossonero, di una squadra con mentalità da Champions e con coraggio da Diavolo. «In questo momento abbiamo due strade: o ci facciamo travolgere dalle onde negative, oppure cavalchiamo quelle positive, a partire dalla fiducia nei nostri mezzi.

Ecco, mi pare che abbiamo scelto la seconda via», è il messaggio che Pioli invia alla vigilia, forte di un successo (a Verona) che ha dato fiducia alla squadra, nonostante le tante e pesanti assenze: «Negli ultimi giorni abbiamo fatto bene e questo ci deve dare ancora più forza e certezze, perché quando siamo applicati, determinati, intensi, riusciamo anche a esprimere grande qualità in campo. Ci siamo preparati per mettere in pratica gli stessi concetti a Manchester». Lì dove magari anche un risultato semplicemente positivo potrebbe risultare utile.

Ma sarebbe un ragionamento non da vincenti e infatti Pioli tira dritto per la sua strada: «Sono partite da giocare al massimo, con grande convinzione. Punto. Certo, un risultato positivo ci darebbe ancora più slancio e forza per il ritorno». Il nome dello United incute timore e anche i risultati recenti certificano uno stato di forma notevole: «La vittoria nel derby contro il Manchester City mi ha impressionato molto. Lo United ha vinto contro una squadra che arrivava da un filotto super e ha conquistato i tre punti meritatamente, mostrando intensità e qualità. Noi abbiamo studiato con attenzione anche quella partita: sarà uno scontro molto prestigioso tra club con tanta storia».
Il trampolino per ritornare ai massimi livelli, in Italia come in Europa: lo spiega anche Pioli. «Noi stiamo lavorando per realizzare i nostri sogni e tornare a vincere. Maldini ha detto che ci vogliono almeno un paio d’anni di presenza continua in Champions per pensare di riuscirci. Quindi c’è da fare ancora tanta strada, che va affrontata con convinzione ed entusiasmo».

Franck fai l’Ibra. Il Milan, ancora privo di Zlatan, si aggrappa al suo “presidente”, a Kessie per affrontare la delicatissima trasferta di Manchester contro lo United. Sarà la sfida fra le due seconde in classifica in Premier e Serie A, due squadre che nell’ultimo turno di campionato hanno ottenuto due successi importanti, lo United nel derby col City, il Milan a Verona. Entrambe le squadre hanno assenze pesanti fra i propri ranghi, ma il Milan è davvero in una situazione di grande emergenza visto che ai soliti noti si sono aggiunti nelle ultime ore Romagnoli (convocato, ma ha preso un pestone e non giocherà titolare) e Theo Hernandez (virus gastrointestinale).

Trentasei e trentaquattro: sono i gol segnati da chi questa sera vedrà la partita dalla televisione e chi invece sarà a disposizione di Pioli: 36 i gol realizzati da cinque degli otto assenti (Ibrahimovic, Calhanoglu, Rebic, Theo e Hauge), 34 quelli messi insieme da chi sarà in campo o in panchina. Il bomber del primo gruppo è ovviamente Ibra con i suoi 16 gol, quello del secondo è proprio Kessie, già arrivato in doppia cifra, meglio di qualunque altro compagno, attaccanti compresi. Sono 10, infatti, le reti segnate dal centrocampista ex Atalanta, sempre più leader di questo Milan. E’ vero, 9 di queste reti sono arrivate su rigore, ma, come si suol dire, i rigori vanno segnati e Kessie, in una stagione contraddistinta da tanti tiri dal dischetto per il Diavolo e diversi errori di Ibra, ha saputo rimane freddo e concentrato, portando molti punti ai suoi. Scorrendo i tabellini, si può notare come i gol di Kessie abbiano fruttato, di fatto, 13 punti (sui 56 totali, quasi il 25%) e permesso al Milan di eliminare la Stella Rossa nei sedicesimi di Europa League. Stasera lo stakanovista rossonero sarà circondato da elementi con meno minuti in campo rispetto a lui e anche in questo Kessie dovrà essere abile a caricarsi il peso della squadra sulle spalle, far sentire tutti in grado di giocarsela con i Red Devils. Un altro segnale da leader da inviare al club che, in attesa di definire i contratti di Donnarumma, Calhanoglu e Ibrahimovic, sta pensando anche al suo rinnovo, lui in scadenza nel 2022 con un ingaggio da 2.2 milioni ancora sotto la soglia dei top.

La lunga serie di indisponibilità ha ridotto praticamente all’osso la rosa a disposizione di Pioli, che, come anticipato, non ha avuto la possibilità di contare su Theo Hernandez, messo ko da un problema intestinale dopo che martedì aveva lavorato in gruppo, mentre Ante Rebic è ancora alle prese con i fastidi all’anca destra che non gli hanno permesso di essere a disposizione per Verona. I due si aggiungono ai lungodegenti Bennacer, Ibrahimovic, Mandzukic, Calhanoglu e Daniel Maldini, mentre Hauge (non in lista Uefa) ieri ha giocato con la Primavera nello 0-0 contro la Roma. In difesa, con Romagnoli non al meglio a causa di un pestone, ma partito alla volta di Manchester insieme alla squadra, ci saranno Kjaer e Tomori, con l’ex Chelsea che in conferenza ha dichiarato: «Siamo pronti, siamo due grandi squadre con grande tradizione – ha spiegato -. I compagni mi hanno chiesto qualcosa, ma tutti conoscono lo United: abbiamo lavorato molto e li abbiamo analizzati, hanno un attacco molto veloce. Speriamo che la mia esperienza in Inghilterra possa aiutare». In mezzo al campo, accanto a Kessie, conferma per Meite con Tonali che sarà a disposizione in panchina. Cambia qualcosa anche sulla trequarti, dove Brahim Diaz ritroverà una maglia da titolare alle spalle di Leao. Rade Krunic agirà come trequartista di sinistra mentre a destra confermato Saelemaekers. Castillejo, che aveva fatto una buona gara contro l’Hellas, andrà in panchina con vista Napoli per una maglia da titolare. Con la speranza che qualcuno esca dall’infermeria (Rebic, Theo e Mandzukic i più probabili).

Una multa. Dovrebbe essere questa la sanzione che rischiano Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku dopo l’avviso di chiusura indagini della Procura Federale. Gli inquirenti Figc hanno configurato solo l’esistenza di un «comportamento antisportivo» dei due centravanti dopo la furibonda lite del derby nei quarti di Coppa Italia del 26 gennaio scorso. Non è stata riscontrata una condotta discriminatoria di Ibrahimovic nel riferimento dispregiativo ai riti voodoo nei confronti di Lukaku e di sua madre. Cade così ogni possibile applicazione delle pene severe previste dal codice di giustizia sportiva per le offese razziste. I due attaccanti potranno ridurre ulteriormente il rischio di una minima squalifica optando per il patteggiamento. Lo sconto è ancora più forte se il tesserato decide di farlo prima ancora del deferimento, subito dopo la chiusura delle indagini, quindi nella fase attuale. Il Milan aveva aperto a un patteggiamento di Ibrahimovic nel caso di assenza di un’accusa di razzismo. È quello che è successo. Quindi adesso è possibile trovare un accordo tra Ibrahimovic e la Procura Figc. Le immagini sono talmente evidenti da suggerire questa scelta processuale. Lo stesso discorso vale per Lukaku. A quel punto l’unica differenza tra i due giocatori potrebbe essere nell’entità della multa. Il belga può dimostrare di avere reagito a una provocazione dell’avversario, una circostanza che vale come attenuante. Nel provvedimento della Procura Figc viene individuata la responsabilità oggettiva dei due club. Quindi dovrebbe scattare una multa anche per Inter e Milan. Ma l’unica squalifica resterà quella comminata dal giudice sportivo appena dopo il derby. Una giornata per Lukaku che era stato ammonito da diffidato, già scontata nell’andata della semifinale di Coppa Italia con la Juventus. Mentre il turno di stop di Ibrahimovic, espulso in quella stracittadina, vale per la prossima edizione della competizione. Un’indicazione sull’approccio della giustizia sportiva poteva essere già ricavata dalla pronuncia del Tribunale Federale Nazionale che, all’inizio della scorsa settimana, aveva prosciolto Michele Marconi (Pisa) non ritenendo razzista la sua definizione di «rivolta degli schiavi» per una protesta in campo di Joel Obi del Chievo. Difficile immaginare che potesse essere giudicata più severamente l’uscita di Ibrahimovic contro Lukaku.

Chissà se Nelson Dida, durante il sopralluogo sul campo dell’Old Trafford, si farà una camminata insieme a Gigio Donnarumma sotto la East Stand dove si trova la porta nella quale parò i tre rigori nella finale di Champions League del 28 maggio 2003 contro la Juventus, che diedero al Milan la sua sesta coppa dalle grandi orecchie. Chissà se Gigio, entrando in quel campo al quale sono legati anche i suoi primi ricordi da tifoso milanista, penserà a quanto sarebbe bello – per lui, per il club e per i tifosi – continuare a perseguire un sogno insieme. Già, perché il nodo della questione è sempre il medesimo: il suo rinnovo di contratto. Mino Raiola, meno di un mese fa, aveva detto che ci sarebbe stato il massimo riserbo sulla trattativa. Una strategia comunicativa condivisa anche dal Milan, che sulla vicenda Donnarumma si è esposto solamente quando è stato inevitabile, ovvero nei pre partita, ma senza dare grossi segnali se non quello che la proprietà e la direzione sportiva stiano facendo di tutto per arrivare ad una quadra della situazione. È evidente che questa situazione ci accompagnerà ancora nel corso delle prossime settimane fino a quando non si arriverà ad una soluzione definitiva. Le parti sono in costante contatto, ma di svolte reali e concrete ancora non se ne parla. È un gioco d’attesa, con Raiola che sa di avere il coltello dalla parte del manico poiché Donnarumma rappresenta uno dei portieri più forti del mondo e portarlo via a zero dal Milan, in caso di offerte importanti da parte di altre società, sarebbe estremamente vantaggioso – sotto l’aspetto economico – sia per lui sia per il ragazzo. Che, però, ha dato priorità al Milan.

Mentre Gigio continua a difendere alla grande la porta milanista, dimostrando di essere un portiere che porta punti, dietro di lui le contrattazioni proseguono. È una vera e propria opera di mediazione tra le parti. Il covid ha cambiato le regole del mercato e l’offerta da 7 milioni e mezzo che il Milan mette sul tavolo viene ritenuta congrua da via Aldo Rossi, non è ancora considerata sufficiente da Raiola che ne ha chiesti 10 trattabili. Fino a questo punto, in pratica, le posizioni delle parti si sono standardizzate. La sensazione è che l’accelerazione definitiva possa arrivare non appena il Milan avrà la certezza di partecipare alla prossima edizione della Champions League. In quel caso, con il massimo palcoscenico europeo garantito, le cose potrebbero cambiare e andare verso una firma. Uno dei punti cruciali è proprio questo, perché Donnarumma merita una vetrina come quella della Champions League dopo anni di Europa League. Il Milan è in piena corsa per l’obiettivo e l’evoluzione descritta in questo paragrafo non dovrà sorprendere nessuno qualora dovesse verificarsi. Ma c’è un altro punto cruciale sul quale Gazidis, Maldini e Massara dovranno trattare con Raiola.

Già detto che servirà un punto d’incontro sullo stipendio, l’altro fattore sarà legato proprio all’estensione temporale del contratto. Il Milan vorrebbe un quinquennale, Raiola frena e ha proposto un biennale con tanto di clausola risolutoria in caso di non qualificazione alla Champions. Il punto d’incontro originario era visto in un triennale con clausola di medio valore che si sarebbe attivata qualora il Milan non fosse in grado di qualificarsi alla Champions. Nelle ultime ore è filtrata anche la possibilità di un rinnovo per un solo anno. Ancora tutto da capire se si tratti di una possibilità concreta o se, invece, questa voce andrà catalogata come una provocazione. Anche perché Donnarumma merita una stabilità contrattuale importante, sia temporale sia economica, altrimenti la tarantella andrà avanti all’infinito. Tirare troppo la corda, in epoca di covid, non conviene a nessuno visto che, ad oggi, né il Psg né altri club hanno fatto una proposta economica a Raiola. Forse rinnovare con il Milan non sarebbe un’idea così cattiva.

MILANO. Dopo Sandro Tonali, Stefano Pioli recupera anche Theo Hernandez. Il terzino francese, che ha saltato la partita di domenica a Verona contro l’Hellas a causa di una botta presa contro l’Udinese mercoledì scorso nel turno infrasettimanale, ieri ha svolto il lavoro con il resto del gruppo e sarà a disposizione per la partita di domani sera contro il Manchester United, valida per l’andata degli ottavi di finale di Europa League. Un recupero importante, che consente a Pioli di veder liberarsi un lettino dall’infermeria di Milanello in attesa che si accenda il semaforo verde anche per Ante Rebic, che ieri ha svolto ancora lavoro differenziato per il problema all’anca destra che è tornato a farsi sentire dopo la partita contro l’Udinese e che lo aveva già costretto a lasciare il campo contro la Roma.

Rebic che fa?

Oggi, nell’allenamento di rifinitura, si scoprirà se anche il croato potrà farcela. A livello di formazione, Pioli dovrà scegliere la composizione della coppia di centrali difensivi, con Tomori e Romagnoli che, al momento, sembrano in vantaggio su Kjaer. Dalot pronto nel caso in cui Theo dovesse partire dalla panchina mentre Tonali e Meite ambiscono alla maglia di centrocampista al fianco di Franck Kessie. In avanti possibile la conferma del trio composto da Saelemaekers, Krunic e Castillejo alle spalle di Rafa Leao, ma se Rebic dovesse farcela, lo spagnolo potrebbe finire in panchina. Panchina per Brahim Diaz che, di fatto, rappresenta una delle poche soluzioni offensive attualmente a disposizione, anche perché la lista Uefa non è più modificabile, con Hauge rimasto fuori dai 22 “over” a seguito dell’assenza del numero minimo di giocatori formati in Italia. In porta, ovviamente, ci sarà Gigio Donnarumma che calcherà il prato dell’Old Trafford per la prima volta in carriera, accompagnato da Dida, che lì ha vinto una Champions.

VERSO NAPOLI

Hakan Calhanoglu e Mario Mandzukic proseguiranno invece nel loro percorso di recupero fisico e non voleranno con la squadra a Manchester. Per entrambi c’è una possibilità che possano essere convocati per la partita di domenica sera contro il Napoli a San Siro. Ibrahimovic, invece, ha messo nel mirino la gara di ritorno contro lo United sempre a Milano in programma la settimana prossima mentre Bennacer potrebbe rientrare dopo la sosta a meno che non vi sia un netto miglioramento nel corso dei prossimi 15 giorni, con la gara con la Fiorentina, domenica 21 marzo, primo giorno di primavera, come punto di rientro tra i convocati.


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